Il calcolo delle tasse si complica con nuova Irpef, concordato preventivo, flat tax e decontribuzione

Nadia Pascale

11 Dicembre 2023 - 09:44

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Con l’introduzione delle nuove norme in materia di Irpef, concordato preventivo, flat tax, arriva anche il doppio calcolo delle imposte che complica la vita dei professionisti.

Il calcolo delle tasse si complica con nuova Irpef, concordato preventivo, flat tax e decontribuzione

Il passaggio da un regime fiscale a un altro è sempre molto complicato e la riforma fiscale che sta per arrivare promette molte difficoltà agli operatori del sistema, soprattutto per quanto riguarda il calcolo delle tasse, Irpef, concordato preventivo biennale, flat tax incrementale e deduzione costo del lavoro per nuove assunzioni.

Ecco i principali cambiamenti a cui far fronte con il doppio calcolo delle tasse.

Flat tax incrementale

I primi effetti importanti da tenere in considerazione sono quelli relativi all’introduzione, per il solo 2023, della flat tax incrementale prevista dall’articolo 1 commi da 55 a 57 della legge 197 del 2022, cioè legge di bilancio 2023.

La misura prevede la possibilità di applicare una tassazione sostitutiva Irpef al 15% per i redditi più elevati rispetto a quelli dichiarati negli anni dal 2020 al 2022, decurtata di un importo pari al 5% di quest’ultimo ammontare.

Chi decide di avvalersi della flat tax incrementale nel 2023 dovrà, quindi, provvedere a un doppio calcolo dell’Irpef con aliquote a scaglioni, utilizzando le aliquote previste per il 2023 e non quelle del 2024, e con aliquota sostitutiva al 15%. In questo caso sarà necessario anche determinare la base imponibile per la sola imposta sostitutiva.

Nuove aliquote Irpef per il 2024

Particolare preoccupazione vi è anche per l’entrata in vigore dal 2024 delle nuove aliquote Irpef a 3 scaglioni.
Le nuove aliquote saranno:

  • fino a 28.000 euro, 23%;
  • oltre 28.000 euro e fino a 50.000 euro, 35%;
  • oltre 50.000 euro, 43%.

A ciò si aggiunge la variazione della No Tax Area a 8.500 euro come per i pensionati e la rimodulazione delle detrazioni con franchigia per chi supera i 50.000 euro di reddito. Franchigia di 260 su spese per le quali è prevista la detrazione con aliquita al 19% che però non tocca le spese sanitarie.

In questo caso deve essere specificato che la nuova tassazione non avrà effetti sugli acconti 2024 da versare. Avrà invece effetto sul saldo.

Il doppio calcolo però rischia di essere in vigore anche per il 2025, infatti la riformulazione delle aliquote Irpef è attualmente prevista solo per il 2024 e non come misura strutturale, questo implica che anche nel 2025 si dovrà fare il doppio calcolo.

Naturalmente è solo un’ipotesi perché è molto probabile che con apposito provvedimento le nuove aliquote restino fissate anche per gli anni successivi.

Maxi deduzione costo del lavoro

La legge di bilancio 2024 prevede anche la maxi deduzione del costo del lavoro per le aziende che decidono di assumere. In poche parole il costo delle assunzioni dei lavoratori dipendenti dovrebbe essere dedotto dal reddito dell’azienda ai fini Ires.

La deduzione vale il 20% ed è portata al 30% nel caso in cui l’assunzione abbia come destinatari soggetti svantaggiati. Anche in questo caso si tratta di una misura temporanea, che incide sulle imposte sui redditi. Porta alla necessità di un doppio calcolo. Gli effetti della nuova disposizione sono però neutralizzati sugli acconti di giugno e novembre.

Concordato preventivo biennale

Appare diverso, invece, l’effetto della nuova tassazione con l’introduzione del Concordato Preventivo Biennale. Chi aderisce, accettando la proposta sarà vincolato a considerare l’incremento delle imposte, così come concordato, già a partire dal versamento degli acconti di giugno e novembre.

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# IRPEF

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