Aumentare gli stipendi e creare lavoro, arriva il piano del governo Meloni: “Più assumi, meno paghi”

Giacomo Andreoli

1 Aprile 2023 - 15:35

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Giorgia Meloni ha annunciato sui social che entra nel vivo il piano del governo per stimolare le assunzioni e alzare gli stipendi dei lavoratori: ecco come funzionerà e i possibili tempi.

Aumentare gli stipendi e creare lavoro, arriva il piano del governo Meloni: “Più assumi, meno paghi”

“Più assumi, meno paghi”. Giorgia Meloni lo aveva annunciato in campagna elettorale e ora, dopo i primi interventi sul taglio del cuneo fiscale e i bonus fiscali su premi produttività e fringe benefit arrivati in autunno, entra nel vivo il piano del governo per il lavoro. L’obiettivo è stimolare l’occupazione a tempo indeterminato e aumentare gli stipendi, utilizzando come prima leva la riforma fiscale.

L’esecutivo ha appena varato un disegno di legge delega, che necessita di due anni per essere concretizzato con tutti i decreti attuativi: Meloni, però, vorrebbe primi effetti concreti per i cittadini il prossimo autunno, sfruttando anche la finestra della prossima legge di Bilancio. Per questo i ministeri competenti sono già al lavoro sui primi decreti attuativi.

Meno tasse sui redditi medi e bassi

Come spiegato dalla presidente del Consiglio nel consueto appuntamento social “Gli appunti di Giorgia”, il governo vuole ridurre le aliquote Irpef trattenuti sugli stipendi e abbassare le tasse per tutti, con particolare attenzione ai salari bassi.

L’idea è passare progressivamente da quattro a tre aliquote e al momento l’ipotesi che sembra più plausibile è: 23% per i redditi fino a 28 mila euro; 35% per i redditi oltre 28 mila e fino a 50 mila euro; 43% per i redditi oltre 50 mila euro. Significa che tutti pagheranno meno tasse, anche se così ad essere maggiormente avvantaggiati sarebbero i più ricchi.

Per aiutare in particolare redditi bassi e medi Meloni ha quindi annunciato che l’esecutivo rimetterà ordine alla giungla di esenzioni, detrazioni, deduzioni e crediti d’imposta, che oggi costano 125 miliardi di euro allo Stato. Il ministero dell’Economia pensa a un rafforzamento delle detrazioni per chi ha stipendi medi e bassi e un depotenziamento per chi ha stipendi molto alti. Tutto, però, è ancora da definire.

Quando arriva la flat tax incrementale per i dipendenti?

Poi, per incentivare il lavoro e sostenere i salari spesso troppo bassi la presidente ha detto che l’esecutivo immagina “per i lavoratori dipendenti l’introduzione della flat tax al 15% sugli incrementi di salario: l’idea è che se in un momento difficile lavori e produci di più, lo Stato te lo riconosce con tassazione bassa e piatta”.

La flat tax incrementale per i dipendenti potrebbe vedere la luce già il prossimo autunno ed entrare effettivamente in vigore nel 2024, considerando gli aumenti di stipendio da oggi al prossimo anno.

In cosa consiste il piano “più assumi, meno paghi” del governo Meloni

Infine c’è la riduzione dell’Ires, l’imposta sui redditi delle società. “Vogliamo abbassarla gradualmente a una condizione - ha spiegato Meloni - quello che le aziende pagheranno di meno dovranno investirlo soprattutto in assunzioni a tempo indeterminato. Più è alta l’incidenza di manodopera in proporzione al fatturato, più ti aiuta lo Stato”.

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