Il governo Draghi lavora per azzerare l’Iva sui beni di prima necessità e modificare l’elenco di quelli che rientrano nell’aliquota agevolata, aiutando soprattutto le famiglie a basso reddito.
Un intervento immediato per abbassare i prezzi del carrello della spesa. Il governo Draghi ci sta lavorando, utilizzando come leva la riduzione dell’Iva, quell’imposta sul valore aggiunto che colpisce tutti i beni di largo consumo. L’idea è quella di aiutare prevalentemente le famiglie a basso reddito, ma anche ridefinire l’elenco dei beni che rientrano nell’aliquota agevolata.
A lanciare la proposta era stato ieri il segretario della Cisl Luigi Sbarra, uscendo da Palazzo Chigi dopo il confronto con il presidente del Consiglio Mario Draghi. Il rappresentante della sigla sindacale aveva parlato di dialogo positivo con il capo del governo e aveva chiesto di azzerare l’Iva sui beni e gli acquisti di largo consumo, aiutando tutti i nuclei più in difficoltà. Assieme a questo, quindi, aveva ribadito l’urgenza di un taglio deciso del cuneo fiscale per aumentare il salario netto in busta paga e della rivalutazione delle pensioni.
Iva giù, in cosa consiste l’intervento del governo
Ora la proposta sembra essere stata accolta dall’esecutivo. Il ministro della Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha spiegato di essere al lavoro sul tema assieme al collega Daniele Franco, titolare del dicastero dell’Economia. “Per le famiglie a basso reddito - ha detto l’esponente di Forza Italia al congresso del sindacato della Polizia - il carrello al supermercato rischia di restringersi, per questo sto lavorando a una serie di interventi per lasciare intatto quel carrello”.
Per farlo si dovrebbe utilizzare l’extragettito dell’Iva, dovuto all’inflazione, e azzerare l’imposta sui prodotti di prima necessità e largo consumo. Il taglio dovrebbe valere per tutti in modo indiscriminato, ma sosterrebbe per lo più chi ha redditi molto bassi e sta subendo gli effetti più negativi dell’aumento generalizzato dei prezzi.
leggi anche
Così lo Stato guadagna dall’inflazione
Assieme a questo Brunetta ha spiegato che si sta lavorando sull’ampliamento dei fringe benefit, i benefici accessori concessi dalle aziende ai lavoratori. Si potrebbero agevolare gli accordi aziendali in tal senso, con i dipendenti che così, secondo il ministro, “potrebbero avere una sorta di contributo incrementale oltre al bonus di 200 euro”. I provvedimenti del governo, secondo Brunetta, saranno messi in campo tra fine luglio e fine settembre, assieme ai primi attesi nuovi interventi su salari e pensioni.
L’elenco dei beni su cui può essere abbassata l’Iva
Ad oggi l’aliquota massima su beni e servizi di largo consumo è del 22%. Non è ancora stato stabilito l’elenco dei prodotti che saranno coinvolti, ma molto probabilmente si partirà da quelli per l’igiene personale e a seguire abbigliamento e calzature non di lusso. Potrebbe poi calare l’Iva su elettrodomestici, mobili ed elettronica di consumo. Mentre non si esclude che venga colta la palla al balzo anche per un ulteriore intervento sull’imposta che grava su carburanti e prodotti energetici.
Quanto alla ridefinizione dei beni che rientrano nell’aliquota agevolata si partirà da un’apposita direttiva europea che il governo ha in programma di attuare in autunno. La legge Ue dà ai Paesi membri la possibilità di applicare aliquote ridotte a partire dal 5% a massimo 24 categorie di prodotti. Oltre a medicinali, generi alimentari e farmaceutici, si può ridurre l’Iva su: assorbenti (al momento già ridotta al 10%), contraccettivi, biciclette, libri, giornali e «il diritto d’ingresso a spettacoli, teatri, circhi, fiere».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti