Arriva il bando di concorso per educatori negli asili nido di Napoli. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Il Comune di Napoli ha annunciato il bando di concorso per l’assunzione di educatori negli asili nido pubblici, di prossima pubblicazione.
Un’opportunità da non perdere per chi vuole lavorare con i bambini e contribuire all’ambizioso progetto di rafforzamento del sistema educativo per la prima infanzia.
Napoli vuole infatti migliorare i propri servizi, sia qualitativamente - riducendo il rapporto numerico educatore/bambini - che con un’offerta più ampia. Incrementando il personale sarà possibile aumentare i posti disponibili ed estendere le fasce orarie di apertura, incontrando in modo più efficace le esigenze di molte famiglie.
Per questo motivo, l’obiettivo è assumere 250 nuovi educatori tra il 2025 e il 2027 con contratto a tempo indeterminato, promuovendo la stabilità dei lavoratori ma anche delle famiglie e dei piccoli che frequentano i nidi comunali. Ecco tutte le informazioni utili, i requisiti e come candidarsi.
I requisiti per lavorare negli asili nido di Napoli
Secondo le anticipazioni dell’amministrazione il nuovo concorso per educatori dovrebbe essere presto pubblicato dal Comune di Napoli, che intende avviare il progetto di potenziamento dei servizi educativi 0-3 già a partire da settembre 2025.
Non sono ancora noti, quindi, i criteri specifici, anche se per la figura professionale degli educatori ci sono linee guida piuttosto chiare. In particolare, è richiesta una laurea in ambito psicologico-educativo:
- una laurea triennale in Scienze dell’educazione e della formazione (L-19);
- una laurea magistrale in Scienze della formazione primaria (LM-85 bis) integrata da una specializzazione sui servizi educativi per l’infanzia (da 60 Cfu).
L’educatore dovrà quindi avere comprovate conoscenze in ambito psicologico e pedagogico, ma anche nozioni di primo soccorso infantile e puericultura. Chi ha iniziato a lavorare prima della riforma del sistema educativo dell’infanzia può continuare a fare l’educatore senza laurea, con un diploma o attestato conseguito prima del 31 maggio 2017 che sia riconosciuto dalle leggi regionali a tale scopo.
Saranno comunque richiesti anche i requisiti generali per il pubblico impiego, tra cui:
- la cittadinanza italiana (o Ue);
- l’idoneità psicofisica;
- il pieno godimento dei diritti civili e politici;
- l’assenza di condanne penali incompatibili;
- non aver concluso precedenti rapporti di lavoro con la Pubblica amministrazione per rendimento insufficiente o produzione di documenti falsi.
Oltre alla valutazione dei titoli è probabile che saranno considerate anche le conoscenze informatiche e di lingua inglese dei candidati, che potrebbero anche essere sottoposti a delle prove per verificare le competenze specifiche nell’ambito educativo.
Come candidarsi
Chi vuole lavorare con i bambini nel Comune di Napoli deve monitorare frequentemente il sito web istituzionale e anche il portale di reclutamento InPa, da cui poi sarà possibile inviare la propria candidatura attraverso l’identità digitale (Spid, Cie o Ts-Cns).
Il percorso concorsuale dovrebbe iniziare molto presto, visto che il piano di espansione dell’amministrazione napoletana è piuttosto ambizioso. Si parla infatti dell’assunzione di 250 nuovi educatori entro l’anno scolastico 2026/2027, ai quali si aggiungeranno fin da subito circa 50 educatori assunti direttamente con lo scorrimento delle graduatorie in corso. Nel nuovo anno scolastico dovrebbero infatti essere aperti ben 13 ulteriori asili nido, a cui se ne aggiungeranno altri 6 nell’anno 2026/2027.
Saranno peraltro attivate 16 nuove sezioni Primavera, dedicate ai bambini tra i 24 e i 36 mesi di età.
Così, anche grazie al sostegno del Pnrr, Napoli vuole migliorare la copertura dei servizi educativi dell’infanzia, che oggi non è ottimale. La media nazionale è del 28% per i servizi educativi 0-3 anni, quella del capoluogo campano del 10% nel settore pubblico e del 14% nel settore privato. L’obiettivo europeo chiede invece una copertura almeno del 33%, cui sarà più semplice avvicinarsi con progetti di questo genere, fondamentali per la creazione di nuovi posti di lavoro ma anche per l’occupazione dei neogenitori.
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