Approvato l’aumento dell’addizionale regionale all’Irpef in Piemonte, il maggiore costo inciderà fino a 106 euro sulla busta paga. Chi dovrà pagare di più e per chi non cambia nulla?
Buste paghe più leggere per chi abita in Piemonte, visto che è stato approvato l’aumento dell’Irpef regionale. La Manovra, presentata il 22 luglio, vuole scongiurare la perdita di gettito per le casse regionali dovuta al passaggio dell’Irpef da quattro a tre scaglioni.
La situazione è chiara: entro l’inizio del 2028 le addizionali regionali dovranno equipararsi alla riforma dell’Irpef e passare per tutti da quattro a tre scaglioni. Per il Piemonte significherebbe perdere circa 150 milioni di euro l’anno. Questo ha reso necessario rivedere al rialzo le percentuali delle addizionali regionali. Quella che fino alla settimana scorsa era soltanto un’ipotesi ha, ora, la conferma ufficiale. Di quanto aumenta la tassazione e che incidenza ha sulle buste paghe dei lavoratori piemontesi?
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L’aumento dell’Irpef è inevitabile
Quando l’Irpef è passata da quattro a tre scaglioni le addizionali regionali sono rimaste calcolate su quattro scaglioni, ma entro il 2028 dovranno recepire le novità Irpef, ormai divenute strutturali.
Alcune Regioni come Lazio, Emilia Romagna, Liguria, Marche e Toscana hanno già provveduto ad aumentare le aliquote, facendolo però hanno tutelato i redditi più bassi. Il Piemonte, ha approvato la Manovra regionale lo scorso 22 luglio ed ha previsto l’aumento delle aliquote Irpef tenendo fuori i redditi fino a 15.000 euro.
Per i redditi compresi tra 15.000 euro e 50.000 euro arriva l’aumento delle aliquote Irpef:
- dal 2,13% al 2,68% per i redditi tra 15.000 e 28.000 euro;
- dal 2,75% al 3,31% per i redditi tra 28.000 e 50.000.
L’aumento della tassazione in busta paga va dai 33 euro ai 106 euro, in base al reddito del lavoratore.
Per chi ha redditi superiori a 50.000 l’aliquota resta invariata perché è già stata prevista quella massima del 3,33%. La decisione è stata, quindi, quella di non gravare sulle fasce più deboli della popolazione lasciando per redditi fino a 15.000 euro la situazione inalterata.
L’assessore al Bilancio Andrea Tronzano spiega che
Poi, siccome non godiamo ad aumentare le tasse e non avremmo mai voluto farlo, abbiamo operato ritocchi minimi e viene fatta per la prima volta una programmazione triennale che salvaguarda il bilancio regionale e consente di diminuire le tasse nel 2028. Del resto molte altre Regioni si sono trovate costrette ad assumere provvedimenti analoghi.
L’assessore ci tiene a chiarire, però, che la manovra è solo temporanea e che nel piano triennale è stata prevista una riduzione delle aliquote nei prossimi anni e che l’aumento dell’Irpef, in questo caso, ha l’unico scopo di neutralizzare gli effetti della riforma Irpef a livello nazionale per evitare di perdere 150 milioni di euro l’anno.
La Cgil protesta per l’ennesimo colpo al ceto medio
La Cgil non ci sta e interviene sulla manovra regionale definendola l’ennesimo colpo agli stipendi dei lavoratori piemontesi. In una nota diffusa dalla segreteria provinciale della Fp Cgil Novara si legge
É questo il regalo estivo che la Giunta Cirio farà ai piemontesi. Il rincaro per ogni piemontese varierà dai 33 ai 106 euro.
I sindacati spiegano che le fasce colpite dall’aumento sono quelle del ceto medio, ovvero lavoratori dipendenti e pensionati che sosterranno il maggiore peso fiscale della manovra. Da Fp Cgil, inoltre, precisano che
Questo aumento di tasse non servirà per avere un servizio sanitario migliore, un trasporto pubblico efficiente, più asili nido e servizi per l’infanzia o politiche sociali di qualità per i cittadini. Invece è solo l’ennesimo schiaffo da parte di una politica regionale e nazionale incapace di gestire i servizi pubblici e l’ennesima dimostrazione di un attacco a lavoratrici e lavoratori
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