Banche: boom di esuberi nel 2019

Luca Fiore

24 Settembre 2019 - 17:29

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Con gli esuberi comunicati qualche giorno fa da Commerzbank, il totale dei licenziamenti annunciati dal comparto bancario nel 2019 fa tremare i polsi.

Banche: boom di esuberi nel 2019

Che il comparto bancario stia attraversando una fase ricca di sfide è fuori di dubbio.

L’impetuosa avanzata della tecnologia, i tassi di interesse negativi e il rallentamento dell’economia (che probabilmente va inquadrato in un’ottica di “nuova normalità”), rappresentano sfide particolarmente impegnative per un settore che forse ha raggiunto il picco prima della grande crisi.

Il fenomeno è particolarmente accentuato in Europa: qualche giorno fa Commerzbank ha annunciato che, nell’ambito del piano di ristrutturazione iniziato tre anni fa, la forza lavoro sarà tagliata di 4.300 unità.

Banche: il totale 2019 mette i brividi

Ma, ovviamente, quello dell’istituto tedesco non rappresenta un caso isolato. Praticamente tutti gli istituti del Vecchio continente hanno annunciato, o stanno attuando, piani per ridurre la forza lavoro.

Secondo i calcoli di Bloomberg, da inizio anno le grandi banche globali hanno annunciato tagli per quasi 60 mila unità, 58,2 mila per la precisione. La quasi totalità, circa 90 punti percentuali del totale, è riferibile a posti di lavoro localizzati in Europa.

Particolarmente interessante è il caso della Germania. Oltre a Commerzbank, anche la “grande malata“, Deutsche Bank, ha fatto sapere che da qui al 2022 il piano di riduzione della divisione “investment banking” prevede una riduzione della forza lavoro di 18 mila unità.

Banche: UniCredit, gestiremo fenomeno in maniera responsabile

Ovviamente quello tedesco non rappresenta un caso isolato: anche se la prima economia europea risulta più colpita di altre dalle tensioni sull’asse Washington-Pechino a causa della forte esposizione della sua economia a fattori esogeni, il fenomeno riguarda tutta l’Europa.

Banche britanniche (che si trovano a fronteggiare la Brexit), spagnole, francesi e italiane hanno avviato iniziative simili: questa estate a tenere banco è stata la vicenda dei 10 mila esuberi che sarebbero parte del piano che UniCredit presenterà a dicembre.

“In Unicredit, ogni evoluzione del gruppo e di tutte le nostre banche sarà gestita attraverso il prepensionamento e, come sempre, in modo socialmente responsabile e in linea con le rappresentanze dei lavoratori del gruppo”, aveva ribattuto il Ceo Jean Pierre Mustier (UniCredit: Mustier, tutta la verità sui licenziamenti).

Tenendo conto anche delle uscite previste dal Transform 2019, “i tagli –aveva commentato Lando Maria Sileoni, segretario generale della Fabi (Federazione autonoma bancari italiani) -arriverebbero a 24.700, pari al 29% dell’attuale forza lavoro”.

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