Lagfin, holding lussemburghese della famiglia Garavoglia, in trattativa avanzata con l’Agenzia delle Entrate. Prevista entro fine anno la prima rata da €150 milioni.
La controversia fiscale che ha coinvolto la holding lussemburghese Lagfin, azionista di controllo di Campari, sembra avviarsi verso una soluzione. Secondo indiscrezioni riportate da Reuters e Bloomberg, la società della famiglia Garavoglia sarebbe in fase avanzata di negoziazione con l’Agenzia delle Entrate italiana per chiudere la questione con un pagamento complessivo di 400 milioni di euro, circa un terzo della somma originariamente contestata dalle autorità fiscali.
La notizia ha immediatamente impattato i mercati, con il titolo Campari che ha registrato un rialzo dell’1,19% a Piazza Affari, raggiungendo 5,76 euro a metà seduta, in controtendenza rispetto al calo dello 0,42% del Ftse Mib.
L’intesa transattiva prevede un pagamento rateale: la prima tranche da 150 milioni di euro dovrebbe essere versata entro la fine del 2025, utilizzando fondi già accantonati dalla holding. Il gruppo Campari ha ribadito di non essere direttamente coinvolto nella vicenda, che riguarda esclusivamente la sua controllante Lagfin.
L’indagine sulla exit tax e il sequestro
La vicenda affonda le radici in un’operazione di riorganizzazione societaria risalente a diversi anni fa. La Procura di Monza ha avviato un’indagine sulla exit tax, l’imposta dovuta quando una società trasferisce la propria residenza fiscale all’estero, contestando a Lagfin di non aver versato quanto dovuto in seguito all’assorbimento della sua controllata italiana Alicros S.p.A., la cassaforte della famiglia Garavoglia.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, questa fusione transfrontaliera avrebbe generato una plusvalenza superiore a 5,3 miliardi di euro, sulla quale sarebbe stata evasa un’imposta per 1,29 miliardi. La tesi della Procura sostiene che il trasferimento degli asset sia stato meramente formale, mentre la gestione effettiva delle attività sarebbe rimasta sostanzialmente invariata.
A ottobre 2024, al termine delle indagini, la Guardia di Finanza ha notificato un sequestro preventivo di azioni Campari per un valore equivalente a 1,29 miliardi di euro, detenute proprio da Lagfin, che ha sempre respinto ogni accusa di illecito.
Il sollievo degli analisti
Gli esperti di mercato hanno accolto con favore la prospettiva di un accordo definitivo. Gli analisti di Mediobanca, ad esempio, hanno commentato che l’intesa “può contribuire notevolmente a rimuovere il rischio percepito di eccesso: l’importo è relativamente piccolo e può essere pagato in rate successive, quindi le possibilità di una vendita forzata delle azioni Campari sono ora piuttosto basse”.
Anche Banca Akros si è espressa positivamente, definendo un accordo da 400 milioni “una notizia positiva per Campari, poiché eliminerebbe un elemento di incertezza che ancora grava sulla storia azionaria”.
Il timore principale degli investitori era infatti che Lagfin potesse essere costretta a liquidare parte della partecipazione in Campari per far fronte all’eventuale sanzione, con conseguenze negative sulla governance e sul valore del titolo.
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