Cashback fuori dal Recovery: rimborsi a rischio? Ipotesi e novità dal 1° luglio

Rosaria Imparato

27 Aprile 2021 - 13:40

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Il cashback non verrà finanziato con le risorse del Recovery: cosa succede ora che il rimborso del 10% è fuori dal PNRR? Vediamo le ipotesi e quali sono le possibili novità dal 1° luglio 2021.

Cashback fuori dal Recovery: rimborsi a rischio? Ipotesi e novità dal 1° luglio

Che fine farà il cashback? Il PNRR (o almeno la bozza che il Governo ha inviato al Parlamento il 25 aprile) non contiene riferimenti all’incentivo per i pagamenti elettronici: le risorse dell’UE, quindi, non verranno usate per finanziare la misura.

Il cashback di Stato, però, era stato fortemente voluto dal Governo Conte bis, e in effetti gli ultimi dati MEF fotografano un trend positivo, con un aumento delle transizioni tracciabili anche per i piccoli importi.

Il piano Italia cashless, insomma, sta iniziando a dare i suoi frutti. Ma cosa significa l’assenza dal cashback dal PNRR? E cosa potrebbe cambiare dal 1° luglio?

Cashback fuori dal Recovery: rimborsi a rischio? Ipotesi e novità dal 1° luglio

Il cashback non verrà finanziato con le risorse provenienti dall’UE. Il PNRR si inserisce all’interno del programma Next Generation EU (NGEU), il pacchetto da 750 miliardi di euro concordato dall’Unione Europea: di questi, all’Italia spettano aiuti per 191,5 miliardi.

Per il cashback di Stato però non verranno usate le risorse europee. Attenzione: questo non significa che i rimborsi del 10% delle spese sostenute con mezzi di pagamento tracciabili iscritti al cashback siano a rischio.

Per ora, il Programma è in vigore fino a giugno 2022, con la previsione di rimborsi erogati su base semestrale:

  • 1° gennaio 2021 - 30 giugno 2021 (rimborso erogato a luglio 2021);
  • 1° luglio 2021- 31 dicembre 2021 (rimborso erogato a gennaio 2022);
  • 1° gennaio 2022 - 30 giugno 2022 (rimborso accreditato entro luglio 2022).

Due le strade che si aprono ora: da un lato, il Governo potrebbe decidere che, senza le risorse europee, non vale la pena puntare su questa misura e stanziare i 5 miliardi di euro che servono per erogare i rimborsi a tutti i partecipanti per finanziare altri aiuti.

La seconda strada invece è quella che prevede un restyling della misura, con correttivi in corso d’opera tramite provvedimenti ad hoc oppure nella prossima Legge di Bilancio.

Cashback, a che punto siamo con i correttivi?

La necessità di apportare delle modifiche alla normativa che regola il cashback è stata espressa da più parti: non solo dal Parlamento, ma anche dalla Guardia di Finanza e dalla Corte dei Conti.

Il suggerimento della Guardia di Finanza sarebbe di ridurre il peso del meccanismo sui conti pubblici, che attualmente devono supportare anche spese extra come quelli delle utenze e dei trasporti che in realtà sono già tracciabili, e quindi all’esterno del perimetro dell’evasione.

L’obiettivo di evitare la dispersione di risorse è stato sollevato anche dalla Corte dei Conti, pur condividendo la finalità non solo del progetto del cashback, ma anche della lotteria degli scontrini.

Tra le proposte di correttivi c’è anche quella di inserire una soglia minima dei pagamenti per avere diritto al rimborso, in modo da evitare che i “furbetti” continuino a frazionare le operazioni, scalando così la classifica per ottenere il super cashback.

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