Bonus casa con detrazione a 5 anni, chi ci rimette?

Patrizia Del Pidio

23 Settembre 2025 - 11:32

Accorciare i tempi di recupero delle detrazioni edilizie da 10 a 5 anni potrebbe portare un reale svantaggio per moltissimi contribuenti. Vediamo cosa potrebbe accadere.

Bonus casa con detrazione a 5 anni, chi ci rimette?

Si continua a lavorare alla Legge di Bilancio 2026 e una delle proposte avanzate per rendere più appetibili i bonus casa è quella di ridurre da 10 a 5 anni l’arco temporale in cui recuperare le detrazioni. I tagli previsti ai bonus edilizi per le ristrutturazioni e le migliorie degli immobili rischiano di portare una stagnazione nel settore edile e proprio per questo si sta pensando di prorogare l’aliquota di detrazione al 50% anche per il 2026 prevedendo, contestualmente, la riduzione del periodo in cui si recupera il beneficio fiscale.

Lo scopo è quello di rendere più appetibile ricorrere ai bonus per incentivare gli italiani a migliorare gli immobili, soprattutto dal punto di vista delle prestazioni energetiche: questo avvicinerebbe l’Italia all’obiettivo fissato dalla direttiva Ue per le case green. Ma non sempre gli interventi ipotizzati sono un vantaggio per tutti i cittadini.

Detrazioni in 5 anni per i bonus casa

In base a quanto previsto dalla Legge di Bilancio 2025, a partire dal 1° gennaio una sforbiciata ridurrà le aliquote di detrazioni previste per chi ristruttura o effettua interventi di efficientamento energetico sull’immobile.al 36% per le abitazioni principali (–14 punti) e al 30% per le seconde case (–6 punti)

Un taglio così importante delle aliquote di detrazione avrà sicuramente un costo minore per le casse dello Stato, ma si deve considerare che con ogni probabilità non invoglierà a effettuare interventi sugli immobili, se non quando è strettamente necessario. Proprio per questo motivo, per non portare alla stagnazione un settore fondamentale per l’economia italiana, si sta pensando di prorogare l’aliquota al 50% anche per il prossimo anno, prevedendo contestualmente il recupero delle detrazioni in 5 anni anziché in 10.

Detrazioni in 5 anni, chi ci rimette?

Velocizzare i tempi per il recupero delle detrazioni sicuramente può essere una buona idea per rendere appetibili gli interventi di migliorie sulla casa, ma solo per i redditi medio alti. Con i tempi più corti, infatti, si garantisce annualmente un rientro più corposo, così che il contribuente potrà vedere concretamente il rimborso già dal primo anno. Il correttivo, però, potrebbe essere nettamente svantaggioso per i redditi più bassi a causa della mancanza di capienza fiscale.

Il problema per chi ha una soglia di capienza fiscale bassa è che accorciando i tempi di recupero delle detrazioni il rischio è che l’imposta da versare possa non essere sufficiente ad assorbire completamente il rimborso riconosciuto ogni anno. In questo caso la parte che non si riesce a detrarre per incapienza è perduta.

Il problema, che oggi riguarda soltanto coloro che hanno redditi molto bassi (incapienti totali) e coloro che hanno scelto il regime forfettario, con un accorciamento degli anni da 10 a 5 potrebbe riguardare anche coloro che con la detrazione decennale riescono a recuperare tutto il beneficio spettante. La conseguenza potrebbe essere che pur avendo sostenuto spese agevolabili al 50% si finisca per recuperare una detrazione molto inferiore a quella spettante.

Facciamo un esempio pratico per capire. Un lavoratore dipendente esegue lavori in casa per 96.000 euro e gli spetta una detrazione di 48.000 euro da spalmare in 10 anni con un risparmio sull’Irpef di 4.800 euro l’anno. Per poter recuperare l’intera detrazione, quindi, per 10 anni l’imposta dovuta, già al netto delle detrazioni da lavoro dipendente, deve essere superiore a 4.800 euro.

Se si dimezzano i tempi in 5 anni sarà necessaria un’imposta netta di 9.600 euro l’anno per ammortizzare l’intera detrazione, quindi sarebbe auspicabile che la riduzione fosse lasciata alla scelta del singolo contribuente.

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