Borghi e Bagnai rispondono a Tremonti. Perché dire no agli eurobond

Laura Naka Antonelli

27 Giugno 2025 - 15:21

“No, grazie”: così Claudio Borghi all’appello sugli eurobond lanciato dall’ex ministro Tremonti. Bagnai: “Lega sarà sempre contraria a proposte di debito comune”.

Borghi e Bagnai rispondono a Tremonti. Perché dire no agli eurobond

Ma anche no, o meglio: “No, grazie”. Così in una nota il senatore della Lega Claudio Borghi commenta l’opzione del lancio degli eurobond, materia spinosa che divide l’Europa da anni.

A pensarla allo stesso modo il deputato e responsabile del dipartimento Economia della Lega Alberto Bagnai, che sottolinea come “la Lega sarà sempre contraria a proposte di debito comune”.

Rispondono praticamente così i due esponenti della Lega Borghi e Bagnai alla proposta dell’ex ministro dell’Economia Giulio Tremonti che, in una intervista rilasciata a Il Corriere della Sera e pubblicata oggi, ha affermato che proprio questo è il momento di varare gli eurobond, “altrimenti si lede l’idea stessa di Europa”.

Tremonti dice sì agli eurobond, “la novità è la guerra”. Per non ledere “l’idea stessa di Europa”

Il motivo per cui l’adozione degli eurobond sarebbe necessaria sarebbe secondo Tremonti sotto gli occhi di tutti: finanziare quelle spese per la difesa pari al 5% del PIL su cui la NATO ha appena raggiunto un accordo.

La novità è la guerra in Ucraina. La guerra in Europa. E così torna in scena anche Maastricht. Il Trattato intitolato di ‘stabilità e crescita’ che per decenni è stato letto ‘stabilità senza crescita’. Ora lo scenario è diverso: occorre combinare una maggior spesa con una diversa forma di stabilità, o serietà, di bilancio. Non più solo economica. Il sistema di Bruxelles si basa sui conti aritmetici basati sui dati Eurostat. Il sistema dell’Aia si basa sul controllo delle grandi voci, con un’analisi non millimetrica ma basata sui capability target, la verifica della possibilità concreta di mantenere gli impegni. Ogni anno si dovrà verificare quanto serve, che gli investimenti siano effettivi ed efficaci sul piano industrial-militare”.

Questo, ha spiegato Tremonti, in una situazione in cui “dagli anni 50, quando ha preso forma la NATO, tutto è cambiato: la Germania allora non poteva armarsi, la difesa era tutta americana ”.

Ma “ora si apre la grande questione sugli armamenti in Europa e per tutti gli Stati europei”.

Tremonti ha ricordato che la questione degli eurobond che - vale la pena di sottolineare, sono stati continuamente promossi in particolare dall’ex presidente della BCE ed ex presidente del Consiglio Mario Draghi e dal governatore di Bankitalia Fabio Panetta - risale al 2003, anno in cui la questione venne posta “nel semestre di presidenza italiano, con la proposta di eurobond per le infrastrutture e la difesa europei”.

In realtà, quello del debito comune è un discorso che affonda le sue radici ancora più indietro nel passato, per la precisione, ha ricordato l’ex ministro, nel 1971, quando “Jean Monnet” - (che l’UE stessa ricorda nel suo sito di essere politico e consulente economico francese, sempre stato un fervente sostenitore dell’integrazione europea - aveva posto “il collegamento tra moneta e difesa, nel senso che “non puoi avere l’una senza l’altra”.

Eurobond dunque come soluzione in quanto con questo strumento finanziario “ riesci a fare la spesa militare davvero ed eviti le divisioni ”. Una necessità, per Tremonti, che coincide con la stessa idea dell’Europa.

Di conseguenza, è l’avvertimento dell’ex ministro dell’Economia e delle Finanze dei governi Berlusconi in diverse occasioni - dal 1994 al 1995, dal 2001 al 2004, dal 2005 al 2006, e dal 2008 al 2011 - “se l’UE non si sviluppa di fronte a una questione del genere, allora è un problema: ledi l’idea stessa di Europa ”.

Insomma, secondo Tremonti “ gli eurobond sul piano politico realizzano davvero l’idea dell’Europa ”.

Ma Borghi e Bagnai non ci stanno affatto e spiegano in modo chiaro le ragioni del loro no.

