Banche: oltre di 11.000 sportelli in meno in 10 anni, flop dell’e-banking. Il rapporto Fabi

Violetta Silvestri

12 Agosto 2022 - 11:15

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La Federazione autonoma bancari italiani ha presentato un report nel quale parla di desertificazione bancaria in Italia: sportelli chiusi e approccio ancora debole all’e-banking sono tra i problemi.

Banche: oltre di 11.000 sportelli in meno in 10 anni, flop dell’e-banking. Il rapporto Fabi

L’analisi condotta da Fabi sulla situazione italiana delle banche non è rosea. Non si parla di profitti delle società di credito nazionali, ma della presenza sul territorio delle filiali e del loro impatto sulla quotidianità delle persone.

La fotografia scattata dalla Federazione autonoma bancari italiani offre un quadro di cambiamento: in meno di 10 anni sono stati chiusi quasi 12.000 sportelli nel territorio, lasciando attualmente 4 milioni di cittadini senza banca. L’utilizzo del canale digitale, inoltre, sebbene sia migliorato, è rimasto indietro rispetto al passo di altri Paesi europei.

Per questo, dal report Fabi è arrivato un monito anche nei confronti della politica: perché meno banche sul territorio sono un potenziale rischio alla stabilità economica?

Banche italiane: crolla la presenza sul territorio. Perché è un problema?

Nella sua analisi, Fabi non usa mezzi termini e parla di desertificazione bancaria nella nostra nazione. In sintesi, questi alcuni dati comunicati:

“Il 7% della popolazione italiana vive in territori dove non ci sono più agenzie bancarie: record in Piemonte (13,8%), ma il fenomeno è particolarmente marcato nel Mezzogiorno e nelle isole, dove l’11% degli abitanti non ha uno sportello bancario “sotto casa”. La Campania è la prima regione per numero di abitanti senza banca: sono 700mila. Cresce il rischio di allontanare milioni di soggetti dal circuito legale della finanza e dell’economia.”

Nel dettaglio, sul totale della popolazione italiana, oltre milioni di abitanti non hanno un accesso agevole in banca, nel senso che vivono in paesi dove non ci sono agenzie o sportelli. Come si legge nel report, c’è una differenza geografica sullo sviluppo del fenomeno, con il Nord interessato solo per il 6% della popolazione, il Centro per il 3,2%, mentre il Sud e le isole per il 10,7%.

Con l’avvento delle nuove tecnologie e la spinta dei canali digitali, si è inevitabilmente rafforzata la tendenza a utilizzare strumenti virtuali anche per le operazioni bancarie, favorendo tale desertificazione. Il tutto, però, non senza disagi e allarmi. Una fetta della popolazione, infatti, resta fuori dall’uso del digitale, sia per carenze tecnologiche sul territorio, che per questioni di abilità e anagrafiche. Ne consegue, che, senza la presenza fisica di sportelli sono disincentivati i canali legali per prestiti, investimenti e altre attività finanziarie.

“La riduzione delle filiali sta creando e creerà non pochi danni al Paese e alla clientela delle banche, che potranno svolgere sempre meno il ruolo sociale a servizio di famiglie e imprese. Ma la classe politica non se ne preoccupa abbastanza” ha affermato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni.

In numeri, in meno di 10 anni, l’Italia ha chiuso 11.231 sportelli bancari. Dal 2012 al 2021 ci sono 250 banche in meno e in un solo anno, dal 2020 al 2021, ne sono sparite 18. Il fenomeno è legato all’aggregazione di banche piccole in gruppi più grandi, come indicato dalle autorità di vigilanza europee.

L’Italia è indietro nell’e-banking

Dal 2012 a oggi, l’Italia ha raddoppiato il numero di persone che utilizzano i canali bancari digitali. Tuttavia, il nostro Paese è ancora indietro rispetto alle nazioni occidentali dell’area euro e, secondo i dati Eurostat, soltanto il 45% dei cittadini predilige l’e-banking ai canali tradizionali.

La percentuale è inferiore a quella della media del 58% e si posiziona di poco al di sopra, per esempio, della Turchia (qui la popolazione che usa il digitale bancario è il 46%). Ben lontani i numeri degli Stati più sviluppati in Eurozona: in Francia il 72% dei cittadini accede all’e-banking, in Spagna il 65% e in Germania il 50%.

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