Certificazione Unica 2024 per colf e badanti: istruzioni e scadenza

Patrizia Del Pidio

26 Marzo 2024 - 15:17

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Ai lavoratori domestici, come colf e badanti, non va consegnata la certificazione unica vera e propria ma una dichiarazione sostitutiva. Ecco entro quando si deve dare.

Certificazione Unica 2024 per colf e badanti: istruzioni e scadenza

La Certificazione Unica 2024 anche per colf e badanti, ma come funziona? Come tutti gli altri lavoratori anche quelli domestici sono tenuti a dichiarare i redditi che percepiscono e a versare l’Irpef, le addizionali regionali e comunali sugli stessi.

Nel caso di colf e badanti (e di tutti gli altri lavoratori domestici), però, il datore di lavoro non è anche sostituto di imposta e, quindi, non ha versato le imposte durante l’anno.

Proprio per questo motivo i lavoratori domestici sono obbligati a presentare la dichiarazione dei redditi anche se hanno un solo datore di lavoro e nessun altro reddito. Il datore di lavoro, proprio perché non è un sostituto di imposta, non è tenuto a consegnare al proprio dipendente la Certificazione Unica 2024. Al suo posto, però, deve far pervenire al lavoratore la dichiarazione sostitutiva della Cu almeno 30 giorni prima della scadenza dei termini di presentazione della dichiarazione dei redditi o, in caso di cessazione del rapporto di lavoro, in occasione di quest’ultima. Il documento è fondamentale non solo per la presentazione del 730 o del modello Unico, ma anche per il calcolo dell’Isee e per il rinnovo del permesso di soggiorno.

Il documento da consegnare ai lavoratori domestici è diverso dal modello di Cu dell’Agenzia delle Entrate, anche se in pratica assolve lo stesso compito. Oltre ad alcune differenze nel modello vero e proprio, cambiano anche gli adempimenti del datore di lavoro che, per esempio, non è tenuto a inviare la Cu all’Amministrazione Finanziaria (anche se si tratta di un esonero solo parziale).

Certificazione Unica 2024 per colf e badanti: istruzioni e scadenza

Anche i datori di lavoro di colf e badanti dovranno rilasciare loro una copia del documento che attesti il totale delle somme erogate nel corso del 2023.

Come anticipato, non si tratta della Certificazione Unica messa a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, perché il datore di lavoro domestico non è considerato come sostituto d’imposta. Di conseguenza, non è tenuto di norma a rilasciare la CU.

Il contratto collettivo che regola il settore parla di una semplice attestazione, che deve essere consegnata almeno 30 giorni prima della scadenza per la presentazione della dichiarazione dei redditi o in caso di cessazione del rapporto di lavoro.

Infatti, tale documento servirà alle colf e alle badanti proprio per presentare la dichiarazione dei redditi, a cui, come abbiamo detto, sono obbligate. L’unico caso in cui il lavoratore domestico non ha l’obbligo di presentare la dichiarazione dei redditi è qualora i redditi del 2023 non hanno superato la soglia della no tax area per i dipendenti (che ricordiamo era fissata a 8.174 euro lo scorso anno).

Come compilare la dichiarazione sostitutiva di CU 2024

La Cu dei lavoratori domestici non ha un formato standard, ma è composta da due parti.
Nella prima parte sono indicati:

  • dati anagrafici del datore di lavoro e del dipendente;
  • codice fiscale del datore di lavoro e del dipendente;
  • il periodo di riferimento del rapporto di lavoro;
  • il numero di giorni per cui spettano le detrazioni.

Nella seconda parte il datore di lavoro attesta i compensi annui corrisposti al lavoratore domestico e prevede che siano indicati i seguenti dati:

  • retribuzione lorda comprensiva di tredicesima (a cui va aggiunto l’eventuale anticipo del Tfr);
  • i contributi Inps a carico del collaboratore (si devono indicar solo i contributi trattenuti al lavoratore in busta paga);
  • gli eventuali contributi Cassa Colf a carico del lavoratore, se trattenuti;
  • l’imponibile fiscale netto dato alla differenza tra le retribuzioni lorde e i contributi a carico del lavoratore;
  • il Tfr corrisposto tramite anticipi o alla cessazione del rapporto di lavoro.

È bene ricordare che i datori di lavoro domestico che assumono un collaboratore con un regolare contratto avranno diritto ad alcune agevolazioni fiscali in dichiarazione dei redditi, come la deduzione dei contributi Inps (nel limite massimo di 1.549,37 euro per anno) e la parziale detrazione del costo dello stipendio della badante (per un massimo di 399,00 euro, pari al 19% di euro 2.100,00). Quest’ultima agevolazione però è dedicata solo a chi ha un reddito fino a 40 mila euro e si trova nella condizione di avere necessità di assistenza personale per non autosufficienza.

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