Appropriazione indebita: è reato impedire all’ex coniuge di riavere i propri beni

Isabella Policarpio

26 Novembre 2018 - 20:00

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Secondo la Corte di Cassazione commette il reato di appropriazione indebita chi non restituisce i beni all’ex coniuge dopo la separazione. Ecco la disciplina e le conseguenze di questa condotta.

Appropriazione indebita: è reato impedire all’ex coniuge di riavere i propri beni

Non restituire i beni al coniuge separato integra il reato di appropriazione indebita. Così ha stabilito la Corte di Cassazione nella sentenza n. 52598 del 22 novembre 2018.

Nel caso di specie, la Corte di Cassazione ha confermato la punibilità di una donna che si era opposta a consegnare alcuni beni del marito dopo 24 mesi dall’inizio della separazione legale. Pertanto anche ai coniugi separati si estende l’applicabilità dell’articolo 646 del Codice penale sull’appropriazione indebita, ovvero una particolare tipologia di furto che riguarda beni di cui si ha già il possesso.

Al contrario, l’appropriazione indebita non può essere punita se il vincolo matrimoniale persiste; andiamo ad approfondire la disciplina dell’appropriazione indebita del Codice penale.

Il parere della Corte di Cassazione

L’appropriazione indebita indica la condotta di chi si appropria di un bene altrui di cui ha già il possesso con una condotta intenzionale. Il reato in questione è disciplinato dall’articolo 646 del Codice penale, che recita:

Chiunque, per procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto, si appropria il denaro o la cosa mobile altrui di cui abbia, a qualsiasi titolo, il possesso, è punito, a querela della persona offesa con la reclusione fino a tre anni e con la multa fino a € 1.032. Se il fatto è commesso su cose possedute a titolo di deposito necessario, la pena è aumentata. Si procede d’ufficio se ricorre la circostanza indicata nel capoverso precedente o taluna delle circostanze indicate nel n. 11 dell’articolo 61.

In merito alla condotta di appropriazione indebita, il legislatore penale prevede delle scriminanti (delle circostanze che escludono l’applicazione della pena) se il fatto è commesso da:

  • coniuge non legalmente separato;
  • ascendente, discendente, affine in linea retta, adottato o adottante;
  • fratello o sorella conviventi.

Proprio per questo la sentenza n. 52598 del 22 novembre 2018 della Corte di Cassazione ha riconosciuto la punibilità della donna che rifiutava di restituire i beni all’ex coniuge poiché il comportamento delittuoso era stato posto in essere quando la separazione era già in vigore.

In sintesi, la Cassazione ha sancito che qualsiasi appropriazione di beni dell’ex coniuge che avvenga dopo la separazione rientra nella condotta di appropriazione indebita ex articolo 646 del Codice penale. Pertanto la donna ha subito una condanna penale, anche se i giudici le hanno concesso la sospensione condizionale della pena.

Appropriazione indebita tra ex coniugi

L’appropriazione indebita è il reato attribuibile a chi esercita il possesso su una somma di denaro o su cose mobili altrui, se ne appropria e si comporta come se ne fosse il proprietario, per procurare un profitto per sé o per altri, senza avere l’autorizzazione del legittimo proprietario.

Questa circostanza di reato nasce come una specificazione del delitto di furto: l’appropriazione indebita prevede che un soggetto sottragga al legittimo proprietario un bene di cui è già in possesso, invece il furto riguarda beni materiali di cui non si ha nè il possesso nè la proprietà.

L’appropriazione indebita può avere ad oggetto un bene mobile, una somma di denaro e ogni altra cosa avente un valore intrinseco, anche non patrimoniale. Il presupposto per l’integrazione di questa fattispecie di reato è, dunque, il possesso del bene a qualsiasi titolo, quindi basta che ci sia la disponibilità materiale della cosa o del denaro in questione.

L’articolo 649 del Codice penale esclude l’appropriazione indebita all’interno dei rapporti di famiglia e del vincolo matrimoniale. Da questo consegue che non è possibile presentare una querela nei confronti del coniuge che trattiene indebitamente un bene del marito o della moglie. Ma se i fatti accadono dopo la separazione personale o dopo la sentenza di separazione giudiziale, l’ex coniuge viene considerato colpevole a tutti gli effetti.

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