Eni, colpo grosso negli Emirati. Occhio al titolo

C. G.

12/03/2018

Le azioni Eni al centro del mercato oggi, dopo il colpo grosso della società negli Emirati Arabi Uniti. Il punto della situazione.

Eni, colpo grosso negli Emirati. Occhio al titolo

Tornano al centro del mercato le azioni Eni, dopo l’ultima strategica mossa che ha portato il Gruppo di Descalzi ad espandersi negli Emirati Arabi Uniti.

La società energetica si è mossa in realtà su un duplice fronte: da un lato ha ceduto il 10% della sua partecipazione nell’imponente giacimento egiziano di Zohr; dall’altro ha invece firmato due concessioni per l’ingresso in due giacimenti negli EAU.

In virtù di quanto accennato, e soprattutto perché gli Emirati Arabi Uniti siedono oggi sulle più grandi riserve di idrocarburi al mondo, le azioni Eni torneranno ad essere le sorvegliate speciali sul mercato nella prima sessione della settimana - si noti come il Gruppo di Descalzi abbia chiuso il 2017 con una produzione di idrocarburi record pari a 1,816 milioni di barili equivalenti al giorno, in crescita del 3,2% su base annua.

La doppia mossa di Eni

Come già accennato, la quotata dell’energia elettrica ha scelto di limare ancora un po’ la sua partecipazione nel giacimento egiziano di Zohr. Il 10% fino ad ora in possesso del Gruppo italiano è passato nelle mani di Mubadala Investment Company per un corrispettivo di 934 milioni di dollari.

“Siamo lieti di collaborare con Mubadala e di dargli il benvenuto come partner nella concessione di Shorouk. Questo rappresenta un ulteriore segnale della qualità di questo asset di primaria importanza sviluppato da Eni”,

ha affermato l’ad Claudio Descalzi.

Con la cessione, l’italiana passerà ora dal 60% ad un 50% che gli permetterà comunque di mantenere ben salda la maggioranza relativa in Zohr, giacimento partecipato altresì da Rosneft al 30% e da BP al 10%.

(L’andamento delle azioni Eni nel corso dell’ultima settimana)

Contestualmente alla cessione della sua partecipazione egiziana, Eni ha rafforzato quella emiratina, tramite la sottoscrizione di due Concession Agreement, uno necessario ad entrare nel giacimento di Lower Zakum al 5% e l’altro per entrare nei giacimenti di Umm Shaif e Nasr con una quota del 10%. Il tutto, per un esborso complessivo di 875 milioni di dollari. Si ricordi come il 60% di entrambe le società sia oggi posseduto dalla statale ADNOC.

“Le due concessioni danno accesso a giacimenti con un enorme potenziale ed Eni vuole contribuire alla massimizzazione della produzione futura con la sua tecnologia migliore”,

ha aggiunto l’amministratore delegato.

L’ottimismo dei vertici e dello stesso Governo italiano in merito all’espansione aziendale negli Emirati è stato tangibile. Come già accennato, infatti, il Paese è dotato delle più grandi riserve di idrocarburi al mondo, elemento che potrebbe giovare non poco alla crescita dell’italiana.

È proprio per questo motivo che oggi, nella prima sessione della settimana, le azioni Eni torneranno ad essere strettamente monitorate dagli osservatori di mercato. Al momento della scrittura il titolo scambia con un rialzo dello 0,62%, ben impostata dopo l’upgrade di Moody’s che ha rivisto il rating di lungo periodo della quotata, portandolo da Baa1 ad A3.

Le risorse di idrocarburi, le attese sulla crescita produttiva, la gestione, la ripresa della generazione di cassa e il miglioramento degli indicatori di debito sono stati gli elementi alla base della revisione. Negative, comunque, le prospettive per i prossimi trimestri sulle quali pesa l’attuale giudizio dell’agenzia sul rating sovrano del Belpaese.

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