Busta paga, beffa aumento di stipendio: chi rischia di perdere più di 1.000 euro

Simone Micocci

15 Novembre 2023 - 13:56

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Busta paga, attenzione agli aumenti di stipendio: superando la soglia di 35 mila euro si perdono circa 1.200 euro netti.

Busta paga, beffa aumento di stipendio: chi rischia di perdere più di 1.000 euro

Lo sgravio contributivo potrebbe scoraggiare gli aumenti di stipendio: oltrepassando la soglia massima entro cui si può godere del bonus, c’è il rischio infatti di guadagnare meno rispetto a quanto percepito in assenza di aumento.

La ragione sta nel fatto che per lo sgravio contributivo non sono previste fasce di garanzia: non ci sono tutele per coloro che solamente per pochi euro superano la soglia massima prevista per accedere all’agevolazione che ricordiamo essere pari a 1.923 euro lordi mensili per la decontribuzione del 7% e a 2.692 euro per quella del 6%.

Ciò significa che quando si è vicini a una delle due soglie l’aumento di stipendio potrebbe non essere conveniente, in quanto paradossalmente si rischia di avere un netto più basso rispetto a quello inizialmente percepito.

Un problema che di fatto è di facile risoluzione quando si tratta di aumenti liberamente decisi dal datore di lavoro, il quale può appunto evitare così da scongiurare la beffa per il lavoratore; non lo è invece per tutti quegli incrementi automatici già previsti da contratto, come nel caso degli avanzamenti di carriera, dove non ci si può esimere da uno scatto di stipendio che potrebbe essere alquanto svantaggioso per il dipendente.

Bonus busta paga, nessuna fascia di garanzia per il lavoratore

Come anticipato, il bonus in busta paga riconosciuto grazie allo sgravio contributivo non ammette deroghe: superata la soglia prevista anche di un solo euro si perde il diritto all’intera agevolazione.

Nel dettaglio, l’importo lordo deve essere di massimo 1.923 euro al mese per godere di un’aliquota contributiva ridotta del 7%, pari quindi al 2,19% nel privato e all’1,80% nel pubblico impiego.

Già con uno stipendio lordo di 1.924 euro si applica invece un’aliquota ridotta solamente del 6%, quindi del 3,19% nel privato e del 2,80% nel pubblico. Ciò vale però solamente entro la soglia dei 2.692 euro lordi mensili, oltre la quale torna ad applicarsi l’aliquota contributiva piena rispettivamente del 9,19% e dell’8,80%.

A tal proposito, è bene specificare che per quantificare il reddito si prende in considerazione tutto il reddito imponibile scomputato del rateo di tredicesima. Ciò significa che ad esempio si tiene conto della quattordicesima mensilità, ragion per cui molti lavoratori non hanno beneficiato del bonus nel mese di luglio quando a causa della retribuzione aggiuntiva è stato semplice superare le suddette soglie.

Quanto si perde superando le soglie previste per beneficiare del bonus

A tal proposito, di seguito trovate una tabella dove è indicato il risparmio netto garantito dallo sgravio contributivo a seconda della singola fascia di reddito, ricordando che nel 2024 il bonus spetterà solamente su dodici mensilità (tredicesima esclusa).

Retribuzione lorda Aumento mensile netto Aumento complessivo 2024 (esclusa la tredicesima)
10.000 euro 44,92 euro 539,04 euro
12.500 euro 56,15 euro 673,80 euro
15.000 euro 67,38 euro 808,56 euro
17.500 euro 67,22 euro 806,64 euro
20.000 euro 76,82 euro 921,84 euro
22.500 euro 86,42 euro 1.037,04 euro
25.000 euro 96,03 euro 1.152,36 euro
27.500 euro 90,54 euro 1.086,48 euro
30.000 euro 90,49 euro 1.085,88 euro
32.500 euro 91,52 euro 1.098,24 euro
35.000 euro 98,56 euro 1.182,72 euro

Chi quindi ha una RAL pari, o comunque vicina (ma non più alta) di 35 mila euro deve sperare che non ci siano aumenti di stipendio all’orizzonte: superando questa soglia, infatti, si perdono quasi 1.200 euro l’anno, soldi che rischiano di essere compensati solo in parte dall’aumento di stipendio.

Lo stesso vale per chi si trova intorno alla soglia dei 25 mila euro di reddito. Mettiamo ad esempio a confronto uno stipendio di 1.923 euro con uno da 1.930 euro: il primo versa solo il 2,19% di contributi, pari quindi a 42,11 euro, mentre il secondo il 3,19%, pari a 61,56 euro. A fronte di un aumento di appena 7 euro, quindi, si versano circa 20 euro in più di contributi, con il netto in busta paga che potrebbe quindi risultare più basso rispetto a chi invece guadagna poco meno.

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