Assunzioni in Italia, lavoro subito per 600.000 persone in questi settori

Simone Micocci

28 Maggio 2025 - 17:45

Cerchi lavoro? Questo è il momento migliore per trovarlo. Ecco in quali settori assumono e per quali profili professionali.

 Assunzioni in Italia, lavoro subito per 600.000 persone in questi settori

Se cerchi lavoro questo è uno dei migliori momenti per trovarlo per quanto molto probabilmente dovrai “accontentarti” di un impiego con contratto a tempo determinato. D’altronde il Belpaese è noto per le sue destinazioni turistiche e con l’estate alle porte si aprono diverse opportunità di impiego in quei settori che vi ruotano intorno: dalla ristorazione all’ospitalità, ma non solo.

La buona notizia è che in questi settori non è richiesta chissà che esperienza o titolo di studio, per quanto ovviamente vanno comunque considerati come dei requisiti preferenziali per avere maggiori possibilità di essere assunti, come ad esempio la conoscenza della lingua straniera (che in alcuni annunci di lavoro rappresenta invece una condizione obbligatoria per l’assunzione). Per quanto va detto che non ci sia chissà quale concorrenza: specialmente negli ultimi anni - inizialmente è stata data la colpa al Reddito di cittadinanza ma anche con l’addio di questa misura la situazione non è chissà quanto migliorata - infatti, nel settore stagionale c’è carenza di personale.

Nel dettaglio, secondo il recente report di Assolavoro Datalab, l’Osservatorio realizzato dall’Associazione nazionale delle Agenzie per il lavoro, sono 600.000 le assunzioni stimate per il periodo estivo in Italia.

Ma attenzione, perché non mancano i problemi.

600.000 assunzioni in Italia, lavori subito in questi settori

È facile farsi un’idea di quali sono i settori interessati dalle 600.000 assunzioni che ci saranno nel periodo estivo. Come si legge dal report, queste riguarderanno tutti quei settori del turismo, dall’accoglienza alla ristorazione. Hotel, villaggi e attività balneari: tutti sono alla ricerca di personale per avere l’organico pronto in vista della stagione estiva.

A tal proposito, ci si può rivolgere direttamente alle strutture oppure alle agenzie interinali a cui sempre più aziende si rivolgono così da essere sicure di avere tutto il personale a disposizione una volta che si partirà con la stagione (che in alcuni posti è già iniziata), considerando anche il vantaggio di avere subito pronti dei sostituti nel caso in cui dovessero esserci degli abbandoni improvvisi (molto frequenti nell’ambito del lavoro stagionale, caratterizzato da una forte volatilità). Qui si stima che sono circa 50.000 i posti a disposizione.

Nel dettaglio, tra le posizioni con maggiori opportunità di impiego bisogna segnalare animatori - per spiagge, alberghi ma persino per le navi da crociera - bagnini e beach manager. Senza dimenticare poi il settore della ristorazione, un’eccelenza per il nostro Paese: qui, oltre ai camerieri, è in crescita la ricerca di chef de rang, commis di cucina e bartender.

Ma attenzione perché ci sono anche ambiti che spesso vengono dimenticati e dove invece nel periodo estivo c’è un notevole incremento della domanda da parte delle aziende. Vale ad esempio per il settore dei trasporti - in particolare con l’assunzione di conducenti per bus e navette - ma anche dell’assistenza, come ad esempio per quanto riguarda coloro che assistono persone con disabilità. E ancora, operatori della logistica, ma anche per tutte quelle professioni della filiera agroalimentare: dagli operatori stagionali agli addetti ai reparti e al confezionamento, fino ai commessi.

In particolare, il maggior bisogno di manodopera è nel Nord Est Italia, dove si concentra il 31% della domanda di assunzione, almeno per le offerte di impiego che passano per le Agenzie per il lavoro. Segue il Sud Italia con il 21,9%, il Centro con il 17,5% e infine il Nord Ovest con l6,1%. Chiudono le Isole, con il 13,1%.

I problemi del settore stagionale

Come anticipato, non sarà facile per le aziende trovare tutto il personale di cui ha bisogno, visto che negli ultimi anni sempre più persone preferiscono non lavorare piuttosto che essere impiegati nel solo periodo estivo facendo sacrifici che in molte occasioni non hanno alcuna garanzia per il futuro.

Il settore del lavoro stagionale in Italia presenta numerose criticità che, da anni, compromettono la qualità dell’occupazione e l’attrattività dello stesso comparto, soprattutto per i giovani. Si tratta di problemi strutturali, più volte denunciati dai sindacati - in particolare dalla Filcams Cgil - che vanno ben oltre la semplice stagionalità del lavoro. Tra le problematiche più ricorrenti figurano l’uso esteso di contratti irregolari, con mansioni e orari di lavoro che non corrispondono a quanto dichiarato formalmente.

Molti lavoratori, infatti, risultano assunti part-time ma lavorano a tempo pieno - spesso per 8 o 9 ore al giorno, sette giorni su sette - senza alcun giorno di riposo e con una paga che, in alcuni casi, arriva a malapena a 3 euro l’ora.

In diverse situazioni si tratta di lavoro nero, oppure di impieghi “grigi”, in cui una parte della retribuzione è versata fuori busta e senza versamento dei contributi. Tutto ciò si traduce in un grave danno economico e previdenziale per i lavoratori, che perdono diritti essenziali come ferie retribuite, Tfr e accesso alle prestazioni assistenziali come l’indennità di disoccupazione Naspi.

Anche il pagamento degli stipendi, che dovrebbe avvenire con strumenti tracciabili come il bonifico bancario, avviene spesso in contanti, in violazione della legge e con l’obiettivo di eludere controlli fiscali.

A peggiorare il quadro è la scarsità di controlli da parte degli ispettorati del lavoro, a causa di risorse insufficienti e personale ridotto, mentre la Guardia di Finanza può intervenire solo su segnalazione o attraverso controlli a campione.

I lavoratori stessi, infine, faticano a denunciare le irregolarità per paura di ritorsioni o di essere esclusi dal mercato locale del lavoro, soprattutto nei piccoli centri turistici dove le opportunità sono limitate. Tutto questo alimenta un circolo vizioso che penalizza chi lavora onestamente e scoraggia nuove generazioni di stagionali, contribuendo alla cronica difficoltà nel reperire personale segnalata ogni anno dalle imprese del settore.

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