Bella ciao è una canzone di destra o di sinistra?

Giorgia Bonamoneta

17 Settembre 2022 - 18:23

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Laura Pausini non ha cantato Bella ciao perché è una canzone troppo politica. È davvero così? Ecco perché Bella ciao non è una canzona di destra o di sinistra.

Bella ciao è una canzone di destra o di sinistra?

Laura Pausini non canta “Bella ciao” e scoppia la polemica. La cantante si trovava in Spagna, in un’ospitata allo show e quiz televisivo El Hormiguero. Prima che le altre persone al tavolo con Pausini iniziassero a intonare “Bella ciao”, la cantante italiana stava cercando di coinvolgerli con alcune canzoni italiane che gli altri non conoscevano. Invitati quindi alla ricerca di un canto comune anche per il pubblico, è stata cantata “Bella ciao”. Laura Pausini però ha subito cercato di bloccare il coro definendo “Bella ciao” una canzone molto politica.

È una canzone molto politica e io non voglio cantare canzoni politiche”, ha affermato la cantante. La decisione di non cantare “Bella ciao” è stata considerata, insieme alle parole utilizzate da Pausini, comunque come una presa di posizione politica. Questo perché “Bella ciao” è considerata una canzone politica sì, ma né di destra né di sinistra. Si tratta di una canzone politica poiché ha fatto parte della storia di liberazione dell’Italia. Eppure non piace a tutti cantare “Bella ciao”, perché nel corso del tempo è stata identificata non come un canto partigiano - della Resistenza facevano parte persone antifasciste, di destra e di sinistra - ma come un canto di sinistra, meglio ancora “comunista”.

Definire “Bella ciao” un canto comunista è però un errore storico e che lede anche all’immagine della destra. Dopotutto l’antifascismo non è di sinistra, poiché altrimenti dovremmo immaginare tutti i partiti di destra non antifascisti. Non prendere una posizione contro il fascismo è come prendere una posizione. Proprio questa è la critica fatta a Laura Pausini: di aver reso partitica una canzone sì politica, ma non nel senso divisorio di destre contro sinistra, ma di espressione popolare di liberazione, ovvero antifascista.

Questa spiegazione potrebbe anche bastare, ma nel corso del tempo la destra ha cantato sempre meno “Bella ciao” e al contrario la sinistra ha cantato sempre il testo. Questa l’ha resa una canzone partitica, anche se solo per chi l’ascoltava. Cerchiamo allora di capire qual è il percorso storico di “Bella ciao” e perché nel corso del tempo ha perso un po’ il suo valore popolare e di ribellione, mantenendo invece solo quello divisorio di una politica che si scontra e non riesce a essere unanime nel ricordare il canto popolare come antifascista.

Bella ciao è un canto politico? Cosa ha detto Laura Pausini

Durante la trasmissione El Hormiguero, un popolare quiz della tv spagnola, Laura Pausini si è rifiutata di cantare la canzone “Bella ciao” dichiarandola molto politica. Immediata la polemica sulla natura di Bella ciao e il motivo per il quale Pausini non si sarebbe dovuta rifiutare di cantarla. Questo perché secondo Pausini “Bella ciao” è una canzone politica, dimenticando però che non è una canzone partitica.

La cantante voleva rimanere neutrale, considerando l’inclinazione a sinistra che “Bella ciao” ha ottenuto nel corso degli anni; le è stato però criticato il fatto che non cantare “Bella ciao” è come non prendere posizione contro il fascismo, cioè non fare riferimento al significato vero della canzone. Tra le molte critiche anche quella di Pif, che su Twitter scrive:

Pensare di non cantare «Bella Ciao», per non voler prendere posizione, è una gran minchiata.
Quando ti rifiuti di cantarla hai già preso posizione.

P. s.: Al mio funerale cantate «Bella Ciao». Perché voglio prendere posizione, al riguardo, anche da morto.

Nel corso del tempo però il testo popolare e partigiano è stato strumentalizzato, dicono alcuni, rendendola a tutti gli effetti una canzone di partito, cioè della sinistra. Non stupisce quindi che Pausini abbia ricevuto applausi dai partiti di destra e critiche dalla sinistra.

La storia di Bella Ciao: l’uso prima e dopo la guerra

“Bella ciao” non nasce come canto politico, non è di destra o di sinistra. “Bella ciao” è un canto, prima ancora di essere partigiano, popolare. Infatti non ci sono testimonianze scritte di utilizzo di “Bella ciao” prima del 1950. Il canto è sempre stato di tradizione orale. La prima attestazione “Bella ciao” è stata fatta risalire al 1888. Il testo sembra infatti essere strutturato sul canto dell’ottocento Fior di tomba, presente nella raccolta Canti popolari del Piemonte.

Dal canto della Resistenza, quindi partigiano e antifascista, senza divisione tra destra e sinistra, con il tempo si è accreditato sempre di più negli spazi di sinistra. Il canto ha preso una direzione: sempre più cantato a sinistra, sempre meno nell’ambiente di destra lo nominavano. Quindi sì, Bella ciao è un canto politico, quanto politica è stata la lotta antifascista, ma non è un canto che nasce partitico. È stato strumentalizzato? Anche il suo non utilizzo può essere strumentalizzato. Ed è qui che si snoda la critica alla Pausini. Il contesto gli ha richiesto di prendere una posizione, o di non prenderla potremmo dire. Se avesse cantato Bella ciao ora forse sarebbe stata accusata di essere di sinistra. Cosa probabile, dopotutto a pochi giorni dalle elezioni ogni polemica vale.

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