Negli Stati Uniti sta per arrivare una centrale nucleare a 1.600 metri di profondità. Ecco le ragioni del progetto sotterraneo.
C’è chi si interroga sull’opportunità di sfruttare o meno l’energia nucleare e chi invece prosegue per svilupparla al meglio, anche in modo insolito. Piaccia o meno, gli Stati Uniti sono grandi maestri in questo e ce lo dimostrano ogni giorno con idee sempre più innovative e all’avanguardia, anche se bizzarre qualche volta. Uno dei progetti più ampi e particolari è quello della centrale nucleare a 1.600 metri di profondità sviluppato da una start-up californiana con l’ambizioso obiettivo di trarre tutto il vantaggio possibile da queste inconsuete condizioni.
Deep Fission, l’azienda che porta avanti questo piano, crede infatti che il futuro dell’energia nucleare sia al centro della Terra. La realizzazione di questo progetto sarebbe un enorme passo avanti nello sviluppo delle infrastrutture energetiche, ma soprattutto un ulteriore traguardo degli Usa che potrebbero così, in futuro, godere di un vantaggio ancora maggiore.
La centrale nucleare a 1.600 metri di profondità
La startup Deep Fission ritiene che collocare una centrale nucleare in profondità nel sottosuolo sia estremamente vantaggioso, anche se le condizioni specifiche devono essere ancora approfondite. In particolare, l’azienda vorrebbe installare un reattore nucleare in un pozzo d’acqua pressurizzata a 1.600 metri di profondità, a malapena visibile dalla superficie. Qui, la struttura potrebbe beneficiare al meglio dei vantaggi offerti dal territorio: l’ambiente interamente minerale, che funzionerebbe come uno scudo naturale, e la pressione naturale di 160 atmosfere.
Lo scudo naturale offerto dalla roccia permetterebbe di risparmiare sui costi di costruzione. Eliminando le cupole e gli edifici corazzati sarebbe possibile ridurre addirittura dell’80% il costo, senza però compromettere la sicurezza circostante. Completamente isolato, anche dagli stessi fattori naturali e non che potrebbero comprometterne il funzionamento, il reattore nucleare sotterraneo sarebbe molto più sicuro di quelli tradizionali. Liz Muller, cofondatrice e Ceo di Deep Fission, ha spiegato:
La gravità è una delle forze più affidabili della natura. Questa stessa affidabilità è al centro del nostro progetto del reattore. Posizionando i nostri reattori a gravità in profondità sotto terra, stiamo sfruttando le forze naturali della Terra per rendere il nucleare intrinsecamente più sicuro, molto meno costoso e più veloce da schierare.
Non a caso il progetto prende il nome di “Gravity”, in celebrazione della stessa forza naturale che ne potenzierebbe la funzionalità.
In 6 mesi pronto il prototipo, ma ci sono dei problemi
Così, Deep Fission pensa di riuscire a garantire un costo di produzione energetica di 50/70 euro per megawattora, estremamente competitivo, anche se confrontato con quello delle energie pulite come quella solare ed eolica. Anche dal punto di vista della progettazione Gravity potrebbe poggiare su tecnologie ampiamente utilizzate e comprovate.
La perforazione verticale largamente impiegata nelle piattaforme petrolifere e un reattore a gravità ad acqua pressurizzata che funziona con uranio a basso arricchimento, come nella maggior parte delle centrali elettriche attualmente in funzione. L’azienda ritiene di fatto di riuscire a completare il primo prototipo entro luglio 2026, anche grazie al sostegno del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti. Deep Fission dovrebbe impiegare circa 6 mesi a completare questo primo step, per il quale ha già raccolto fondi per oltre 30 milioni di dollari e diversi clienti, anche se probabilmente punta a una soluzione di mini centrali elettriche da riprodurre in massa cominciando da Texas, Utah e Kansas.
Per arrivare agli obbiettivi più alti, tuttavia, bisogna anche dimostrarsi capaci di risolvere le sfide rimaste aperte. La stessa profondità che avvantaggia l’isolamento comporta infatti delle criticità a livello di manutenzione e monitoraggio, oltre che possibili ostacoli agli interventi in caso di necessità. Difficoltà che potrebbero inoltre mitigare l’economia del progetto, anche se ad oggi lo stadio è ancora molto precoce per avere delle stime accurate.
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