Pressione sulla Bce: i dati sull’inflazione in Spagna e Francia e l’aggiornamento sulla disoccupazione in Germania spingono le scommesse per un taglio dei tassi già a ottobre.
Si rafforzano le scommesse su ulteriori tagli dei tassi Bce.
L’inflazione è diminuita più del previsto in due delle maggiori economie della zona euro e il mercato del lavoro tedesco ha continuato a raffreddarsi questo mese, rafforzando ulteriormente le ragioni per cui la Banca centrale europea dovrebbe continuare ad allentare la sua politica monetaria.
Finora i membri dell’Eurotower sono comunque rimasti molto prudenti sulle prossime mosse, sulla base del presupposto che la crescita salariale e l’inflazione dei servizi rimangono elevate. Tuttavia, l’economia della zona euro è rimasta in bilico vicino alla recessione per gran parte dell’anno e negli ultimi mesi le pressioni sui prezzi si sono allentate più del previsto, alimentando le tesi secondo cui la Bce non sarebbe riuscita a sostenere un’economia rimasta troppo debole.
In questo contesto, gli ultimi dati macro provenienti da Francia, Spagna e Germania hanno confermato che probabilmente i tempi sono maturi per un altro taglio ai tassi nella riunione Bce di ottobre.
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Le letture di inflazione inferiori alle attese provenienti da Francia e Spagna venerdì 27 settembre hanno riacceso le speranze per una riduzione del costo del denaro prima di dicembre.
I dati di venerdì hanno mostrato che i prezzi al consumo francesi sono aumentati dell’1,5% rispetto a un anno fa a settembre, scendendo sotto il 2% per la prima volta in più di tre anni, principalmente a causa del calo dei costi energetici. La Spagna ha visto una tendenza simile, con l’inflazione in calo all’1,7% su carburante, energia e cibo.
Gli analisti si aspettavano letture dell’1,9% per ogni Paese. Un sondaggio separato della Bce inoltre ha mostrato che i consumatori si aspettano che i prezzi aumentino più lentamente nei prossimi anni.
Segnali di debolezza economica sono arrivati intanto dalla Germania, dove la disoccupazione è aumentata più del previsto questo mese, a dimostrazione del fatto che un altro periodo difficile per l’economia sta avendo un impatto sempre maggiore sul mercato del lavoro.
Nel frattempo, un indicatore di fiducia economica per la zona euro è sceso leggermente, rimanendo più o meno dove si trovava da dicembre, spinto al ribasso dall’industria e dal commercio al dettaglio. La fiducia dei consumatori è salita, così come i servizi.
Dopo i dati di questa mattina, i mercati hanno aumentato le scommesse su un’altra riduzione di un quarto di punto nei tassi il 17 ottobre, stimando ora circa l’80% di possibilità di uno scenario del genere. Anche gli analisti di BNP Paribas hanno spostato la loro previsione di un taglio per ottobre, così come Bloomberg Economics. HSBC ha fatto lo stesso all’inizio di questa settimana.
Anche Deutsche Bank e Societe Generale hanno entrambe affermato che la Bce deve accelerare l’allentamento.
Tuttavia, i politici più conservatori, o falchi nel gergo delle banche centrali, hanno affermato che i tagli trimestrali sono più appropriati perché i dati concreti su salari, occupazione e crescita escono solo ogni tre mesi, così come le nuove proiezioni della Bce.
L’inflazione potrebbe inoltre aumentare verso la fine dell’anno e intervenire bruscamente mentre l’inflazione sta accelerando sarebbe un segnale negativo da inviare. I riflettori si sono quindi accesi già sulla prossima runione Bce di ottobre.
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