Assegno di inclusione 2024, requisiti, importi e regole per farne richiesta

Simone Micocci

18/12/2023

19/02/2024 - 09:13

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Assegno di inclusione (ADI), al via le domande: chi può beneficiarne, calcolo importo e obblighi.

Assegno di inclusione 2024, requisiti, importi e regole per farne richiesta

Al via oggi, lunedì 18 dicembre, le raccolta delle domande per l’Assegno di inclusione (ADI), quello che a tutti gli effetti possiamo definire come il “nuovo Reddito di cittadinanza”.

Con la circolare n. 105 del 16 dicembre 2023, l’Inps ha riepilogato requisiti, regole di calcolo, obblighi e sanzioni, riprendendo di fatto quanto stabilito dal decreto legge n. 48 del 4 maggio 2023 (convertito in legge n.85 del 2023) recante “misure urgenti per l’inclusione sociale e l’accesso al mondo del lavoro”.

Insieme al Supporto formazione e lavoro (SFL), già partito a settembre seppur con qualche rallentamento, si completa così la riforma del Reddito di cittadinanza che seppur con qualche analogia rispetto al passato (in particolare per requisiti e importi) dovrebbe comportare un cambio di paradigma: chi può lavorare deve mettersi nella condizione di farlo e solamente così potrà beneficiare di un sostegno (limitato nel tempo). Chi invece è in una condizione di bisogno economico e non è nella condizione di poter svolgere un’occupazione continuerà invece a godere di un supporto, il cui valore potrebbe essere persino più alto rispetto a quanto percepito fino a oggi.

A tal proposito, visto l’avvio della fase di raccolta delle domande, ecco una guida completa su tutto quello che serve sapere sull’Assegno di inclusione così da farsi un’idea di quanto spetta e su cosa serve affinché se ne possa fare richiesta.

Circolare Inps n. 105 del 16 dicembre 2023
Clicca qui per una guida completa al nuovo Assegno di inclusione.

Cos’è

È il decreto legge n. 48 del 4 maggio 2023, coordinato con la legge di conversione n. 85 del 3 luglio 2023, a disciplinare l’Assegno di inclusione quale “misura nazionale di contrasto alla povertà, alla fragilità e all’esclusione sociale delle fasce deboli attraverso percorsi di inserimento sociale, nonché di formazione, di lavoro e di politica attiva del lavoro”.

Un po’ come il Reddito di cittadinanza - con il quale come vedremo di seguito non mancano le analogie - con la differenza che l’Assegno di inclusione sarà riservato a quei nuclei familiari che hanno al loro interno almeno un componente che fa parte di una delle seguenti categorie:

  • minorenne;
  • disabile;
  • over 60.

Ne hanno diritto anche quei nuclei familiari in cui sono presenti “dei componenti in condizione di svantaggio e inseriti in programmi di cura e assistenza dei servizi socio-sanitari territoriali certificati dalla pubblica amministrazione”. A tal proposito, come specificato dal decreto n. 154/2023 del ministero del Lavoro, la condizione di svantaggio - che deve sussistere prima della presentazione della domanda dell’Adi - è strettamente legata agli obiettivi e alla durata degli interventi e dei servizi previsti nel percorso di accompagnamento verso l’autonomia o del progetto di assistenza individuale, nell’ambito della presa in carico sociale o sociosanitaria.

A chi spetta

Possono richiedere l’Assegno di inclusione - erogato sulla Carta di Inclusione - i cittadini Ue, o un suo familiare titolare del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente, come pure i cittadini di Paesi terzi in possesso del permesso di soggiorno Ue per soggiornanti di lungo periodo, ovvero titolare dello status di protezione internazionale.

È poi necessario essere residenti in Italia per almeno 5 anni, di cui gli ultimi 2 anni in modo continuativo.

La buona notizia è che il limite Isee per beneficiarne è lo stesso di quello richiesto per il Reddito di cittadinanza: per godere dell’Assegno di inclusione non si possono superare i 9.360 euro. Semmai il rischio è che, a causa delle novità introdotte per il parametro di scala di equivalenza, diventi più complicato stare al di sotto della soglia reddituale.

