Centri per l’Impiego potenziati: il progetto nel Piano Nazionale di Riforme

Antonio Cosenza

06/07/2020

31/08/2020 - 10:18

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PNR: nella bozza del provvedimento si legge del potenziamento dei Centri per l’Impiego, obiettivo necessario affinché le politiche attive per il lavoro possano dare i risultati sperati.

Centri per l’Impiego potenziati: il progetto nel Piano Nazionale di Riforme

Potenziamento dei centri per l’impiego nel Piano Nazionale di Riforme che sarà allegato al DEF (per il momento disponibile solo in una bozza).

Come spiegato dal Ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, nella sua premessa al testo del PNR, infatti, l’epidemia da COVID-19 “ha cambiato in modo repentino e drammatico la vita degli italiani e le prospettive economiche del Paese” e per questo motivo è necessario intervenire il prima possibile per evitare che questa possa portare ad una depressione economica.

Le “notevoli risorse che l’Unione Europea ha messo in campo” dovranno essere utilizzate al meglio e nella bozza del PNR si legge di alcuni obiettivi che dovranno essere conseguiti nel breve medio periodo. Ad esempio, per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza - sul quale comunque si punterà ancora in futuro - non si escludono modifiche.

È necessaria, infatti, una valutazione dei risultati del lavoro svolto dai Centri per l’Impiego riguardo alla politica attiva collegata alla misura.

Proprio riguardo ai Centri per l’Impiego non cessa il progetto dello Stato di investire per un loro potenziamento, al fine di dare maggiori competenze ai servizi pubblici per il lavoro. A tal proposito, ecco quanto si legge a riguardo nell’ultima bozza del PNR.

Potenziamento dei Centri per l’Impiego nel Piano Nazionale di Riforme

L’ultima volta che sono state stanziate risorse per il potenziamento dei Centri per l’Impiego è stata con il Decreto 4/2019; in quell’occasione il Governo Lega-Movimento 5 Stelle, che attribuiva ai CpI un ruolo cardine nel progetto relativo al funzionamento del Reddito di Cittadinanza, stanziava 480 milioni per il 2019 e 420 milioni per il 2020.

Grazie a questi investimenti la spesa per i servizi pubblici del lavoro ha di poco superato il miliardo di euro, con l’Italia che è ancora molto distante dal resto d’Europa (si pensi, ad esempio, che in Germania l’investimento annuo è di 11 miliardi di euro).

Il piano di potenziamento, quindi, è stato solamente avviato con il Decreto 4/2019 e continuerà nei prossimi mesi come si legge chiaramente nella bozza del PNR.

D’altronde il potenziamento delle politiche attive ci viene richiesto direttamente dall’Unione Europea nell’insieme di obiettivi da raggiungere grazie alle risorse del Recovery Fund; e questo non potrà prescindere da un potenziamento dei servizi per l’impiego, ancora troppo lontani - anche in termini numerici - dagli standard europei.

A tal proposito, nella bozza del PNR si legge che il potenziamento dei CpI è necessario per “dare attuazione alla fase due del decreto con cui il governo ha istituito il Rdc e realizzare l’inclusione attiva di quanti hanno avuto accesso all’assegno”. Senza un potenziamento dei CpI, quindi, difficilmente lo stesso Reddito di Cittadinanza otterrà i risultati prefissati in termini di ricollocazione dei beneficiari.

Nel dettaglio, nel PNR si legge anche che:

L’attuazione del piano straordinario di potenziamento dei centri per l’impiego e delle politiche attive del lavoro (Cpi), costituisce una priorità politica del Programma di Governo e si sostanzia in un piano di investimenti per la riqualificazione della rete di servizi per il lavoro e dei servizi sociali.

Questo progetto rappresenta, quindi, la seconda fase di investimento nelle politiche attive, già espressamente prevista dal Decreto 4/2019 che istituisce il Reddito di Cittadinanza. Il tutto per raggiungere un obiettivo condiviso dalla stessa Unione Europea, ovvero quell’inclusione attiva e benessere collettivo che è in linea con il pilastro europeo dei diritti sociali.

Centri per l’Impiego: continua il progetto legato all’AdR

Altro aspetto su cui il Governo intende investire ancora in futuro è quello dell’Assegno individuale di ricollocazione. Uno strumento che, ad esempio, viene riconosciuto ai beneficiari del Reddito di Cittadinanza, ai fini dell’avvio di un percorso di ricerca intensiva di un impiego.

Ebbene, nella bozza del PNR si legge che la sperimentazione sull’Assegno di Ricollocazione andrà avanti; sarà ancora questa una delle più importanti misure di politica attiva “erogata sul territorio tramite la rete pubblica-privata dei servizi per il lavoro”.

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