Araminta Ross, alias Harriet Tubman: chi era e cosa ha fatto d’importante

Luna Luciano

11/09/2022

12/09/2022 - 10:51

condividi

Liberare gli afroamericani dalla schiavitù, promuovendone l’abolizione. Harriet Tubman è stata una figura fondamentale per il movimento abolizionista. Scopriamo qualcosa di più sulla sua vita.

Araminta Ross, alias Harriet Tubman: chi era e cosa ha fatto d’importante

È passata alla storia come la “Mosè degli afroamericani”. Araminta Ross, alias Harriet Tubman è stata un’attivista abolizionista americana.

Nata come schiava, Harriet Tubman è diventata il simbolo della lotta alla schiavitù, riuscendo a fuggire e a sua volta a liberare altri suoi compagni e compagne in catene, grazie all’intricata e segreta rete di attivisti antischiavisti e case sicure nota come l’Underground Railroad.

Non solo. La Tubman ha svolto un ruolo fondamentale durante la guerra civile americana, diventano esploratrice armata e spia per l’esercito dell’Unione.

Una figura fondamentale per i diritti umani, la cui storia è stata recentemente riportata alla memoria grazie alla pellicola del 2019 Harriet. Film che andrà in onda l’11 settembre in prima visione su Canale 5. Diretto da Kasi Lemmons, il film vede nei panni dell’attivista abolizionista la talentuosa attrice Cynthia Erivo.

Guardando al razzismo pervasivo della società caucasica occidentale, è quanto mai importante ripercorrere la sua storia. Ecco tutto quello che c’è da sapere sulla sua vita.

Chi era Harriet Tubman: dalla schiavitù alla fuga verso la libertà

Harriet Tubman nacque come schiava (probabilmente tra il 1822 e il 1825), nella contea di Dorchester, nel Maryland, da Harriett Green, cuoca presso la famiglia Brodess e da, Ben Ross, il quale svolgeva l’attività di falegname.

Harriet fin da piccola ha conosciuto la violenza, venendo picchiata e frustata dai suoi padroni. È ancora bambina quando, nel 1833, rimane ferita alla testa, a causa di un pezzo di metallo tirato da un uomo nel tentativo di fermare la fuga di un “suo” schiavo. L’incidente le causò forti emicranie e persino delle visioni che considerava premonizioni.

Dopo essersi sposata in prime nozze con John Tubman nel 1849, Harriet decise di tentare la fuga, una prima volta con i fratelli e una seconda volta, quando riuscì ad attraversare lo stato del Delaware, grazie ai percorsi degli Underground Railroad giungendo in Pennsylvania. Memorabili le sue parole:

Quando ho scoperto di aver oltrepassato quel limite, mi sono guardato le mani per vedere se ero la stessa persona. C’era una tale gloria su tutto; il sole veniva come oro attraverso gli alberi e sui campi, e mi sentivo come se fossi in paradiso.

Cosa ha fatto Harriet Tubman: l’Underground Railroad e la Mosè degli afroamericani

Dopo la sua fuga, la Tubman decise di collaborare con l’intricata rete dell’Underground Railroad di antischiavisti. Ritornò quindi nel Maryland per salvare la sua famiglia e lentamente continuò con la sua attività di guida attraverso la rete. In 13 spedizioni riuscì a liberare 70 persone ridotte in schiavitù, motivo che le valse il soprannome “Mosè degli afroamericani”.

Dopo l’approvazione del Fugitive Slave Act del 1850, che rafforzò lo schiavismo, Harriet guidò i fuggitivi nel Nord America britannico, ossia il Canada, aiutandoli a trovare lavoro. L’attività svolta dalla Tubman, non senza pericoli, le richiese grande ingegnosità: arrivando a liberare gli schiavi durante i mesi invernali, di notte, per ridurre al minimo la probabilità che il gruppo venisse visto.

La Tubman ha sempre portato con sé un revolver per garantire la protezione del gruppo dai cacciatori di schiavi e dai loro cani, o contro chiunque avesse deciso di tornare in dietro, mettendo in pericolo gli altri compagni liberati. Anni dopo il suo operato, la Tubman poté dichiarare in pubblico con estremo orgoglio di essere stata:

la conduttrice della Underground Railroad per otto anni e posso dire ciò che la maggior parte dei conduttori non può dire: non ho mai fatto uscire il treno dai binari e non ho mai perso un passeggero.

Harriet Tubman e la guerra di Secessione

Nel 1858 Harriet Tubman ha incontrato John Brown, un abolizionista caucasico che vedeva nell’insurrezione armata l’unico metodo per abolire la schiavitù. Sebbene Harriet non condividesse la stessa visione di Brown, lo aiutò a pianificare e reclutare sostenitori per il suo raid del 1859 su Harpers Ferry.

Allo scoppio della guerra di Secessione Harriet non si tirò indietro, lavorando prima come infermiera, cuoca e poi come spia dell’Unione. Nel 1863 fu la prima donna a guidare una spedizione armata, riuscendo a liberare 750 schiavi.

Harriet Tubman: gli ultimi anni e l’attivismo per il voto alle donne

Dopo la guerra, si ritirò nella casa di famiglia su una proprietà che aveva acquistato nel 1859 ad Auburn, New York, dove si prese cura dei suoi genitori anziani. E dove visse con il secondo marito Nelson Charles Davis. Tubman, anche negli ultimi anni della sua vita, non ha rinunciato alla lotta per i diritti.

Fu infatti attiva nel movimento per il suffragio femminile fino alla sua malattia, quando fu ricoverata in una casa per anziani afroamericani che aveva contribuito a fondare anni prima: morì di polmonite nel 1913. Di certo Harriet è oggi un modello e simbolo di lotta e del desiderio di profonda libertà: un diritto che dovrebbe essere garantito a ogni persona.

Iscriviti a Money.it