Aria condizionata al lavoro, quando è obbligatoria e che temperatura impostare

Simone Micocci

13 Luglio 2023 - 12:45

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Aria condizionata in ufficio, in quali casi il datore di lavoro è obbligato a installare il climatizzatore? E qual è la giusta temperatura degli ambienti? Facciamo chiarezza.

Aria condizionata al lavoro, quando è obbligatoria e che temperatura impostare

L’aria condizionata è obbligatoria in azienda? Nel periodo estivo lavorare in un ufficio senza aria condizionata potrebbe essere molto complicato, specialmente in un’estate come questa che si preannuncia una delle peggiori di sempre a causa delle elevate temperature.

È lecito chiedersi quindi se da parte dell’azienda ci sia l’obbligo di montare il climatizzatore in ufficio, nonché quali sono le regole comportamentali riguardo alla temperatura e alla manutenzione degli impianti.

Si tratta di un tema che non va sottovalutato tanto da rientrare tra le norme in materia di sicurezza sul lavoro contenute nel Testo unico (d.lgs n. 81 del 2008). A tal proposito, vediamo cosa dice in merito all’obbligo di aria condizionata in ufficio o comunque negli ambienti di lavoro, nonché quali sono le norme a cui azienda e dipendenti sono tenuti ad adeguarsi.

Quando l’aria condizionata in ufficio è obbligatoria

Se c’è troppo caldo il datore di lavoro ha l’obbligo di fare il possibile per mettere il dipendente nella condizione di poter svolgere le proprie mansioni senza rischiare la salute. Altrimenti questo potrebbe persino rifiutarsi di lavorare, mantenendo il diritto allo stipendio.

A tal proposito, tale obbligo rientra nel concetto di microclima, nella parte in cui viene stabilito che per tutte le attività lavorative che si svolgono in luoghi al chiuso bisogna garantire aria salubre in quantità sufficiente, tenendo soprattutto conto dei metodi di lavoro e degli sforzi fisici ai quali vengono sottoposti i dipendenti.

Ciò significa che bisognerà intervenire con impianti di areazione e climatizzazione laddove non sia possibile assicurare aria salubre a sufficienza con le aperture naturali (con le finestre quindi).

L’obbligo del condizionatore in ufficio, dunque, va valutato caso per caso: è essenziale infatti che in ogni locale ci sia una temperatura adeguata, tenendo in considerazione anche il grado di umidità. Bisognerà assicurarsi che negli ambienti di lavoro non ci siano condizioni tali da poter comportare un rischio di stress termico ai dipendenti e se aprire le finestre non dovesse risultare sufficiente per raggiungere tale obiettivo bisognerà per forza dotarsi di un impianto di climatizzazione.

La giusta temperatura in ufficio

Potrebbe succedere, però, che negli uffici con l’aria condizionata sorgano delle liti tra colleghi per quanto riguarda la giusta temperatura da mantenere nell’ambiente.

A tal proposito ci viene in soccorso il decreto del Presidente della Repubblica n. 74 del 16 aprile 2013, nel quale viene specificato che in estate la temperatura sul luogo di lavoro dotato di aria condizionata non deve scendere al di sotto dei 26 gradi, con una tolleranza di 2 unità (con la possibilità di scendere fino a 24 gradi in caso di necessità).

In inverno, invece, per gli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili la temperatura non deve superare i 18 gradi, mentre per tutti gli altri è di 20 gradi (e in entrambi i casi ci sono 2 gradi di tolleranza).

È poi consigliato - ma in questo caso dall’Oms - di evitare uno sbalzo termico eccessivo che potrebbe essere pericoloso per la salute: secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione mondiale della Sanità, infatti, non dovrebbe esserci una differenza superiore ai 7 gradi tra la temperatura interna e quella esterna.

I consigli dell’Inail per un corretto utilizzo

Anche l’Inail è intervenuto nel dare alcuni consigli per evitare che un errato utilizzo dell’aria condizionata in ufficio possa comportare rischi alla salute dei lavoratori. Utilizzo che “non può prescindere da una corretta installazione, una puntuale manutenzione e soprattutto una corretta gestione”.

Ad esempio, bisogna scegliere il giusto collocamento per il montaggio, individuando la migliore posizione che permetta un buon rimescolamento dell’aria, senza che gli occupanti siano colpiti da flussi d’aria troppo veloci. Nessun lavoratore, quindi, dovrebbe essere sotto il getto diretto dell’aria condizionata.

Il tutto senza prescindere dalle periodiche operazioni di pulizia e manutenzione degli impianti. Il condizionatore, infatti, può raccogliere sporco e incentivare il proliferare di batteri che grazie al sistema di areazione verrebbero rapidamente rimessi nell’ambiente. Ecco perché una sanificazione costante è essenziale, oltre a una manutenzione almeno annuale (tenendo conto che le tempistiche possono variare a seconda dell’impianto e quindi è sempre opportuno consultare chi lo ha installato per avere un’idea chiara di ogni quanto bisognerà sottoporlo a manutenzione).

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