Tassi Bce al 4,50%, quali conseguenze per le banche?

Violetta Silvestri

7 Marzo 2024 - 16:34

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Le banche osservano da vicino le decisioni della Bce visto che la politica dei tassi incide sui loro bilanci. Con il costo del denaro fermo al 4,5%, qual è l’impatto sugli istituti di credito?

Tassi Bce al 4,50%, quali conseguenze per le banche?

Con i tassi Bce confermati al 4,5% (4,0% sui depositi) nella riunione di marzo, quale sarà l’impatto sulle banche?

Il settore bancario è uno dei più coinvolti nella politica della banca centrale sul costo del denaro e la prospettiva di tagli dall’estate in poi - con giugno mese chiave come ribadito da Lagarde - potrebbe lasciare segni sui bilanci degli istituti di credito.

Occorre ricordare che il comparto bancario è il primo a essere legato alle decisioni dell’Eurotower proprio perché opera attraverso l’applicazione dei tassi di interesse e di deposito stabiliti a Francoforte.

Il ragionamento è chiaro e coinvolge direttamente le banche: l’Eurotower alza i tassi di riferimento, per le banche è più costoso finanziarsi (chiedere soldi alla Bce), quindi agiscono aumentando i tassi sui prestiti di famiglie e imprese. Di fatto, conviene risparmiare anche per gli istituti di credito, tanto che il tasso di deposito che le banche ricevono lasciando somme in garanzia presso la Bce è salito. Ma se la banca centrale cambia politica, gli istituti riceveranno pagamenti di interesse inferiori.

Nel sentore di una fine dei rialzi dei tassi, il legame tra bilanci bancari e decisioni Bce è quindi rilevante.

Tassi Bce alti, profitti maggiori per le banche

La prima equazione da fare è la seguente: se aumentano i tassi di interesse della Bce (ovvero il costo del denaro chiesto in prestito), crescono anche i profitti delle banche. Perché?

Il rialzo così forte e repentino dei tassi d’interesse significa che le banche hanno un beneficio dal margine sugli interessi, che altro non è che la differenza tra interessi attivi (quelli che incassa da chi chiede i finanziamenti) e interessi passivi (quelli che paga ai clienti che depositano fondi). Con costi per prestiti maggiori, sale anche l’interesse attivo per la banca. Di contro, diminuirà con tassi in calo.

L’estate scorsa, l’agenzia S&P aveva previsto che un rialzo “finale” di 200 punti base (2%) dei tassi corrisponderebbe un aumento del margine d’interesse medio delle banche europee di circa il 18% rispetto al 2021.

Quel che è certo è che il 2023 è stato un anno d’oro per le banche europee. Come sottolineato in questa nostra analisi, sommato l’utile netto delle 20 maggiori banche europee si arriva a quota 103 miliardi di euro, in rialzo del 32% rispetto ai 78 miliardi registrati l’anno precedente... ben tre quarti di questi istituti di credito hanno registrato profitti mai visti prima.

Non solo, il rialzo dei rendimenti legati alla liquidità depositata in banca dal risparmiatore (il tasso di deposito, sborsato dalla banca a favore di chi deposita soldi), ad esempio sui conti deposito non è andato di pari passo con l’aumento dei tassi di interesse, per esempio, sui mutui. Questo significa che le banche hanno goduto di un differenziale tra interessi attivi e passivi vantaggioso.

Cosa rischiano le banche con tassi alti?

C’è, però, il rovescio della medaglia. Il contesto macroeconomico, infatti, rimane molto incerto e la Bce ha rivisto al ribasso le previsioni di crescita.

Le banche stanno già assistendo - come indicato dai numeri della Bce - a una continua forte diminuzione netta della domanda di prestiti immobiliari, con i mutui che sono saliti.

Inoltre, l’effetto di un costo di finanziamento così alto potrebbe palesarsi nei prossimi mesi, con una crescita di insolvenze da parte di imprese e famiglie che hanno preso in prestito e devono pagare interessi troppo alti. Questo potrebbe scuotere i bilanci bancari. Non è un caso che in Germania l’autorità di riferimento ha allertato gli istituti finanziari affinché mettano da parte più accantonamenti, prendendoli dagli extra profitti dello scorso anno, in caso di insolvenze da coprire.

L’esposizione al sistema immobiliare può anche causare turbolenze bancarie. Il settore è in crisi dopo l’aumento record dei tassi di interesse che ha indebolito la domanda di case e trascinato al ribasso i loro prezzi.

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