Approvato l’emendamento che introduce nuovamente il ravvedimento speciale per chi aderisce al concordato preventivo biennale. Un vero e proprio condono fiscale sugli anni 2018-2023.
Approvato il nuovo condono fiscale 2025 per chi aderisce al concordato preventivo biennale. L’emendamento al Decreto Legge Fiscale è stato approvato.
Il concordato preventivo biennale non ha mai avuto molti sostenitori e per l’edizione 2025-2026 si preannuncia un nuovo flop anche perché rispetto all’edizione dell’anno passato le condizioni sono peggiorate: nella formulazione iniziale non era previsto il ravvedimento speciale e sono esclusi i forfettari che nel 2024 hanno potuto aderire per un solo anno di imposta in via sperimentale. La platea degli aderenti potrebbe ulteriormente ridursi, ecco perché spunta nuovamente il ravvedimento speciale e a proporlo è Marco Osnato, Fratelli d’Italia, con un emendamento al Decreto Legge Fiscale.
Ecco cosa prevede il condono fiscale 2025 proposto nel concordato preventivo biennale.
Concordato preventivo biennale, gli incentivi per l’adesione
Prima di addentrarci sul ravvedimento speciale proposto dal Deputato Marco Osnato, ricordiamo brevemente che il concordato preventivo biennale è un accordo con il Fisco su base imponibile e tassazione riservato ai titolari di partita IVA/soggetti ISA.
L’accordo determina la base imponibile per la tassazione in due anni di imposta avendo come punto di riferimento diversi fattori e tra questi i redditi (ricavi/compensi) generati negli anni di imposta precedenti e il punteggio ISA. Per i contribuenti meno affidabili la base imponibile risulta essere più elevata rispetto ai redditi dichiarati. Proprio questo elemento rende poco appetibile l’accordo.
A mitigare l’asprezza dell’istituto la flat tax sui maggiori redditi. Non solo, infatti i controlli annunciati/minacciati sulle partite IVA che non aderiscono costituiscono un ulteriore elemento a favore dell’accordo.
Approvato il condono fiscale 2025?
L’emendamento di Marco Osnato, approvato il 17 luglio 2025, prevede che coloro che aderiscono al concordato “possono adottare il regime di ravvedimento versando l’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi e delle relative addizionali, nonché dell’imposta regionale sulle attività produttive”.
Dal punto di vista strutturale rispetto alla precedente edizione cambia poco, quest’anno il ravvedimento speciale, se approvato definitivamente, dovrebbe consentire di sanare gli anni di imposta dal 2018 al 2023.
La proposta iniziale prevedeva la possibilità per i contribuenti titolari di partita IVA che hanno aderito al concordato preventivo biennale 2024-2025 di sanare il solo anno di imposta 2023 (avevano avuto già la possibilità di sanare gli anni dal 2018-2022). Tale proposta non ha però trovato consenso e non è stata approvata.
Cosa prevede il ravvedimento speciale 2018-2023
Anche quest’anno possono essere sanate irregolarità su imposta sui redditi e Irap con un’aliquota che varia in base al punteggio ISA del singolo anno di imposta. Il reddito a cui si applica l’aliquota è determinato forfettariamente avendo come punto di riferimento il reddito dichiarato e il punteggio ISA.
La base imponibile è aumentata del:
- 5%, per chi ha un punteggio ISA pari a 10;
- 10%, per chi ha un punteggio ISA compreso tra 8 e 10;
- 20%, per i contribuenti punteggio ISA compreso tra 6 e 8;
- 30%, per chi ha un punteggio ISA compreso tra 4 e 6;
- 40%, per chi matura un punteggio ISA compreso tra 3 e 4;
- 50%, per chi ottiene un punteggio ISA inferiore a 3.
L’aliquota applicata, invece, è:
- 10%, per chi ottiene un punteggio ISA pari o superiore al 9;
- 12%, per chi ottiene un punteggio ISA compreso tra 6 e 8;
- 15%, per chi ottiene un punteggio ISA inferiore a 6.
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