Chi deve pagare le bollette dopo la separazione o il divorzio?

Ilena D’Errico

31 Marzo 2023 - 22:21

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Dopo la separazione e il divorzio può essere assegnata la casa coniugale, ecco come devono essere divise le spese e chi deve pagare le bollette.

Chi deve pagare le bollette dopo la separazione o il divorzio?

Non è raro che in seguito alla separazione o al divorzio avvenga l’assegnazione della casa coniugale presso uno degli ex coniugi, diverso dal proprietario o dall’intestatario del contratto di locazione. Si tratta di un mero diritto d’uso riconosciuto a uno degli ex coniugi per tutelare interessi preminenti, sostanzialmente le esigenze dei figli o eventualmente la salute dell’ex coniuge. Quest’ultimo, comunque, non è tenuto a pagare alcun corrispettivo per questo diritto, ecco perché ci si chiede chi invece deve pagare le bollette dell’abitazione coniugale.

Il pagamento della casa coniugale dopo divorzio e separazione

L’assegnazione della casa coniugale è finalizzata alla tutela di interessi che il nostro ordinamento considera preminenti rispetto a eventuali diritti di proprietà o godimento. Di norma, infatti, la casa coniugale viene assegnata al genitore collocatario presso cui i figli si stabiliscono stabilmente e molto difficilmente per altri casi. L’assegnazione della casa coniugale in assenza di figli è dunque un evento molto raro, riconducibile soltanto a gravi condizioni di salute del beneficiario.

Ciò che rileva in questo senso per capire la ripartizione delle spese è che l’assegnazione della casa coniugale non ha nulla a che fare con gli aspetti patrimoniali e le condizioni economiche dei coniugi. In altre parole, il diritto di utilizzo della casa coniugale deriva da interessi più importanti secondo la legge e non dipende nemmeno dall’eventuale disparità di reddito fra gli ex coniugi.

Allo stesso tempo, la legge prevede la gratuità dell’uso della casa coniugale. Quando l’abitazione è in proprietà dell’ex coniuge non beneficiario oppure in comproprietà, quindi, il beneficiario non è tenuto al pagamento di alcun corrispettivo per il suo utilizzo. Si tratta di una semplice applicazione del diritto di assegnazione dell’abitazione, che anche in questo caso non dipende strettamente dagli aspetti patrimoniali. Di conseguenza, il pagamento delle spese non ha nulla a che fare con questo diritto, ma segue le classiche previsioni di legge.

Chi deve pagare le bollette dopo la separazione e il divorzio

Dato che l’assegnazione della casa coniugale prescinde dagli aspetti patrimoniali, per quanto riguarda il pagamento delle bollette vige la normativa ordinaria: banalmente, devono essere pagate da chi usufruisce del servizio. In particolare, è l’ex coniuge che abita la casa coniugale a dover pagare le bollette relative alle forniture dell’immobile.

Questo stesso principio si applica a tutte le spese ordinarie, condominiali e d’affitto se l’immobile è in locazione. L’assegnatario della casa coniugale, anche nell’ipotesi in cui non debba pagare l’affitto perché la casa è di proprietà dell’ex coniuge, è dunque tenuto al pagamento di tutte le spese relative al suo utilizzo.

La legge non impone quindi l’obbligo di pagamento delle bollette e delle spese a carico dell’ex coniuge non assegnatario della casa coniugale, ma non si può escludere che tale dovere sia invece disposto dal giudice in sede di divorzio o separazione. In sintesi, è necessario verificare le disposizioni della sentenza di divorzio o separazione per capire se l’assegnatario della casa coniugale ha diritto al contributo per le spese, il quale è di norma comunque contenuto nell’assegno di mantenimento o divorzile.

La regola generale prevede però che il pagamento spetti a chi vive nell’abitazione e ne usufruisce, mentre eventuali eccezioni possono essere previste soltanto dal giudice alla presenza di determinate condizioni.

Bollette della casa coniugale dopo separazione o divorzio

Essendo l’ex coniuge beneficiario a dover corrispondere le spese per le bollette, consegue anche l’obbligo di effettuare la voltura delle utenze per cambiarne l’intestatario, nel caso in cui fossero intestate all’altro ex coniuge. Si tratta di un vero e proprio dovere legale, perché in mancanza di voltura la società fornitrice continuerà a esigere il pagamento dal precedente intestatario, rivalendosi su di lui anche in caso di morosità.

Di conseguenza, l’ex coniuge che non abita più la casa coniugale può richiedere un provvedimento giudiziale d’urgenza per ottenere la voltura delle utenze domestiche. Altrimenti, in presenza di situazioni debitorie l’ex coniuge rimasto intestatario dovrà rispondere delle posizioni debitorie, salvo poi la possibilità di rifarsi sull’effettivo utilizzatore dell’abitazione. Si ricorda, comunque, che le spese per la voltura sono a carico del nuovo intestatario e che per informarsi a riguardo è sufficiente contattare il servizio clienti della fornitura.

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