Rimborso pedaggio autostrade 2026, quanto spetta e come richiederlo

Ilena D’Errico

9 Novembre 2025 - 21:28

Dal 2026 i conducenti avranno la possibilità di ricevere un rimborso del pedaggio autostradale in caso di disagi. Ecco quando, quanto e come.

Rimborso pedaggio autostrade 2026, quanto spetta e come richiederlo

C’è chi si sposta giornalmente per lavoro ed esigenze personali, chi non vede l’autostrada al di fuori delle vacanze, ma tutti gli italiani sanno bene che buona parte della rete autostradale soffre di gravi disagi. Il problema principale per gli automobilisti è rappresentato dai lavori in corso (o in pausa) su troppi tratti stradali, interrotti da cantieri e restringimenti che obbligano a rallentare, aumentano i pericoli (anche per i lavoratori coinvolti) e le code.

I conducenti sono ormai stanchi di questa situazione, ma come si può intuire non è facilmente risolvibile. Servirebbe un modo per incentivare lo svolgimento efficiente dei lavori o quantomeno ristorare ai guidatori per il disturbo patito. In tal senso, sta arrivando una novità importante e molto attesa. Il rimborso del pedaggio autostradale, che i conducenti potranno richiedere dal 2026 in base alle condizioni stabilite dall’Autorità dei trasporti (Art).

Sicuramente non è un risarcimento pieno, visto che il danno subito dai conducenti dovrebbe essere quantificato precisamente, ma sono ben altri i problemi della proposta definitiva dell’Art.

Rimborso del pedaggio autostradale 2026

La proposta definitiva dell’Autorità dei trasporti arriva dopo più di un decennio di disperazione dei cittadini italiani, che si trovano a pagare volenti o nolenti il pedaggio, a prescindere dall’effettivo servizio ricevuto. L’iniziativa dell’Art consente invece di collegare in maniera più equa il casello autostradale alla qualità del servizio, come ogni corrispettivo dovuto dai consumatori.

Dal 1° aprile 2026, salvo ulteriori cambiamenti, i guidatori potranno quindi ottenere dei rimborsi per specifiche situazioni di disagio, commisurati all’entità dello stesso. Non si tratta quindi di un risarcimento danni, che dovrebbe coprire in modo più ampio i disagi dei viaggiatori (cominciando dal tempo perso) ed essere comunque personalizzato. Come misura generale è in ogni caso molto utile a tutelare i diritti dei consumatori, anche se resta il problema del finanziamento dei rimborsi.

L’Autorità dei trasporti ha in particolare stabilito che il concessionario stradale possa rifarsi sui consumatori stessi per rientrare di una parte dei costi sostenuti per i rimborsi. Il meccanismo di recupero prevede una diminuzione graduale della percentuale, cominciando con un recupero del 100% dei costi nel primo anno e finendo con il 20% il quinto anno. Ciò avverrà quindi attraverso un incremento del pedaggio autostradale negli anni successivi a quello di erogazione dei rimborsi.

Quando e quanto spetta

Il rimborso del casello autostradale spetterà in caso di lavori, ordinari o straordinari, o blocchi stradali (anche se in quest’ultimo caso i concessionari non potranno addebitare supplementi per rientrare dei costi). Per tutti i cantieri programmati, escludendo quindi gli eventi imprevedibili ed eccezionali come frane e alluvioni, gli automobilisti avranno diritto a un rimborso calcolato secondo i criteri dell’Art (tra cui la lunghezza del cantiere, la riduzione di velocità e le corsie chiuse).

Per i tragitti fino a 30 km il rimborso sarà riconosciuto a prescindere dal ritardo, mentre per i tragitti fino a 50 km potrà ottenere il rimborso soltanto chi avrà accumulato ritardi di almeno 10 minuti. Il ritardo minimo arriva a 15 minuti, invece, per riconoscere il rimborso su tragitti di oltre 50 km. La presenza di cantieri potrà essere inoltre motivo di rimborso parziale dell’abbonamento, sempre a seconda di rigidi criteri. Il rimborso del casello sarà inoltre riconosciuto in caso di blocchi stradali, a seconda del tempo trascorso in coda. Nel dettaglio, è previsto un rimborso:

  • del 50% del pedaggio per blocchi da 120 a 179 minuti;
  • del 75% del pedaggio per blocchi da 180 a 239 minuti;
  • dell’intero pedaggio per blocchi superiori a 4 ore.

Per richiedere i rimborsi, da erogare eventualmente sulla base di criteri semplificati in caso di difficoltà di calcolo, i guidatori avranno a disposizione un’apposita procedura telematica. Nel dettaglio, dovranno essere aperti canali specifici dai concessionari (ma in caso di diniego o mancata risposta entro 20 giorni sarà possibile rivolgersi direttamente all’Atr), mentre i sistemi di telepedaggio e l’app Unica dovrebbero prevedere un’identificazione automatica delle tratte interessate.

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