Buoni pasto, in arrivo l’aumento dei vantaggi fiscali per i lavoratori

Nadia Pascale

5 Settembre 2025 - 08:59

Buone notizie per i lavoratori, presto potrebbe arrivare l’aumento della detassazione dei buoni pasto riconosciuti dalle aziende. Maggiori vantaggi fiscali per i contribuenti.

Buoni pasto, in arrivo l’aumento dei vantaggi fiscali per i lavoratori

Nella Legge di Bilancio 2026 potrebbe arrivare l’aumento dell’esenzione fiscale per i buoni pasto (ticket restaurant) riconosciuti ai lavoratori. Verrebbe aumentata la soglia di esenzione dal reddito. In breve, su queste somme non si pagano tasse.

L’obiettivo del Governo è, tra gli altri, aumentare il potere di acquisto dei lavoratori e, a fronte di tagli alle detrazioni fiscali entrati in vigore nel 2025 e che arriveranno al massimo dell’effetto nella dichiarazione 2026, sono previste ulteriori misure di vantaggio. Tra quelle annunciate c’è l’aumento delle esenzioni per i buoni pasto, o ticket, che dovrebbe rientrare nella manovra 2026 e contribuire a ridurre l’Irpef.

La proposta di legge arriva dalla senatrice Paola Mancini, esponente di Fratelli d’Italia, e prevede l’innalzamento della soglia di esenzione fiscale per i buoni pasto elettronici da 8 euro a 10 euro.

Ecco cosa cambia se viene approvata la riforma dei buoni pasto, o ticket restaurant, con aumento della soglia di esenzione dal reddito.

Limiti esenzione dal reddito dei buoni pasto

Attualmente la normativa prevede che i buoni pasto debbano confluire nel reddito del lavoratore, ma se gli stessi sono riconosciuti alla generalità dei lavoratori o a categorie eterogenee di dipendenti non generano redditi imponibili. Di fatto sono del tutto equiparati alla mensa aziendale che non viene conteggiata nella retribuzione. In poche parole, il buono pasto riconosciuto alla generalità dei dipendenti rappresenta un’indennità sostitutiva della mensa.

La normativa prevede però dei limiti. In particolare i buoni pasto:

  • se cartacei non contribuiscono alla formazione del reddito fino al limite di 4 euro per ogni buono;
  • se in formato elettronico non concorrono alla formazione del reddito per un importo fino a 8 euro.

Questa la disciplina attuale, se venisse approvata la riforma ora vista, nel secondo caso l’importo che non concorrerebbe alla formazione del reddito potrebbe essere innalzato a 10 euro. L’obiettivo è innalzare il beneficio tenendo in considerazione l’inflazione.

Buoni pasto e fringe benefit, vantaggi per l’azienda

I buoni pasto elargiti alla generalità dei lavoratori (quindi non con carattere premiale) non sono considerati compensi al pari dei fringe benefit quindi non sono sottoposti al limite previsto per questa categoria che è pari a 258 euro l’anno, soglia innalzata a 1.000 euro per la generalità dei lavoratori e a 2.000 euro per i lavoratori con figli.

Per le aziende l’erogazione dei buoni pasto rappresenta un vantaggio in quanto sono dei costi, il loro valore viene quindi portato in deduzione dalla base imponibile ed è come se fiscalmente non avessero valenza.

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