Il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, ha confermato l’aumento degli stipendi attraverso un nuovo taglio dell’Irpef. Ecco quanto spetta.
Nuovo bonus in busta paga sì, anzi no. Se ne parla da tempo ma a oggi non sono stati fatti ancora passi avanti in questa direzione per quanto sembra che il governo non abbia abbandonato l’idea di tagliare la seconda aliquota Irpef così da aumentare anche gli stipendi netti.
Nonostante non ce ne fosse notizia da un po’ si continua a lavorare sulla riduzione delle tasse per il ceto medio, come confermato dal sottosegretario, nonché viceministro, al ministero dell’Economia Maurizio Leo nel corso del suo intervento al Festival dell’Economia di Trento.
L’intenzione del governo era di arrivare a una tale misura già nell’estate 2025 ma le sue parole lasciano intendere altro: per quanto il taglio dell’Irpef sia ancora un obiettivo del governo, per far sì che un tal piano possa concretizzarsi devono incastrarsi diversi fattori, il che molto probabilmente ne rimanda l’attuazione.
Tanto che si inizia a guardare alla legge di Bilancio 2026 come l’occasione giusta per rivedere l’attuale sistema di scaglioni e aliquote e intervenire su quella fascia di persone che in questi anni non hanno beneficiato degli interventi di taglio del cuneo fiscale voluti dall’Esecutivo.
Ma di che bonus si tratta? Il fatto che fonti governative ne siano tornate a parlare ci obbliga ad approfondire questa misura facendo chiarezza su chi ne sarà interessato e sugli importi di riferimento. Ecco tutto quello che c’è da sapere, con un focus sulle risorse necessarie al raggiungimento di un tale traguardo.
Cos’è il bonus in busta paga che vuole introdurre il governo
La misura in oggetto prevede un taglio dell’Irpef, andando così a interessare non solo i lavoratori - pubblici, privati e autonomi - ma qualsiasi percettore di reddito, pensionati compresi.
Si tratta infatti di un intervento sull’Irpef, come quelli attuati nel recente passato: ricordiamo, infatti, che con la legge di Bilancio 2024 il governo ha ridotto le aliquote Irpef unendo primo e secondo scaglione e fissando una percentuale unica del 23%. Sulla base di questa operazione, oggi l’imposta dovuta è così calcolata:
- 23% per la parte di importo fino a 28.000 euro;
- 35% per la parte di importo fino a 50.000 euro;
- 43% per la parte di importo oltre i 50.000 euro. Sopra questa soglia c’è anche una minore detrazione per lavoro dipendente pari a 260 euro, andando così a sterilizzare gli effetti del taglio Irpef.
Questa operazione ha garantito un risparmio netto fino a un massimo di 260 euro l’anno (per chi guadagna almeno 28.000 euro). Ma per il governo non basta: sembrerebbe infatti che la prossima riforma fiscale andrà incontro ai lavoratori della classe media, per chi ha un reddito tra i 28.000 e i 50.000 euro (anche se Maurizio Leo non esclude che si possa portare l’asticella a 60.000 euro).
Il modo scelto è noto da tempo: tagliando anche l’aliquota del secondo scaglione, portandola dal 35% al 33%. Un’operazione che garantirà un ulteriore risparmio in busta paga per chi guadagna più di 28.000 euro (per quanto bisogna allontanarsi da questa soglia per beneficiare di importi più rilevanti).
Di quanto aumenta la busta paga con il nuovo bonus
Tagliando il secondo scaglione, e portandolo al 33%, vorrà dire che sulla parte di reddito compresa tra 28.000 e 50.000 euro si paga un 2% di imposta in meno rispetto a oggi. Calcolare quanto si risparmia è quindi molto semplice: basta considerare l’importo presente in questa fascia e moltiplicarlo per 0,02.
Ad esempio, chi guadagna 30.000 euro godrà del risparmio Irpef su soli 2.000 euro, il che significa che il vantaggio annuo è di appena 40 euro. Nella migliore delle ipotesi, quindi con un reddito di 50.000 euro di cui 22.000 euro in questo scaglione, il risparmio sarebbe invece di 440 euro l’anno, come indicato nella seguente tabella.
Reddito annuo lordo | Reddito mensile lordo | Importo tassato con l’aliquota del secondo scaglione | Risparmio annuo con aliquota del 33% | Risparmio mensile con aliquota del 33% |
---|---|---|---|---|
28.000 | 2.153,85 | 0 | 0,00 | 0,00 |
30.000 | 2.307,69 | 2.000 | 40,00 | 3,08 |
32.000 | 2.461,54 | 4.000 | 80,00 | 6,15 |
34.000 | 2.615,38 | 6.000 | 120,00 | 9,23 |
36.000 | 2.769,23 | 8.000 | 160,00 | 12,31 |
38.000 | 2.923,08 | 10.000 | 200,00 | 15,38 |
40.000 | 3.076,92 | 12.000 | 240,00 | 18,46 |
42.000 | 3.230,77 | 14.000 | 280,00 | 21,54 |
44.000 | 3.384,62 | 16.000 | 320,00 | 24,62 |
46.000 | 3.538,46 | 18.000 | 360,00 | 27,69 |
48.000 | 3.692,31 | 20.000 | 400,00 | 30,77 |
50.000 | 3.846,15 | 22.000 | 440,00 | 33,85 |
52.000 | 4.000,00 | 24.000 | 480,00 | 36,92 |
54.000 | 4.153,85 | 26.000 | 520,00 | 40,00 |
56.000 | 4.307,69 | 28.000 | 560,00 | 43,08 |
58.000 | 4.461,54 | 30.000 | 600,00 | 46,15 |
60.000 | 4.615,38 | 32.000 | 640,00 | 49,23 |
Come potete notare qui abbiamo analizzato gli effetti del taglio Irpef fino a 60.000 euro. Non è da escludere, infatti, che oltre a ridurre la quota Irpef ne venga anche spostato il limite di reddito portandolo appunto a 60.000 euro. In tal caso il risparmio massimo sarebbe di 640 euro l’anno, mentre sopra questa soglia il vantaggio fiscale potrebbe essere annullato.
Quando arriva questo bonus in busta paga?
“Se riusciamo ad abbassare l’aliquota dal 35% al 33% è un passo importante che dà una boccata d’ossigeno al ceto medio”: così il vice ministro all’Economia Maurizio Leo ha rilanciato le speranze di chi attende con ansia il riconoscimento di un nuovo bonus in busta paga attraverso il taglio dell’Irpef.
Tuttavia Leo non ha parlato di tempi, il che sembra di fatto escludere la possibilità che si possa arrivare a questo intervento già in estate come era stato anticipato nei mesi scorsi.
Serve che alcuni pezzi si incastrino, in quanto è comunque necessario trovare una copertura finanziaria a questa misura che da sola necessita di circa 5 miliardi di euro. Molto dipende dal concordato preventivo - per il quale ci sono buone premesse - come pure dei risultati della lotta all’evasione fiscale. C’è poi il “clearance fiscale” con le imprese da valutare, fermo restando che si potrà comunque utilizzare il miliardo (e poco più) raccolto con la gara del Lotto.
Ma appunto c’è da aspettare e questa non è una buona notizia: secondo le ultime indiscrezioni, infatti, sembra che per il nuovo taglio dell’Irpef - e di conseguenza per l’annesso bonus in busta paga - bisognerà attendere il 2026, visto che le risorse necessarie saranno stanziate nella prossima legge di Bilancio.
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