Btp Italia rende il 20%: è davvero così?

Violetta Silvestri

08/03/2023

08/03/2023 - 12:20

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Quanto può rendere il Btp Italia con scadenza a marzo 2028? Il rendimento può davvero raggiungere il 20%? Alcune considerazioni per i risparmiatori.

Btp Italia rende il 20%: è davvero così?

Prosegue l’emissione del Btp Italia indicizzato all’inflazione arrivato alla sua diciannovesima tranche e collocato dal 6 al 9 marzo.

La domanda più ricorrente tra gli investitori che si avvicinano a questo strumento riguarda, ovviamente, il possibile rendimento che si può ottenere: può arrivare anche al 20% nella durata dei cinque anni?

Un confronto e un’analisi con le diverse emissioni del titolo di Stato indicizzato al carovita aiutano a dare una risposta. Quanto può rendere, davvero, il Btp Italia con scadenza a marzo 2028?

Btp Italia può rendere il 20%? Analisi e previsioni

La caratteristica del Btp Italia indicizzato all’inflazione, che ne definisce la reale appetibilità tra gli investitori, risiede nel fatto che ogni semestre la cedola che si riceve è maggiorata con il recupero della perdita di potere di acquisto calcolato nel periodo di riferimento. In sostanza, si copre il rendimento dall’inflazione (che solitamente erode redditi, investimenti, salari).

Per questo, in periodo di crescita dell’indice dei prezzi come quello attuale, queste obbligazioni particolari sono considerate molto interessanti.

Da specificare che l’inflazione presa in riferimento è l’indice Foi, che considera i prezzi al consumo per operai e impiegati al netto dei tabacchi. Cosa succede, quindi, con i Btp Italia indicizzati all’inflazione?

Ogni 6 mesi, viene calcolata la variazione dell’indice dei prezzi nello stesso arco di tempo e se essa è cresciuta (quindi se l’inflazione è aumentata), quella variazione viene sommata sia alla cedola in pagamento, sia al capitale nominale investito.

Essendo stato emesso a marzo 2023, il Btp Italia di cui stiamo parlando staccherà la prima cedola a settembre 2023. Se nel periodo, l’indice dei prezzi registrerà un +10%, al risparmiatore verrà corrisposta una cedola più alta nella stessa misura e un importo pari al 10% del capitale nominale sottoscritto.

Facendo un altro esempio, consideriamo che l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati, al netto dei tabacchi per il 2023 potrebbe stabilirsi a circa il 5%. Questo significa che il rendimento nell’anno, su base annua, potrà essere compreso tra il 7 e l’8%.

Fin dove può arrivare il rendimento lordo del Btp Italia indicizzato all’inflazione e con scadenza marzo 2028? La risposta, ovviamente, dipende molto dall’andamento dei prezzi vista la caratteristica di questo strumento obbligazionario agganciato all’indice inflazionistico nel calcolare la cedola.

Si può ottenere il 20%? La possibilità c’è, se analizzano gli andamenti precedenti. Per esempio, il Btp Italia di aprile 2015 e con scadenza aprile 2023 che ha un rendimento lordo di oltre il 20%: se un risparmiatore ha investito 1.000 euro al momento della sottoscrizione, ad aprile potrà ottenere 210 euro lordi in più.

Con due ultime considerazioni da fare: per avere un maggiore rendimento è bene tenere il titolo sottoscritto fino a scadenza, così da ricevere il premio fedeltà dello 0,8% del capitale investito. E poi, ovviamente, molto dipenderà dalla volatilità dell’inflazione, calcolando che potrebbero esserci anche periodi di disinflazione.

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