Centri commerciali: come scongiurare la crisi nera?

Violetta Silvestri

11 Gennaio 2021 - 12:09

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Inizia una stagione dei saldi davvero amara: soprattutto per i centri commerciali, costretti a rispettare rigorose chiusure anti-Covid. Cosa chiede il settore per evitare la crisi più nera?

Centri commerciali: come scongiurare la crisi nera?

Centri commerciali: quale destino per le strutture adibite allo shopping in questo scenario di crisi e di chiusure?

Una domanda più che mai attuale mentre accelera la seconda ondata e gli esperti allertano su una terza in arrivo. I titolari dei negozi ubicati nei centri commerciali sono stati costretti ad abbassare le serrande e continueranno a farlo nei giorni del fine settimana, ad esclusione delle attività che vendono beni di prima necessità.

Una stretta necessaria per evitare assembramenti secondo il Governo; una strada verso il baratro per la categoria, che chiede regole più chiare, indennizzi efficaci e rimedi nel breve periodo.

Quanto hanno perso i centri commerciali e cosa chiedono per il rilancio?

I numeri della crisi dei centri commerciali

Sono 1.200 i centri commerciali spersi in tutta Italia, con circa 36.000 negozi al loro interno. In questo anomalo mese di gennaio, probabilmente nemmeno la stagione dei saldi aiuterà il settore della vendita al dettaglio nelle strutture adibite.

L’allarme arriva dalle parole del presidente del Consiglio nazionale della categoria, Roberto Zoia:

“I centri commerciali fatturavano prima del Covid-19 circa 140 miliardi all’anno, ma nel 2020 si sono dovuti accontentare del 30-35 per cento in meno. Quanto ai ristori, finora hanno coperto poco più dell’un per cento delle perdite”

Altri sconfortanti numeri pesano sui bilanci del settore: nei mesi di novembre e dicembre sono andati in fumo 10 miliardi di fatturato in confronto allo stesso periodo del 2019. Il rischio realistico è di perdere 150.000 posti di lavoro delle circa 780.000 persone impiegate nei negozi, spesso a conduzione familiare.

In tutto il 2020, il guadagno è diminuito di 40 miliardi di euro che ora i titolari dei negozi dubitano di vedere in parte rientrare con la ripresa dei consumi del 2021.

C’è ancora molta incertezza, infatti, sul rilancio della domanda e lo stesso sistema del cashback è valutato insufficiente dai centri commerciali per dare una spinta allo shopping.

Come evitare il peggio? Le proposte dei centri commerciali

Dalle parole di Roberto Zoia, a nome di tutti gli esercenti nei centri dello shopping, traspare rabbia e amarezza. Non si comprende, infatti, perché il Governo abbia consentito gli acquisti nelle strade, lamentandosi poi degli assembramenti, senza valutare la possibilità di garantire la sicurezza nei centri grazie al servizio di vigilanza.

E poi c’è la questione indennizzi. I 20 miliardi promessi con il decreto Ristori 5 quanto riusciranno a compensare le perdite? Come saranno distribuiti tra le imprese? Domande alle quali risposte certe non ci sono.

Quel che invece è più sicura è la ricetta dei centri commerciali per evitare il peggio. Il modello sa seguire è la Germania: abbassare l’IVA sui prodotti più colpiti dalla crisi e garantire indennizzi del 75% sul fatturato del 2019, due misure attive nella nazione tedesca.

In attesa di nuove indicazioni, i centri commerciali faticano. Il prossimo Dpcm potrebbe mantenere la linea restrittiva sullo shopping: con quali prospettive per il settore?

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