Una bolla speculativa può colpire gli Stati Uniti: colpa dei giganti del web (VIDEO)

Alessandro Cipolla

11 Dicembre 2019 - 11:59

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Giancarlo Marcotti nel corso della puntata del 6 dicembre della trasmissione di MoneyTv MONDO & FINANZA parla della possibilità di una bolla speculativa nel 2020, indicando gli Stati Uniti come uno dei paesi potenzialmente più a rischio vista la questione della tassazione dei giganti del web.

Guardando i grafici sembra che la bolla speculativa possa colpire innanzitutto gli Stati Uniti che, se cresciuti così negli ultimi anni, qualche motivo c’è”, con i rischi che potrebbero riguardare soprattutto una possibile bolla tech.

Questo è l’allarme lanciato da Giancarlo Marcotti durante l’ottava puntata di MONDO & FINANZA, il programma di MoneyTV in onda ogni venerdì alle ore 12.00 sul canale Youtube di Money.it.

L’occasione per parlare della delicata tematica è arrivata da una domanda in diretta fatta all’esperto da uno spettatore, che ha chiesto se è possibile lo scoppio di una bolla speculativa e se nel 2020 ci può essere un forte crollo a Piazza Affari.

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Se per quanto riguarda Milano non ci sarebbero particolari campanelli d’allarme, visto che “Piazza Affari non farà altro che allinearsi a quello che succede da altre parti”, tutte le attenzioni vanno rivolte secondo Marcotti Oltreoceano e più nel dettaglio sulle grandi aziende tech.

I colossi del web sono aziende planetarie, solo la Cina li tiene fuori, e non pagano tasse - ha spiegato l’esperto - Se mettessero le tasse a questi gruppi avrebbero l’utile netto più basso, qui tra utile lordo e utile netto questi non hanno quasi differenza”.

Un fattore questo che darebbe un grande aiuto a queste aziende che “hanno un vantaggio a livello competitivo perché come fa il negozio a competere con Amazon, il primo paga tasse molto alte e il secondo praticamente niente”.

Per Giancarlo Marcotti infine una bolla speculativa potrebbe non riguardare soltanto gli Stati Uniti, ma a rischio ci sono anche “ Gran Bretagna , Francia e in particolare la Germania con l’indice DAX che è vicino ai massimi storici”.

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