Aumento Irap in Manovra 2026, ultime novità. C’è l’accordo

Nadia Pascale

2 Dicembre 2025 - 14:23

Sembra essere raggiunto l’accordo tra Governo e banche sull’aumento dell’Irap, ancora in dubbio l’anticipo di liquidità e gli sconti fiscali per lo sblocco delle riserve.

Aumento Irap in Manovra 2026, ultime novità. C’è l’accordo

Aumento Irap in manovra, sembra raggiunto l’accordo tra Governo e banche, scongiurati nuovi aumenti, ma anche questo piccolo beneficio ha un costo per le banche. Ecco di cosa si tratta.

Continuano i lavori sulla Legge di Bilancio 2026 e sembra raggiunto l’accordo con banche sull’aumento dell’Irap di due punti percentuali.

Aumento Irap, sconto fiscale sui dis-accantonamenti e anticipo di liquidità, ecco tutte le novità per le banche che aiutano i bilanci.

Aumento Irap banche fermo al 2%, accordo raggiunto

L’interlocuzione tra Governo e banche è ripartita dopo il vertice del 28 novembre. In base alle ultime indiscrezioni che ha lasciato trapelare Maurizio Gasparri di Forza Italia, l’aumento dell’Irap (Imposta regionale sulle attività produttive) per le banche dovrebbe fermarsi al 2% e non come previsto da alcuni emendamenti al 2,5%.

Se questa ipotesi dovesse essere confermata, a partire dal 2026 le società operanti in questo settore dovrebbero scontare un’aliquota Irap più alta. In realtà l’aliquota ordinaria Irap è al 3,9%. Per le imprese del settore bancario l’aliquota Irap è stata aumentata al 4,65% dall’articolo 23, comma 5 del D.L. n. 98 del 2011.
Ora con la nuova Legge di Bilancio 2026, se viene confermato il progetto del Governo, l’aliquota dovrebbe essere aumentata di ulteriori 2 punti percentuali.
Le banche dovrebbero, quindi, applicare l’aliquota del 6,65%. In realtà Maurizio Leo, viceministro dell’Economia, fin da subito aveva bocciato l’idea di un aumento al 2,5% per ragioni di Bilancio. Naturalmente anche l’ABI ha ritenuto questa proposta eccessivamente onerosa.

Anticipo di liquidità e sconto fiscale

Il mancato aumento di un ulteriore 0,5% dovrebbe essere compensato con l’anticipo di liquidità attraverso l’uso dei fondi imposte differite attive (Dta), benefici che gli istituti di credito mettono a bilancio ogni anno con la prospettiva futura di pagare meno tasse su una determinata voce. Alle banche viene chiesto di non usare questi fondi nel 2026, pur non perdendo i crediti di imposta.

Per le banche la Legge di Bilancio 2026 prevede, inoltre, uno sgravio fiscale a fronte dell’utilizzo di denaro che le banche detengono nelle riserve. Per questo si parla di dis-accantonamento. Nello specifico, la tassa scenderebbe al 27,5% nel 2026 per poi salire al 33% nel 2027 e stabilizzarsi al 40% dal 2028.
Insomma, il Governo sta chiedendo aiuto alle banche per coprire la manovra di Bilancio 2026 e avere maggiore liquidità.

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