Si è aperto il dibattito sulle prossime mosse della Bce: l’aumento dei tassi di interesse inizierà a rallentare? C’è molta attesa per le riunioni di febbraio e marzo. Qualcosa sta per cambiare?
La Bce è diventata una delle protagoniste indiscusse dei mercati: cosa annuncerà nella riunione del 2 febbraio prossimo e quale direzione prenderà in quella di marzo?
Nonostante Christine Lagarde avesse già dato un’indicazione il 15 dicembre, parlando di un percorso fatto di rialzi dei tassi ancora per un po’ e di almeno 50 punti base, analisti e indiscrezioni cominciano a intuire che qualcosa può cambiare.
L’Eurotower sta per compiere la svolta verso un rallentamento dei rialzi? Perché la Bce è alle strette e cosa può accadere nei prossimi mesi.
Cambio passo della Bce in primavera? Cosa può succedere
Il focus dei mercati europei e non solo continua a essere sulla Bce. Le mosse della banca centrale saranno decisive per indirizzare il futuro della ripresa dell’Eurozona.
Il rialzo dei tassi sarà ancora aggressivo e per quanto tempo durerà? L’inflazione scenderà grazie alla politica monetaria restrittiva e, soprattutto, la recessione verrà scongiurata nonostante prestiti e mutui più onerosi?
Bisognerà attendere almeno la riunione del 2 febbraio per avere alcune risposte a tali domande. Intanto, però, si moltiplicano le previsioni su cosa potrà accadere. Con un’inflazione in Eurozona confermata a una cifra, 9,2% annuale a dicembre, il freno della crescita dei prezzi avrà un peso davvero decisivo per fermare i falchi di Fancoforte?
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L’ultima indiscrezioni è giunta da Bloomberg. I responsabili delle politiche della Banca centrale europea starebbero iniziando a prendere in considerazione un ritmo più lento degli aumenti dei tassi di interesse rispetto a quanto indicato dal presidente Christine Lagarde a dicembre.
Mentre il salto di 50 punti base da lei segnalato a febbraio rimane probabile, la prospettiva di un rialzo minore, di 25 punti, nella successiva riunione di marzo sta guadagnando sostegno, secondo le riflessioni di alcuni funzionari della banca trapelate da Bloomberg.
Un’inflazione più debole del previsto nell’area dell’euro, un calo dei prezzi del gas naturale e la prospettiva di un inasprimento più blando da parte della Federal Reserve statunitense potrebbero dare un certo conforto ai responsabili politici, mentre riflettono su come continuare gli aumenti dei tassi più aggressivi nella storia della Bce.
Nulla è deciso e Francoforte si muoverà solo guidata dai dati, riunione per riunione. Intanto, però, secondo il membro del consiglio direttivo Francois Villeroy de Galhau, la guida del presidente della Banca centrale europea Christine Lagarde secondo cui i costi di prestito continueranno a essere ridotti di mezzo punto per un po’ di tempo è ancora valida.
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La rotta della più serrata lotta all’inflazione va mantenuta, questa è la linea ferrea di Francoforte. L’osservazione è soprattutto sui prezzi cosiddetti sottostanti, o core, senza energia e alimenti. Dovranno mostrare un decisivo rallentamento per poter parlare di successo della politica monetaria.
Per questo, l’idea che già in primavera la Bce possa cambiare rotta è auspicato ma non del tutto creduto. Non c’è dubbio che, dopo l’affievolirsi dei venti di recessione per l’Europa, i Governi vorrebbero una Bce meno aggressiva, per scongiurare impennate eccessive - già sono in corso - sui costi dei prestiti e dei mutui. Non a caso, alla sola indiscrezione di una banca centrale più accomodante nell’aumento del costo del denaro, il Btp decennale ha visto diminuire il rendimento sotto il 4%.
La certezza è che la riunione a Francoforte di febbraio è già molto attesa.
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