L’amianto è pericoloso per la salute, nella maggior parte dei casi nei siti in cui è ancora in uso è logorato a causa del trascorrere del tempo, ecco come approfittare del bonus rimozione amianto.
Si può bonificare un’area con il bonus rimozione amianto e a quanto ammonta il contributo ottenibile?
Sebbene l’amianto sia ormai non più utilizzabile, in Italia e ancora presente in molti siti. La rimozione e lo smaltimento dell’amianto purtroppo sono operazioni costose, vediamo a breve anche i costi, ma un importante aiuto può arrivare dalle detrazioni fiscali che consentono di ottenere fino al 50% della spesa sostenuta. A fornire importanti chiarimenti in merito è l’Agenzia delle Entrate in una risposta a un contribuente lasciata sul sito FiscoOggi.
Vediamo nel dettaglio quanto si può ottenere con la detrazione per la rimozione dell’amianto.
Quali detrazioni per la rimozione dell’ amianto?
I chiarimenti in merito allo smaltimento dell’amianto arrivano direttamente dall’Agenzia delle Entrate che risponde a un contribuente che chiede
Vorrei sapere se sono detraibili le spese per la rimozione e sostituzione di eternit da un’unità facente parte dell’abitazione principale appena acquistata
L’Agenzia precisa che si conferma la detraibilità dalle imposte sui redditi della spesa sostenuta per la bonifica dell’amianto. Trova applicazione l’articolo 16-bis, comma 1, lett l del TUIR. Sottolinea che la detrazione spetta anche nel caso in cui la bonifica dell’amianto non sia correlata a ulteriori interventi edilizi.
La prima cosa da sottolineare è che nel 2025 inizia a diventare sempre più stringente la stretta sulle detrazioni fiscali correlate ai bonus edilizi.
Dal 1° gennaio 2025 il bonus ristrutturazione viene riconosciuto con aliquota al 50% solo per le abitazioni principali, mentre per le seconde case la percentuale scende al 36%. É bene però affrettarsi perché la detrazione al 50% per i lavori relativi all’abitazione principale, tra cui la rimozione dell’amianto, è valida per i lavori eseguiti dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2025. La spesa massima agevolabile resta fissata per il 2025 e relativamente alla prima abitazione a 96.000 euro.
A partire dal 1° gennaio 2026 anche l’aliquota di agevolazione prevista per l’abitazione principale diminuisce al 36%. Per le ulteriori abitazioni scende, invece, al 30%.
Continua a essere in vigore il blocco della cessione del credito e dello sconto in fattura, si possono quindi ottenere solo le detrazioni correlate alla propria capienza fiscale.
Non trovano, invece, applicazione le norme sul Superbonus in quanto la rimozione dell’amianto non può essere considerata un intervento di efficientamento energetico.
Come ottenere il bonus amianto per rimozione e smaltimento amianto
Per ottenere del detrazioni fiscali per la rimozione dell’amianto è necessario prestare attenzione al pagamento che deve essere effettuato con strumenti tracciabili, ad esempio un bonifico. Il pagamento non può avvenire in contanti. Per quanto riguarda la causale occorre indicare «bonifico per detrazioni previste dall’ articolo 16-bis del DPR 917/1986». Il codice fiscale di chi effettua il bonifico deve coincidere con il beneficiario della detrazione fiscale.
Nella compilazione del modello 730 le detrazioni per le spese inerenti la detrazione dell’amianto devono essere indicate del quadro E, rigo E41 “spese per interventi di recupero del patrimonio edilizio.”
Si ricorda che per le imprese, ad esempio nel caso in cui l’amianto sia ubicato in capannoni aziendali, per la rimozione è possibile utilizzare il bando Isi Inail che finanzia interventi volti a migliorare la salubrità e la sicurezza nell’ambiente di lavoro. Il bando Isi Inail è pubblicato annualmente. L’edizione 2025 già si è svolta.
Perché viene riconosciuto il bonus rimozione amianto?
L’amianto è un materiale molto utilizzato in passato per la realizzazione di capannoni, industrie, ma anche per i tetti delle abitazioni civili e per i treni. Il motivo di tale uso massivo è nell’economicità del prodotto e nell’elevato isolamento termico. Sembrava la soluzione economica e versatile per tanti problemi.
Il divieto di installazione di amianto successivo è dovuto ai problemi causati alla salute umana. La pericolosità è però strettamente correlata allo sfaldamento dell’amianto le cui fibre possono pesantemente danneggiare i polmoni provocando il mesotelioma, un cancro raro che colpisce le membrane che rivestono il torace. Le fibre di amianto inalate possono, inoltre, causare tumori al polmone, laringe e ovaio.
Nonostante la conclamata pericolosità, in Italia non vi è l’obbligo di rimuovere l’amianto proprio perché la pericolosità è legata solo allo sfaldamento delle fibre. Ne consegue che le spese per la rimozione e lo smaltimento volontario restano a carico dei proprietari.
In genere il prezzo dello smaltimento è di circa 20-25 euro al mq. Il prezzo può aumentare nel caso in cui sia necessario procedere anche all’incapsulamento, cioè quando le fibre sono rovinate, il rischio di “contaminazione” elevato e, quindi, per la rimozione e lo smaltimento in sicurezza risulta necessario procedere all’incapsulamento. Il solo incapsulamento può costare fino a 35 euro al mq. Ci sono poi le operazioni di pulizia del sito successive che devono essere effettuate da personale specializzato.
Si calcola che in Italia vi sono ancora 40 milioni di tonnellate amianto potenzialmente pericoloso, per i proprietari che vogliono rimuoverlo vi sono regole ferree da rispettare. La rimozione deve essere effettuata da ditte autorizzate che adottano severi protocolli per evitare il danneggiamento e conseguenti danni alla salute. Ecco perché le detrazioni fiscali previste per la rimozione e lo smaltimento dell’amianto sono molto interessanti.
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