Dal 2026 scatta un rimborso del pedaggio autostradale in caso di ritardo legato a traffico o ai cantieri: ecco come richiederlo e chi può ottenerlo.
Il consiglio dell’Autorità di regolazione dei trasporti (Art) ha approvato la delibera 211/2025 che introduce il diritto degli automobilisti di ottenere un rimborso del pedaggio autostradale a parità di alcune condizioni. Sono state fissate anche delle precise fasce e soglie per calcolare gli importi.
Dal prossimo anno, infatti, si potrà ottenere il rimborso in caso di ritardi legati alla presenza di cantieri sui tratti gestiti da Autostrade per l’Italia, oppure in presenza di un blocco del traffico legato a diverse cause: incidenti, fenomeni atmosferici, code in generale, ecc.
Il diritto al rimborso verrà inserito in tutte le concessioni autostradali, anche quelle in cui è già previsto (con le dovute modifiche), ma con tempistiche diverse: l’aggiornamento dovrà essere effettuato entro il 1° giugno 2026 per quanto riguarda il blocco dovuto ai cantieri per le tratte gestite dallo stesso concessionario, ed entro il 1° dicembre 2026 per le tratte gestite da più di un concessionario.
Chi può ottenere il rimborso del pedaggio autostradale nel 2026
Tutti gli automobilisti hanno diritto al riconoscimento di un rimborso sul pedaggio autostradale in caso di ritardi nelle tempistiche di percorrenza legati a cantieri sui tratti gestiti da Autostrade, oppure traffico per incidenti stradali o eventi atmosferici.
Il rimborso verrà effettuato tramite un’apposita applicazione - non ancora disponibile - che sarà la stessa per tutti i concessionari, in modo da semplificare le richieste da parte degli autisti. Per chi non è avvezzo alla tecnologia, il diritto di rimborso verrà comunque garantito passando dai canali che saranno messi a disposizione dai concessionari, con numeri telefonici dedicati o apposite pagine online.
In un primo periodo, fino al 31 dicembre 2027, Art monitorerà il funzionamento dell’applicazione e dei canali di richiesta dei rimborsi effettuando una verifica di impatto per poter provvedere a eventuali miglioramenti in corsa.
Autostrade, come funzionano i rimborsi e quanto spetta
Per calcolare l’importo del rimborso a cui si ha diritto occorre invece fare riferimento alle tabelle approvate con la delibera: le soglie variano in base alla causa del ritardo, ai km percorsi e alle tempistiche di percorrenza complessive.
Per quanto riguarda i ritardi legati alla presenza di cantieri lungo il tratto autostradale percorso, i rimborsi scatteranno secondo questo schema:
- per i percorsi con lunghezza inferiore a 30 chilometri, il diritto al rimborso è indipendente dal ritardo;
- per i percorsi con lunghezza compresa tra i 30 e i 50 km, il rimborso si attiva per un ritardo di almeno 10 minuti;
- percorsi con lunghezza superiore a 50 km, il rimborso si attiva per un ritardo di almeno 15 minuti.
Per quanto riguarda, invece, i ritardi dovuti al blocco del traffico, i criteri saranno i seguenti:
- rimborso del 50% del pedaggio, se il ritardo è tra 60 e 119 minuti;
- rimborso del 75% del pedaggio, se il ritardo è tra 120 e 179 minuti;
- rimborso del 100% del pedaggio, se il ritardo è oltre i 180 minuti.
Infine, sono stati fissati anche dei limiti all’erogazione del rimborso: per esempio, non è possibile ottenerlo per importi inferiori ai 10 centesimi. Per importi superiori a questa cifra, la somma viene accreditata solo al raggiungimento della soglia di 1 euro.
Se su un determinato tratto autostradale era già prevista una riduzione generale del pedaggio, non si ha diritto ad alcun rimborso. Sono poi esclusi dal rimborso anche i cantieri emergenziali, ovvero quelli organizzati a seguito di un incidente o di altri eventi imprevedibili.
Le regole per i concessionari e le tariffe autostradali
La delibera approvata da Art contiene anche un passaggio importante per i concessionari, i quali non potranno alzare i prezzi del pedaggio per recuperare le spese legate ai rimborsi. O meglio, lo potranno fare solo alcuni, e limitatamente al periodo iniziale.
Infatti, nel 2026 e nel 2027 chi ha già una concessione in atto può modificare i prezzi dei pedaggi per recuperare l’intero esborso, ma negli anni successivi scenderà la percentuale dei soldi spesi che si potranno recuperare. Dopo il 2030 questi aumenti non saranno più possibili.
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