Le azioni ENI crollano dopo la prima trimestrale del 2018 che, nonostante tutto, è stata definita come eccellente.
Le azioni ENI sono crollate in Borsa dopo la pubblicazione della prima trimestrale 2018.
Rispetto al pari periodo dell’anno precedente, l’utile operativo adjusted della quotata di Piazza Affari è balzato del 30% su quota €2,38 miliardi, mentre l’utile netto adjusted ha messo a segno una simile variazione (+31%) e si è portato su quota €0,98 miliardi, deludendo però le attese a 1,14 miliardi. L’utile netto si è assestato su quota €0,95 miliardi.
La prima trimestrale 2018 di ENI ha altresì alzato il velo su una forte generazione di cassa operativa che, rispetto all’anno precedente, è salita di un ottimo 13% su quota €2,19 miliardi.
Nel periodo, gli investimenti netti sono stati pari a €1,78 miliardi, mentre l’indebitamento è passato su quota €11,28 miliardi, contro le attese a 11,12 miliardi di euro.
“Nel primo trimestre i risultati economici e finanziari di Eni sono stati eccellenti, migliorando in misura più che proporzionale rispetto allo scenario petrolifero”,
ha commentato l’amministratore delegato Claudio Descalzi in seguito alla pubblicazione della trimestrale aziendale che hanno imposto oggi un attento monitoraggio delle azioni ENI nell’ultima sessione della settimana.
Esplorazione e produzione
La trimestrale di ENI ha messo in luce una crescita robusta della produzione di idrocarburi, avanzata del 4% rispetto al pari periodo 2017 su quota 1,87 milioni di boe al giorno, perfettamente in linea con la guidance 2018. Al dato hanno contribuito i 238 mila boe/giorno di start-up e ramp-up. L’utile operativo adjusted riferito al comparto Exploration & Production è schizzato di oltre 47 punti percentuali rispetto alla prima trimestrale 2017 e si è assestato su quota €2,1 miliardi.
Gas & Power
In questo caso il risultato operativo adjusted di ENI non si è mosso da quello registrato nel pari periodo 2017 ed è rimasto stabile su quota €0,3 miliardi. Le vendite di GNL sono però aumentate del 35% a 2,70 miliardi di metri cubi. Nel business retail, invece, la società ha evidenziato una crescita della base clienti al netto delle cessioni.
Refining & Marketing e Chimica
L’utile operativo adjusted del comparto Chimica è sceso del 52% su quota €59 milioni. A pesare è stata la flessione dei margini di quegli stessi prodotti che nel pari periodo 2017 avevano beneficiato di “trend particolarmente favorevoli”. Giù anche l’utile operativo adjusted della Refining & Marketing (-73% su quota €18 milioni) a causa di un peggiorato scenario di raffinazione.
Le previsioni 2018
Sulla base della prima trimestrale 2018, e in virtù del Piano 2018-2021, ha confermato per l’anno corrente l’obiettivo di una cash neutrality a un prezzo del Brent di 55 dollari al barile.
I vertici sono convinti che la produzione di idrocarburi continuerà a crescere nei prossimi mesi.
“Tale incremento sarà sostenuto dal ramp-up degli avvii 2017 in particolare in Egitto, Indonesia e a Kashagan, dagli start-up di nuovi progetti in particolare in Angola e Ghana, dalla stabilizzazione di Goliat (Norvegia) e dal contributo dell’iniziativa negli Emirati Arabi, in parte compensati prevalentemente dai declini delle produzioni mature”,
si legge nel comunicato stampa.
Nel 2018, poi, le vendite di gas scenderanno dati minori impegni contrattuali di lungo termine, mentre si consoliderà la redditività del comparto Gas & Power. Nel Refining & Marketing e Chimica, invece, ENI prevede un margine di raffinazione di breakeven a circa $3/barile a fine 2018 oltre che una sostanziale stabilità delle vendite di rete.
Tutti gli occhi saranno ora puntati sull’andamento delle azioni ENI nel pomeriggio dopo il tonfo della mattinata. Gli ottimi risultati della trimestrale (tuttavia sotto le attese) non hanno particolarmente entusiasmato gli investitori e il titolo è crollato.
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