Parametro di scala di equivalenza

Un capitolo a parte lo merita il parametro di scala di equivalenza, ossia quel valore che tiene conto della composizione del nucleo familiare sia per definire il requisito reddituale che per l’importo spettante.

Nel dettaglio, il parametro di scala verrà così calcolato:

  • valore pari a 1 per il richiedente;
  • 0,50 per ciascun altro componente con disabilità o non autosufficiente;
  • 0,40 per ciascun altro componente con età pari o superiore a 60 anni;
  • 0,40 per un componente maggiorenne con carichi di cura (chi si occupa di minori di età inferiore ai 3 anni o di 3 o più figli minori o di componenti con disabilità o non autosufficienza);
  • 0,30 per ciascun altro componente adulto in condizione di grave disagio bio-psico-sociale e inserito in programmi di cura e di assistenza certificati dalla pubblica amministrazione;
  • 0,15 per i figli di età inferiore ai 2 anni;
  • 0,10 per ogni ulteriore minore di età superiore ai 2 anni.

Il valore massimo può arrivare a 2,2, 2,3 in caso di disabili gravi nel nucleo familiare.

Di fatto ci sono molte differenze rispetto all’attuale Reddito di cittadinanza con il quale invece viene assegnato un +0,40 a tutti i maggiorenni e un +0,20 a tutti i minorenni. Una differenza che avrà ripercussioni tanto sull’importo del requisito spettante quanto sulla possibilità di poterne beneficiare.

Limite di reddito

Il limite di reddito da non superare per avere diritto all’Assegno di inclusione è uguale a quello del Rdc, in quanto pari a 6.000 euro per la persona sola da moltiplicare per il parametro di scala di equivalenza.

Tuttavia, dal momento che sono cambiati i criteri per il calcolo del parametro di scala di equivalenza c’è il rischio che chi oggi ha potuto godere del Reddito di cittadinanza non potrà fare altrimenti con l’Assegno di inclusione.

Esempio

Pensiamo a un nucleo composto da due maggiorenni e un minorenne di 4 anni d’età, con reddito familiare di 8.000 euro. Questa famiglia ha beneficiato del Reddito di cittadinanza in quanto visto un parametro di scala di equivalenza pari a 1,60 gli è bastato non superare la soglia reddituale di 9.600 euro (6.000*1,6).

Con il passaggio all’Assegno di inclusione, invece, il parametro di scala di equivalenza scende ad 1,10, con il risultato che il limite di reddito passa a 6.600 euro. Di conseguenza, con un reddito familiare di 8.000 euro questa famiglia verrebbe esclusa dalla possibilità di accedere al nuovo sostegno.

Limite patrimoni

Per quanto riguarda i patrimoni viene stabilito che quello immobiliare non deve superare i 30 mila euro: in questo non è compresa la prima casa di proprietà, ma solo quando ha un valore ai fini Imu superiore a 150.000 euro.

Il patrimonio mobiliare, invece, ha un limite di 6.000 euro, la cui soglia viene accresciuta di 2.000 euro per ogni componente del nucleo successivo al primo, fino a un massimo di 10.000 euro, con l’aggiunta di altri 1.000 euro per ogni minorenne successivo al secondo.

Inoltre, per ogni componente con disabilità si aggiungono altri 5.000 euro, 7.500 euro nel caso di grave disabilità o non autosufficienza.

Gli altri requisiti

Dopodiché viene ripreso lo stesso schema del Reddito di cittadinanza, escludendo ad esempio dai nuclei beneficiari quelli in cui risultano proprietari di autoveicoli di cilindrata superiore a 1600 cc. - o motoveicoli di cilindrata superiore a 250 cc. - immatricolati la prima volta nei 36 mesi antecedenti la richiesta. Da tale limite sono escluse auto e moto per cui è prevista una agevolazione fiscale in favore delle persone con disabilità.

L’accesso all’Assegno di inclusione è precluso anche ai componenti intestatari di navi e imbarcazioni da diporto o di aeromobili di ogni genere.

Inoltre, non può presentare richiesta dell’Assegno di inclusione chi nei 10 anni precedenti alla richiesta è stato sottoposto a misura cautelare personale. Vengono esclusi anche i nuclei in cui il componente risulta aver rassegnato le dimissioni nei 12 mesi successivi alla data delle dimissioni (eccetto il caso delle dimissioni per giusta causa).

