Assegno di divorzio una tantum, quando il mantenimento viene pagato in un’unica soluzione

Ilena D’Errico

11 Marzo 2023 - 18:56

condividi

L’assegno di divorzio può essere pagato una tantum: ecco quando e quali sono i vantaggi del pagamento in un’unica soluzione.

Assegno di divorzio una tantum, quando il mantenimento viene pagato in un’unica soluzione

L’assegno divorzile in alcuni casi può essere erogato una tantum. Il pagamento in un’unica soluzione può essere vantaggioso per entrambi gli ex-coniugi, purché ci siano i presupposti per questo tipo di scelta.

Quando l’assegno divorzile può essere una tantum

Il requisito fondamentale per prevedere il pagamento una tantum dell’assegno divorzile è l’accordo delle parti. I coniugi devono quindi presentare la domanda di divorzio congiunta. Altre modalità, come ad esempio il divorzio presso l’ufficio comunale, non consentono infatti di richiedere il pagamento in un’unica soluzione. I coniugi devono quindi di comune accordo scegliere questa forma di pagamento, poiché non può essere imposta dal giudice.

Quest’ultimo, invece, dovrà intervenire nel calcolo dell’importo dell’assegno divorzile, a meno che i coniugi siano già d’accordo anche su questo punto. Le parti possono infatti stabilire una cifra in modo autonomo, purché siano di comune accordo. Nella prassi, questa decisione viene per lo più affidata al tribunale, così da beneficiare di una decisione più obbiettiva.

In ogni caso, se la soluzione viene apprezzata da entrambi i coniugi, non ci sono altri ostacoli per richiedere il pagamento una tantum, che sarà disposto dal giudice contestualmente alla sentenza di divorzio. Ovviamente è necessario che siano presenti i requisiti generali per poter beneficiare dell’assegno divorzile, ma non si richiedono particolari criteri per la modalità di pagamento in sé.

Calcolo dell’assegno divorzile una tantum

L’assegno di divorzio, anche nella forma una tantum, viene determinato per consentire al coniuge oggettivamente impossibilitato di essere economicamente autosufficiente e indipendente. Nella valutazione, si considera anche il contributo apportato dal coniuge durante il matrimonio alla vita familiare. In questo senso, vengono presi in considerazione anche il lavoro domestico e l’impegno nella cura dei figli, perciò non rileva esclusivamente il contributo prettamente economico. La giurisprudenza, peraltro, negli ultimi tempi ha dimostrato di evidenziare anche il sacrificio professionale e le rinunce effettuate in termini di carriera.

Il calcolo dell’assegno divorzile deve comunque tenere conto anche delle disponibilità economiche dell’ex-coniuge obbligato, un parametro di fondamentale importanza per giungere a una cifra sufficientemente equa per entrambe le parti. L’assegno divorzile non prende mai in considerazione il tenore di vita dei coniugi durante il matrimonio, in quanto la sentenza di divorzio scioglie definitivamente il vincolo coniugale. Oltretutto, si sta facendo sempre più preminente la tendenza a non considerare questo parametro anche in fase di assegno di mantenimento post-separazione, o perlomeno a attribuirgli un peso minore rispetto al passato.

Non esiste comunque un metodo di calcolo oggettivamente stabilito dalla legge, anche se di norma i tribunali sono soliti rintracciare la somma dell’assegno una tantum con la moltiplicazione della somma dell’assegno di mantenimento (se presente) oppure dell’ipotetico assegno divorzile, per le mensilità dell’aspettativa di vita del beneficiario.

Vantaggi dell’assegno divorzile in un’unica soluzione

L’assegno divorzile una tantum può essere scelto esclusivamente dagli ex-coniugi, i quali hanno effettivamente diverse ragioni per preferire questo tipo di soluzione. L’ex-coniuge beneficiario può innanzitutto assicurarsi il pagamento per intero, senza temere successivi ritardi o inadempimenti e le grane legali che conseguirebbero per ottenere i pagamenti. L’assegno divorzile una tantum è anche esentasse, diversamente dagli assegni di divorzio mensili; tuttavia, non è detraibile ai fini Irpef per il soggetto obbligato.

Quest’ultimo può comunque giovare del pagamento in un’unica soluzione, poiché gli permette di mettersi al riparo da qualsiasi eventuale nuova pretesa dell’ex-coniuge. Una volta corrisposto l’assegno, il beneficiario non potrà più avanzare nessuna richiesta - a prescindere dalle sue condizioni - e perderà anche il diritto agli alimenti, alla quota del Tfr e della pensione di reversibilità (quando spettanti).

Come funziona il pagamento una tantum dell’assegno di divorzio

Un’ulteriore particolarità dell’assegno divorzile una tantum è che il pagamento può avvenire anche tramite il trasferimento di diritti reali su immobili o beni mobili iscritti a pubblici registri, purché atti a garantire l’indipendenza economica del beneficiario attraverso il loro utilizzo. I coniugi hanno piena facoltà di decisione anche in questo caso e possono perfino ipotizzare un pagamento rateale della somma.

Iscriviti a Money.it