Il CEO di OpenAI Sam Altman ha svelato un segreto sulla sua intelligenza artificiale. Probabilmente non hai mai utilizzato ChatGPT in questo modo.
Grazie agli ultimi sviluppi tecnologici ottenuti con modelli linguistici sempre più avanzati e una capacità di elaborazione dei dati senza precedenti, oggi l’intelligenza artificiale viene utilizzata in qualsiasi modo possibile. ChatGPT rappresenta l’eccellenza del settore, per un successo che si basa sui tanti sforzi compiuti dagli sviluppatori di OpenAI.
Il chatbot intelligente è stato in grado negli anni di trasformare radicalmente le nostre vite, dal modo in cui lavoriamo a quello in cui interagiamo e ci intratteniamo. Ma sei sicuro di conoscere tutti i segreti di ChatGPT? Molto probabilmente, non è così. A dare una mano agli utenti ci ha pensato direttamente il CEO di OpenAI Sam Altman che, durante una recente intervista, ha svelato un metodo di utilizzo inedito dell’AI che lui stesso ha messo in pratica.
ChatGPT in aiuto dei genitori, la testimonianza di Sam Altman
ChatGPT può diventare un potente alleato anche per i neo genitori, parola di Sam Altman. In un’intervista, il CEO di OpenAI ha raccontato di aver utilizzato la sua intelligenza artificiale per capire il motivo per cui suo figlio stesse piangendo.
Dopo aver spiegato, tramite un prompt di comandi, qual era il comportamento del bambino e da quanto tempo stesse andando avanti, in qualche istante ChatGPT ha fornito tutte le informazioni del caso. Magari il bebé ha fame? Oppure ha appena fatto i bisogni e vuole esser cambiato il pannolino? C’è l’AI in aiuto.
Questo aneddoto dimostra chiaramente come questi strumenti siano destinati in maniera sempre più massiccia a far parte della routine quotidiana di tutti noi, anche in momenti delicati come i primi mesi di vita di un bimbo.
ChatGPT per la genitorialità
Per quanto non empatico come un genitore in carne ed ossa, anche ChatGPT può diventare un grosso aiutante nell’accudimento di un bambino nato da poco. Soprattutto per i neo genitori che ancora non hanno esperienza e non sanno come reagire a determinati comportamenti del bebé.
Per esempio, è possibile avvalersi dell’intelligenza artificiale per riuscire a meglio interpretare sintomi iniziali o per trovare consigli in generale su cosa fare da mangiare o su come intrattenere proprio figlio.
I vantaggi sono tanti, ma in ogni modo è bene sottolineare che ci sono anche dei rischi se l’AI viene utilizzata come unica fonte di informazione. L’accuratezza delle risposte dei modelli dipende infatti dalla quantità di dati con cui questi sono stati addestrati.
Gli esperti consigliano di verificare sempre i dati ricevuti con fonti affidabili e di non sostituire del tutto il contatto con pediatri o medici certificati. L’intelligenza artificiale va vista come uno strumento di supporto in più, non come un’autorità in materia di salute infantile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA