Analisi dei punti di forza del neo bond del Tesoro (retail ed istituzionale) prossimo al lancio nel corso della settimana prossima
Questione di giorni e poi per la XX° emissione del BTP Italia sarà debutto ufficiale, ossia il tempo in cui domanda e offerta s’incontreranno realmente. L’offerta sarà rappresentata dal Dipartimento del Tesoro MEF, mentre la domanda dagli investitori desiderosi di sottoscrivere il relativo BTP.
Vediamo allora quali sono le 3 caratteristiche principali del BTP Italia rispetto agli altri BTP del Tesoro.
I macro punti salienti dei titolo di Stato pronto all’emissione
Lunedì 26 maggio l’emittente svelerà il tasso cedolare reale minimo garantito, che verrà confermato o rivisto al rialzo venerdì 30, prima dell’apertura della 4° giornata. Il collocamento sarà scisso in due fasi, la prima dal 27 al 29 dedicata agli investitori individuali (retail), la seconda (la sola mattinata del 30) agli istituzionali. Ovviamente i soggetti ammessi alla prima fase non possono partecipare alla seconda e viceversa.
Tutta la domanda verrà soddisfatta, nel senso che non vi saranno limiti al taglio che si vorrà sottoscrivere, né riparti dell’offerta. Inoltre ricordiamo che una volta fatta la prenotazione, e quindi lanciato l’ordine di acquisto del bond, non è ammesso il diritto di recesso.
All’offerta del BTP Italia si potrà aderire anche tramite il servizio BancoPosta. Infatti il suo acquisto è aperto anche a chi dispone di c/c e libretto di risparmio postale. In entrambi i casi l’importante è che il risparmiatore sia profilato e classificato ai fini MIFID, disponga di un deposito titoli e abbia sottoscritto il contratto sui servizi di investimento.
Cedola e struttura dei rendimenti del BTP Italia
Una prima fonte sicura di guadagno è la mancata commissione d’acquisto per chi lo sottoscrive in emissione. Il relativo costo sarà ssolto dal MEF in nome e per conto del risparmiatore, mentre dalla data di regolamento in poi sarà sempre a carico di chi compra e/o vende il bond.
Tuttavia, il grosso del payout è altrove. Il BTP Italia, al pari del BTP€i, è un sovereign bond del Tesoro indicizzato al tasso di nazionale. Invece i BTP€i sono agganciati al carovita europeo, così come calcolato e certificato da Eurostat.
I soldoni, ogni 6 mesi l’emittente (il Dipartimento del Tesoro del MEF) paga interessi a tasso fisso sul capitale nel frattempo rivalutato al costo della vita del semestre di riferimento. Quest’ultimo è calcolato dall’ISTAT attraverso l’indice FOI, l’indice dei prezzi al consumo per famiglie e impiegati, tabacchi esclusi. Pertanto la rivalutazione del capitale ivi impegnato avviene quasi subito (ogni 6 mesi, per l’esattezza), a tutela del suo valore reale nel tempo. Invece con i BTP€i il pagamento della rivalutazione del capitale avviene tutta in un’unica soluzione a naturale scadenza e non in corso d’opera.
Quanto sarà la cedola minima garantita?
Non solo, ma in caso di deflazione le cedole “non spariscono” ma sono comunque calcolate sul capitale nominale investito.
L’ultimo guadagno è dato infine dal premio fedeltà finale per chi lo compra in emissione e lo tiene in portafoglio fino a maggio 2032. Nel caso del BTP Italia 2032 è certo e già noto a priori, ossia pari all’1,00% lordo del nominale sottoscritto.
A questo punto l’ultimo dilemma da sciogliere riguarderebbe la tasso minimo garantita che verrà annunciata lunedì 26. Secondo vari analisti potrebbe aggirarsi in area 2%, decimali sopra o sotto lo sapremo tra una manciata di ore. Tanto dipenderà dalle valutazioni che verranno fatte in casa MEF sul carovita prossimo a venire nei futuri 7 anni di vita complessiva del titolo.
Ecco le 3 caratteristiche principali del BTP Italia rispetto agli altri BTP del Tesoro
A questo punto vediamo quali sono i 3 aspetti cruciali che contraddistinguono il BTP Italia di prossima emissione dal resto degli altri BTP.
Una riguarda la caratteristica finanziaria del titolo dato che è l’unico sovereign bond del tesoro indicizzato al costo della vita nazionale. Nei titoli a tasso fisso, infatti, tra i vari rischi a cui ci si espone vi è appunto quello di inflazione. Si tratta della possibilità di esporsi a un rischio reale negativo nel caso in cui l’inflazione media avutasi nel periodo dell’investimento sia stata maggiore dei rendimenti netti.
Le altre due caratteristiche in realtà sono condivise con molte (ma non tutte; il riferimento è all’eventuale mancanza del premio fedeltà) emissioni retail. Una riguarda la modalità di collocamento, che avviene tramite la piattaforma MOT gestita da Borsa Italiana, e non in asta come avviene solitamente. La seconda, invece, è anche’essa di natura finanziaria e riguarda il premio fedeltà finale come già anticipato. È da tempo che l’emittente accompagna queste emissioni con la previsione di un extra rendimento finale, ma non sempre è così. Pensiamo infatti all’ultimo BTP Più che ne è privo, mentre prevede l’opzione rimborso anticipato a metà del suo periodo di maturazione.
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