No agli eurobond, Borghi cita PNRR e spread

Così in particolare il senatore della Lega Claudio Borghi:

“A margine dei colloqui UE e in sede NATO stanno riemergendo suggestioni che si sperava fossero state accantonate da tempo, quali quella degli eurobond. Tocca ricordare che il debito europeo non sono soldi in omaggio o pagati da qualcun altro. Si tratta sempre di debito italiano con due problemi enormi in più rispetto ai normali buoni del tesoro: deve essere ripagato, interessi inclusi, alla UE e non ai cittadini italiani e consente alla UE di decidere le modalità della nostra spesa nonché di imporre eurotasse, se mai dovesse sbagliare i conti, come avvenuto con il PNRR”.

Di conseguenza, Borghi scrive che “non si capisce quindi quale possa essere la convenienza di una simile operazione in un momento in cui anche grazie all’azione del governo il nostro spread è sostanzialmente uguale a quello che sui mercati otterrebbero questi fantomatici eurobond ”.

Il senatore rincara la dose: “ La Lega si opporrà sempre a ulteriori cessioni di sovranità, sia che si parli di esercito comune sia che si ipotizzi nuovo debito comune. Ricordiamo che come Paese contributore netto della UE non solo pagheremmo il nostro riarmo ma anche quello degli altri. No, grazie ”.

Bagnai, “Lega sempre contraria a proposte di debito comune come ad altre cessioni di sovranità”

Fermo sul no agli eurobond anche l’economista della Lega Alberto Bagnai: “Le proposte avanzate sull’onda emotiva di una emergenza vanno valutate con estrema cautela. Il ’fate presto!’ che annunciò il governo Monti costò al Paese due anni di recessione. Finanziare la difesa europea con gli eurobond è una proposta apparentemente logica ma molto insidiosa ”.

Anche Bagnai cita il PNRR: “ Il precedente del PNRR dimostra che le istituzioni europee non sono in grado di gestire il debito comune in modo efficiente , e scaricano il costo dei loro errori sui contribuenti degli Stati membri”.

Dunque no, e ancora no: “Il risultato della creazione di debito comune sarebbe solo quello di attribuire alla Commissione europea ulteriore capacità impositiva, sottraendola agli Stati membri: un gigantesco esempio di taxation without representation ”: quando invece, sottolinea l’economista, “la Lega vuole avvicinare le decisioni ai cittadini, non allontanarle, e quindi sarà sempre contraria a proposte di debito comune come ad altre cessioni di sovranità ”.

Quel voto contrario della Lega nel 2020 quando Salvini disse: “Eurobond significa eurotasse”

Le dichiarazioni di Borghi e Bagnai contro gli eurobond non sono affatto una novità.

La Lega di Matteo Salvini si è opposta infatti sempre alla emissione di debito comune. Basta ricordare quanto avvenne nel 2020, quando un emendamento presentato dai Verdi europei volto alla creazione degli eurobond in piena crisi di pandemia Covid-19 e volto a finanziare la crisi scatenata dal coronavirus con l’emissione di titoli di debito comune non passò, soprattutto per i voti contrari di Lega e Forza Italia.

Così avevano spiegato il loro no alla proposta dei Verdi europei gli europarlamentari della Lega Marco Zanni, presidente gruppo Identità e democrazia (Id), e Marco Campomenosi, capo delegazione della Lega al Parlamento europeo:

“Rivendichiamo che noi, a differenza del M5s e di Conte che cambiano ogni settimana idea sull’argomento, non siamo mai stati a favore dello strumento Coronabond, che corrisponderebbe alla totale cessione di sovranità all’UE. Anzi, indichiamo sin dal principio la proposta più semplice, ovvero un ruolo più attivo da vero prestatore di ultima istanza della BCE per comprare BTP. Una proposta che M5s e PD, sostenitori della Von der Leyen, della Lagarde e sempre più inginocchiati al volere di Bruxelles e Berlino, colpevolmente non hanno mai voluto discutere, troppo impegnati a inseguire soluzioni inutili e dannose per gli italiani: Eurobond significa eurotasse, rinunciare alla sovranità fiscale, consegnare le chiavi di casa a Germania e Troika.”

Il leader della Lega Matteo Salvini si era così espresso: “ Abbiamo votato contro gli Eurobond perché è debito . Qualcuno dice indebitiamoci con Pechino, qualcuno dice indebitiamoci con l’Europa ed Europa fa rima con Berlino... Mi riferisco a tutto quello che finisce in bond, James Bond... Io preferisco tenercelo noi il nostro patrimonio per la ricostruzione del Paese”.

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