Importo

L’Assegno di inclusione ha un importo base di 500 euro al mese (6.000 euro l’anno), con l’aggiunta del rimborso per la componente affitto fino a un massimo di 280 euro.

E fin qui non ci sono differenze con il Rdc, compreso il fatto che il beneficio sarà solamente un’integrazione del reddito familiare. Ciò significa, che per calcolare l’importo dell’Assegno di inclusione bisognerà utilizzare la seguente formula:

[(6.000 euro * parametro di scala di equivalenza) - Reddito familiare)]/12

E dal momento che per alcune famiglie il calcolo del parametro di scala di equivalenza cambia e diventa più penalizzante, anche l’importo dell’Assegno di inclusione potrebbe risultare più basso rispetto a quanto percepito con il Reddito di cittadinanza.

Il pagamento avviene, così come per il Rdc, su una carta ricaricabile gestita da Poste Italiane, la cosiddetta Carta d’inclusione.

Assegno di inclusione al posto della Pensione di cittadinanza

Cambiano le regole per il calcolo dell’importo per le famiglie in cui sono presenti esclusivamente componenti over 67, o comunque un componente over 67 e altri disabili gravi o non autosufficienti, ossia per gli attuali percettori di Pensione di cittadinanza. Per questi, infatti, la soglia base di reddito è pari a 7.560 euro (quindi 630 euro al mese), da moltiplicare per il relativo parametro di scala: di fatto, si tratta dello stesso importo riconosciuto con la Pensione di cittadinanza. In questo caso spettano 150 euro di rimborso ogni mese per chi vive in affitto.

Durata

La durata è simile a quella del Rdc: 18 mesi nel primo periodo di fruizione, rinnovabile - previo un mese di sospensione - per altri 12 mesi. Non ci sono limiti al rinnovo: chi ne soddisfa i requisiti, quindi, vi potrà accedere infinite volte, rispettando però un mese di sospensione tra un rinnovo e un altro.

Cumulabilità con Assegno unico e Supporto per la formazione e il lavoro

Come abbiamo avuto modo di notare, a essere svantaggiati dal nuovo calcolo del parametro di scala di equivalenza sono perlopiù i nuclei familiari con figli minorenni e quelli in cui ci sono componenti occupabili.

Tuttavia, va considerato che rispetto a chi prende il Reddito di cittadinanza vi è possibilità di “arrotondare” quanto percepito attraverso altre forme di sostegno:

  • intanto è bene sottolineare che a chi prende l’Assegno di inclusione l’Assegno unico verrà pagato per intero, e non solamente un’integrazione come nel caso del Rdc;
  • inoltre, è vero che gli occupabili non sono inclusi nel parametro di scala ma questi possono fare domanda del Supporto per la formazione e il lavoro (SFL) così da poter godere di un bonus di 350 euro per un massimo di 12 mensilità (ma solo se l’Isee è inferiore a 6.000 euro).

Grazie a questi due nuovi strumenti è possibile che l’entrata mensile possa essere persino maggiore rispetto a quanto fino a oggi percepito con il Reddito di cittadinanza.

Le altre condizioni

Laddove nel nucleo familiare siano presenti persone occupabili, bisognerà prendere parte a un percorso di orientamento e ricerca del lavoro che obbliga il beneficiario ad accettare qualsiasi offerta di lavoro che verrà presentata dai servizi per il lavoro.

Nel dettaglio, si partirà dall’iscrizione al sistema informativo per l’inclusione sociale e lavorativa (Siisl) dopodiché si verrà contattati dagli uffici territoriali di servizi sociali e centri per l’impiego per una valutazione multidimensionale dei bisogni del nucleo.

Chi è nella condizione di poter lavorare andrà a sottoscrivere il patto per il lavoro, come oggi per il Rdc, e dovrà impegnarsi nel frequentare corsi di formazione e prendere parte a iniziative di orientamento. Per chi non lo fa scatta la decadenza della misura.

Il vantaggio è che, oltre agli sgravi assunzione già in essere, le aziende che assumeranno un percettore di Assegno di inclusione potranno godere di un esonero del 100% dei contributi previdenziali dovuti fino a un massimo di 8.000 euro l’anno.

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