Bella Ciao diventa l’inno del 25 aprile? C’è la proposta di legge

Giorgia Bonamoneta

06/06/2021

06/06/2021 - 19:52

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Dopo l’Inno di Mameli verrà cantata “Bella ciao”. Questa è la proposta presentata alla Camera dai deputati di PD, Italia Viva e Leu. L’obiettivo è il riconoscimento dell’importanza di “Bella ciao” come canto popolare che va oltre la definizione di canto comunista che le è stata affibbiata.

Bella Ciao diventa l’inno del 25 aprile? C’è la proposta di legge

“Bella ciao” potrebbe diventare l’inno del 25 aprile insieme all’Inno di Mameli.

Almeno questo è quello che sperano di ottenere i firmatari dei Partito Democratico (PD), di Italia Viva (IV) e quelli di Liberi e Uguali (Leu).

Non è la prima volta che viene proposta “Bella ciao” come inno del 25 aprile, giorno nel quale si celebra la liberazione dall’occupazione nazista e fascista. Era accaduto già il 30 aprile 2020, sempre con lo stesso testo che ne esalta la nascita e i valori popolari.

Laura Boldrini si è espressa in merito alla proposta di legge 3035, presentata il 21 aprile 2021 alla Camera, in maniera entusiasta: “La resistenza non fu di parte, ma un moto di popolo [...] un moto eterogeneo”.

“Bella ciao” dopo l’Inno di Mameli il 25 aprile

I deputati PD Fragomeli, Verini, Fiano, Fassino, Benamati, Boldrini, Bruno Bossio, Carla Cantone, Cenni, Ciagà, Ciampi, De Menech, Frailis, Incerti, La Marca, Lattanzio, Gavino, Manca, Miceli, Morassut, Mura, Pagani, Ubaldo Pagano, Pellicani, Pezzopane, Pizzetti, Prestipino, Rossi, Stumpo, Zardini. Oltre a questi dem, ci sono anche Michele Anzaldi e Massimo Ungaro, di Italia viva, Alberto Manca dei Cinque stelle, Nicola Stumpo di Leu hanno presentato la proposta di legge 3035/2021.

Il testo recita: per il “riconoscimento della canzone Bella ciao e disposizioni sulla sua esecuzione nelle cerimonie ufficiali per la festa del 25 aprile”. Nella proposta si articola un percorso della creazione della canzone, di stampo popolare e il valore che il popolo, i cittadini italiani, ne hanno da sempre dato proprio nel giorno del 25 aprile, in memoria della liberazione dal regime fascista e dall’occupazione nazista.

Nello specifico la proposta di legge 3035 vuole:

  • articolo 1: il riconoscimento da parte della Repubblica della canzone Bella ciao quale espressione popolare dei valori fondanti della propria nascita e sviluppo (comma 1); e che sia eseguita dopo l’inno nazionale nelle cerimonie ufficiali del 25 aprile (comma 2);
  • articolo 2: prevede lo studio di “Bella ciao” nelle scuole con riferimento al periodo storico della Seconda guerra mondiale e all’attività della Resistenza.

“Bella ciao”: inno contro l’oppressione in tutto il mondo

Bella ciao” non è solo il canto di una Resistenza di parte, di sinistra per intenderci.

Oltre ai comunisti, come ricorda Laura Boldrini, “fecero parte della Resistenza socialisti, azionisti, liberali anarchici” contro la dittatura e la guerra. Oggi infatti “Bella ciao” ha superato i nostri confini e viene cantata in tutto mondo con un messaggio di lotta all’oppressione, in chiave di esaltazione del valore della democrazia.

Si teme la strumentalizzazione della proposta, ma anche in questo caso si può provare a rispondere come ha fatto la stessa Boldrini: “Tutto può essere strumentalizzato”. Ma non si sono fatte attendere le critiche, da La Russa Troppo di sinistra” a Rachele MussoliniQuella melodia non è nelle mie corde”.

Eppure “Bella ciao” è diventata un inno non solo per il ricordo della vittoria contro l’oppressione della Seconda guerra mondiale; durante il primo lockdown “Bella ciao” è stata un esempio di vicinanza e fratellanza. Ci siamo stretti sui balconi delle nostre case e insieme al resto del mondo ne abbiamo intonato le strofe. Non è quindi solo un canto popolare italiano, è a tutti gli effetti il canto della protesta universale, cantata dal Cile al Kurdistan, fino all’Iraq.

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