Banche solide in Europa: quali sono le migliori in Italia per la Bce

Violetta Silvestri

09/02/2023

09/02/2023 - 11:49

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La Bce si è pronunciata sulla solidità delle banche in Europa: qual è lo stato di salute degli istituti di credito? I risultati degli stress test, con una banca italiana migliore di tutte.

Banche solide in Europa: quali sono le migliori in Italia per la Bce

Banche europee - e anche italiane - promosse per solidità nel test della Bce 2022.

Nello specifico, la Banca centrale europea ha pubblicato i risultati del Supervisory Review and Evaluation Process (SREP), ovvero, come si legge nel comunicato ufficiale: i dati ottenuti tramite “il processo [che] fornisce una valutazione complessiva delle sfide che devono affrontare gli enti significativi, insieme ai corrispondenti requisiti patrimoniali e alle altre misure di vigilanza che le banche dovrebbero rispettare per l’anno a venire, al fine di affrontare meglio queste sfide.”

I cosiddetti stress test eseguiti nel 2022 dagli esperti dell’Eurotower hanno consegnato una situazione piuttosto rassicurante, nonostante diversi fattori avversi legati allo scenario internazionale: “in media, le banche hanno mantenuto solide posizioni patrimoniali e di liquidità.”

Tra le banche italiane, una è risultata la migliore di tutte: quale? Tutte le analisi Bce sulla salute bancaria in Europa.

Banche europee promosse da Bce: qual è la migliore italiana?

I risultati degli stress test per il 2022 sugli istituti di credito europei eseguiti come di consueto dalla Bce hanno disegnato un quadro tutto sommato positivo.

Nel dettaglio, come si legge nel comunicato della vigilanza, questi sono i punti salienti del resoconto:

  • solide posizioni patrimoniali e di liquidità e una maggiore redditività, con punteggi sostanzialmente invariati;
  • CET1: media ponderata dei requisiti di Pillar 2 fissata all’1,1%, invariata rispetto allo scorso anno;
  • CET1: la media ponderata dei requisiti patrimoniali complessivi e la guidance nel CET1 salgono al 10,7%, dal 10,4%, riflettendo l’impatto delle politiche macroprudenziali;
  • rischio di credito e la governance interna rimangono aree chiave per l’azione di vigilanza

In focus il Pillar 2 Requirement (P2R), ovvero il requisito patrimoniale specifico della banca che si applica in aggiunta al requisito patrimoniale minimo (noto come pilastro 1) laddove questo sottostima o non copra determinati rischi. Il P2R di una banca è determinato nell’ambito del processo di revisione e valutazione prudenziale (SREP).

In base a questo parametro, il Gruppo Credem, con un risultato dell’1,0%, è spiccato come il migliore in Italia e, nello specifico, in Europa tra le banche commerciali. Seguono, tra le italiane e per lo stesso parametro di valutazione: Banca Mediolanum con 1,50%, Mediobanca 1,68%, Intesa San Paolo 1,72%.

Luci e ombre sulle banche europee secondo la Bce

Lo stress test per il 2022 è avvenuto in un contesto piuttosto complicato, secondo le stesse ammissioni e valutazioni della Bce. Da una parte l’aumento dei tassi di interesse ha migliorato la redditività e generato capitale.

Andrea Enria, presidente del Consiglio di vigilanza della BCE, ha commentato:

“Le banche hanno resistito bene all’impatto economico dell’invasione russa dell’Ucraina, grazie alle solide posizioni patrimoniali e di liquidità, all’aumento della redditività e al continuo miglioramento della qualità degli attivi”

Tuttavia, la prudenza è d’obbligo per gli istituti poiché ci sono ancora diverse sfide insidiose da superare. Per esempio, 24 banche che non hanno soddisfatto le aspettative di copertura della BCE relative a crediti deteriorati (NPL) concessi prima del 26 aprile 2019. Gli enti sono stati incoraggiati a colmare queste lacune, ha evidenziato il report.

Inoltre, gli ambiti della governance interna e del rischio del credito rimangono attentamente monitorate. Nel dettaglio, secondo la vigilanza Bce, le banche non hanno sufficiente “chiarezza sulla loro propensione al rischio e hanno pratiche inadeguate per valutare e gestire il rischio climatico e ambientale”.

Si è anche sottolineato che la guerra in Ucraina ha messo in maggiore luce i rischi di attacchi operativi e IT/cibernetici, “spingendo le banche ad affrontare le carenze nei loro accordi di esternalizzazione e nei loro quadri di sicurezza informatica e resilienza informatica.”

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