Ballymena in fiamme: torna l’incubo della violenza razziale nel Regno Unito

Rob Piccoli

20 Giugno 2025 - 07:44

Dopo l’arresto di due adolescenti romeni per tentato stupro, la cittadina nordirlandese è esplosa: quattro notti di disordini, attacchi razzisti e polizia sotto assedio.

Ballymena in fiamme: torna l’incubo della violenza razziale nel Regno Unito

Tutto è cominciato a Ballymena, una città della contea di Antrim, Irlanda del Nord, una decina di giorni fa. Due ragazzi di 14 anni – apparentemente di origine romena – sono stati accusati di tentato stupro di una adolescente del luogo. La cosa ha scatenato quattro notti di disordini in cui moltissimi residenti (circa 2.500 persone) hanno lanciato bombe molotov, incendiato veicoli e immobili, e attaccato centri abitati da immigrati, danneggiando case e ferendo decine di poliziotti. Il fenomeno ha assunto chiaramente e fin dall’inizio toni inequivocabilmente razzisti, tanto che il governo del Regno Unito e le autorità nordirlandesi non hanno potuto fare a meno di definire gli eventi “crimini d’odio razziale”.

Trattandosi del Regno Unito, il pensiero corre inevitabilmente agli eventi di Rotherham, cioè allo scandalo degli stupri di massa su minori, compiuti tra il 1997 e il 2013 da gang composte prevalentemente da uomini di origine pakistana: circa 1.400 ragazze (per lo più bianche e provenienti da contesti vulnerabili) furono vittime di violenze sistematiche e protratte nel tempo. Le vittime venivano adescate, drogate, violentate e fatte prostituire sotto minaccia. Quella tragica serie di vicende ha visto tra l’altro il clamoroso e desolante fallimento delle istituzioni, dal momento che la polizia e i servizi sociali ignorarono sistematicamente le denunce per paura di essere accusati di razzismo e per non alimentare tensioni etniche. Alcuni funzionari arrivarono a colpevolizzare le vittime, definendole “consenzienti”.

Forse è proprio il ricordo di quel fallimento – di dimensioni francamente ciclopiche – che ha spinto i cittadini di Ballymena a tentare di farsi giustizia da soli. Ballymena, in ogni caso, come nota The Guardian, fa parte di uno schema consolidato: alto afflusso di immigrati, ostilità alla loro presenza da parte delle popolazioni locali, negazione dell’esistenza di un problema di xenofobia, poi una scintilla seguita da violenza indiscriminata. Il quotidiano dell’intellighenzia “liberal” britannica non prende tuttavia in considerazione un altro fattore, che invece ha un peso non indifferente sugli umori dei cittadini che non vivono nei quartieri “alti”, al riparo cioè dalle problematiche derivate da flussi migratori disordinati e incontrollati: molte persone in Gran Bretagna non riescono a concepire gli atteggiamenti xenofobici altrui per la semplice ragione che l’immigrazione non li riguarda da vicino, che l’immigrato non vive porta a porta con loro, ma dall’altra parte della città, nelle periferie degradate e lontane dai riflettori. [...]

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