Fervono i lavori per la nuova PAC, tra le ipotesi allo studio un tetto di 100.000 euro per i bonus agricoltura elargiti alle aziende agricole.
La nuova PAC (Politica Agricola Comune Cosa) fa discutere, tra le novità che potrebbero presto diventare realtà c’è il tetto di 100.000 euro di bonus agricoltura per singola azienda.
Come cambiano i bonus agricoltura nei prossimi anni? Sta scatenando numerose polemiche il nuovo fondo PAC a causa delle riduzioni dei fondi, ma soprattutto della proposta di ridurre gli importi massimi erogabili ponendo un tetto, decisione contrastata soprattutto dalle attività più grandi che di fatto ricevono la maggior parte degli aiuti.
Cosa prevede la proposta della Commissione per il Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2028/2034?
Non si tratta del piano definitivo, infatti, c’è ancora spazio per le trattative, la nuova PAC deve essere approvata entro il 2027 e mancano ancora passaggi fondamentali, cioè l’approvazione a maggioranza del Parlamento europeo e l’approvazione all’unanimità da parte degli Stati Membri.
In base alle previsioni nel periodo dal 2028 al 2034 dovrebbero essere distribuiti 2 miliardi di euro. L’obiettivo è quello di riuscire a reperire risorse attraverso entrate stabili, che a breve vediamo, e quindi senza pesare sulle economie degli Stati Membri.
Ecco la nuova PAC 2028-2034 e le novità sui bonus agricoltura con tetto a 100.000 euro per le singole aziende.
Gli obiettivi della nuova PAC: semplificazione, flessibilità, sicurezza alimentare, competitività
La PAC è la Politica Agricola Comune prevede aiuti agli agricoltori degli Stati Membri, gli stessi sono calibrati in base alla tipologia di attività condotta, ad esempio coltivazione dei terreni o allevamenti e in base alla tipologia di allevamento o di coltivazione, gli agricoltori possono accedere a diverse misure di sostegno.
Gli aiuti PAC sono uno strumento volto ad aiutare gli agricoltori a ottenere un reddito soddisfacente in questo modo si evita l’abbandono di questo essenziale settore economico che spesso è caratterizzato da forti perdite dovute ai cambiamenti climatici. Proprio per questo il contrasto al cambiamento climatico, tutela della biodiversità e risparmio idrico sono stati al centro della PAC 2023-2027.
Il Piano 2028-2034 presentato da Von Der Leyen ha obiettivi altrettanto importanti, mira all’indipendenza energetica, competitività, sicurezza alimentare, migrazione e politiche sociali.
Gli obiettivi sono importanti perché gli agricoltori ricevono aiuti a condizione che adottino delle strategie che mirano a raggiungere gli obiettivi. Ad esempio, nella PAC 2023-2027 molti aiuti erano volti alla riduzione del consumo idrico, tutela della biodiversità, riduzione uso antibiotici… Anche nella nuova PAC gli aiuti sono condizionati: il sostegno al reddito sarà vincolato al raggiungimento degli obiettivi nell’ambito delle misure ambientali, del sostegno ai nuovi agricoltori e al cambio generazionale e a strumenti di gestione del rischio.
Le risorse della nuova PAC
Il nuovo piano PAC prevede una semplificazione delle procedure e una maggiore competitività e specificità di piani, riforme e investimenti, costruiti ad hoc sulle esigenze del territorio, così da avere un impatto rapido e mirato.
Per gli Stati Membri ci sono brutte notizie, infatti, è destinato ad aumentare il contributo economico da devolvere alla PAC: il contributo al budget richiesto è aumentato dall’attuale 1,1% del reddito nazionale lordo annuo, RNL, a circa l’1,26% del RNL.
C’è allo stesso tempo una riduzione del 20% dei fondi disponibili, quindi in un certo senso è come se gli Stati dovessero pagare di più ma allo stesso tempo c’è un minore rientro dei fondi attraverso i bonus agricoltura erogati.
Ulteriori risorse dovrebbero arrivare da dazi doganali, imposta sul valore aggiunto, quantità di rifiuti di imballaggio di plastica non riciclati.
A queste dovrebbero aggiungersi risorse derivanti da:
- sistema di scambio di quote di emissione;
- meccanismo di adeguamento del carbonio;
- apparecchiature elettriche ed elettroniche non raccolte;
- accise sul tabacco;
- risorsa societaria per l’Europa basata sul contributo delle grandi imprese con fatturato netto annuo superiore a 100 milioni di euro.
La revisione dei pagamenti diretti nella PAC 2028-2034
Tra i progetti di revisione della PAC c’è l’eliminazione dell’attuale divisione in pagamenti diretti (da Bruxelles) e sviluppo rurale (dalle Regioni). Si prevede la creazione, invece, di un nuovo pilastro denominato Piano di Partenariato Nazionale e Regionale.
Le modifiche potrebbero portare all’eliminazione dei Titoli, sostituiti da pagamenti contabilizzati attraverso il criterio della superficie.
Il pagamento di reddito base potrebbe essere sostituito pagamento degressivo per il sostegno al reddito calcolato in base a ettari di terreno, area geografica e categoria di impresa. In particolare l’entità dei bonus agricoltura per il sostegno al reddito potrebbe cambiare in base al fatto che l’azienda sia a conduzione «ordinaria», giovanile, femminile.
Dal sostegno diretto al reddito potrebbero essere esclusi i pensionati, mentre una quota del fondo potrebbe essere bloccata al fine di favorire il ricambio generazionale.
A essere falcidiati potrebbero essere anche gli ecoschemi che, invece, sono stati al centro della PAC 2023-2027.
Priorità della nuova PAC
Il progetto di nuova PAC non manca di autocritica, infatti, l’eccessiva frammentarietà degli aiuti finora concessi, ha portato a una ridotta accessibilità. La Commissione propone, quindi, l’identificazione di 3 priorità:
- coesione economica, sociale e territoriale, prosperità e sicurezza agricola, rurale e marittima;
- competitività, prosperità e sicurezza (previsto il sostegno alla formazione alla cultura e alla giustizia, attraverso i programmi Erasmus+ e AgoraEU);
- Europa globale.
Con una certa freddezza è, invece, stata accolta la proposta di adottare “Piani di partenariato nazionali e regionali”, in cui riunire i fondi europei erogati da Stati e regioni per politiche di coesione e politica agricola. L’obiettivo è semplificare l’accesso ai fondi.
Tra gli obiettivi anche la creazione di una politica economica europea estera.
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