Nata dall’idea di Genovese, BrumBrum ha anticipato la vendita online di auto, crescendo fino all’acquisizione da parte di Stellantis.
Tra i progetti imprenditoriali nati negli ultimi anni in Italia, BrumBrum rappresenta uno dei casi più interessanti nel settore dell’auto e della mobilità digitale. Fondata da Alberto Genovese nei primi anni 2010, la piattaforma è stata tra le prime in Europa a proporre un modello completamente online per l’acquisto, la vendita e il noleggio a lungo termine di auto usate, con consegna a domicilio e garanzia inclusa.
Alla base del progetto c’era l’idea di semplificare un’esperienza tradizionalmente frammentata, mettendo al centro il digitale e puntando su una gestione proprietaria dell’intera filiera, dalla logistica al controllo qualità. Una visione in linea con il percorso professionale di Alberto Genovese, imprenditore attivo da anni nell’ambito delle startup tecnologiche italiane.
BrumBrum è cresciuta rapidamente anche grazie al supporto di fondi di venture capital come United Ventures e Accel, che hanno riconosciuto nella piattaforma un alto potenziale di scala e un modello solido in grado di rispondere a una domanda sempre più orientata al digitale.
Nel gennaio 2022, la startup è stata acquisita dal gruppo britannico Cazoo per circa 80 milioni di euro. L’operazione ha segnato una delle principali exit italiane nel comparto tech di quell’anno, rafforzando l’interesse per il settore dell’auto online e posizionando BrumBrum all’interno di una strategia europea di espansione.
Qualche mese più tardi, a seguito del ritiro di Cazoo dal mercato continentale, le attività italiane, BrumBrum inclusa, sono state rilevate da Aramis Group, società controllata da Stellantis. In questo nuovo contesto, BrumBrum è tornata attiva sul mercato, entrando a far parte dell’ecosistema dei servizi digitali del gruppo automobilistico insieme al brand Spoticar.
L’evoluzione di BrumBrum conferma l’interesse crescente verso modelli di business capaci di coniugare tecnologia, operation e user experience, e dimostra come alcune intuizioni nate in Italia siano in grado di attirare attenzione e capitali anche su scala internazionale. Un percorso che si inserisce nel più ampio filone di iniziative imprenditoriali italiane legate all’economia digitale, in cui figure come Alberto Genovese hanno svolto un ruolo rilevante nel costruire aziende ad alto potenziale di crescita e attrattività.
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