Petrolio WTI: come impostare l’operatività dopo la recente discesa?

Ufficio Studi Money.it

10 Gennaio 2020 - 12:56

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Dopo aver segnato nuovi massimi dal 25 aprile 2019, le quotazioni del petrolio WTI hanno iniziato ad indietreggiare, raggiungendo un’importante area supportiva

Petrolio WTI: come impostare l’operatività dopo la recente discesa?

Dopo un forte rialzo dovuto al timore di un conflitto militare tra Usa e Iran, le quotazioni del petrolio WTI (che hanno raggiunto i loro massimi dal 25 aprile 2019, a 65,65 dollari al barile) hanno frenato, in quanto il pericolo di un’escalation delle tensioni sembra, per il momento, evitato.

Petrolio WTI, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg

Da un punto di vista prettamente grafico, i prezzi sono stati respinti da un livello orizzontale di lungo periodo lasciato in eredità dai minimi del 4 giugno 2018 a 64,57 dollari, e dal livello dinamico disegnato con i top del 20 maggio e 16 settembre 2019.

La discesa in essere ha permesso ai venditori di rompere la linea di tendenza di breve periodo ottenuta collegando i minimi dell’11 e 31 dicembre 2019, portandosi verso un’importante area supportiva.

Tra i 57,87 e i 58,67 dollari passano rispettivamente la media mobile a 200 giorni e il supporto derivante dai top del 21 novembre scorso. A corroborare ulteriormente la zona è anche la trendline ottenuta collegando i lows del 10 ottobre a quelli del 3 dicembre 2019.

In tal senso, per riprendere i rialzi nel medio periodo è necessario un riassorbimento dell’estensione ribassista dello scorso 8 gennaio, in modo tale che i corsi possano avere maggiori possibilità di uscire dalla lunga fase laterale delimitata inferiormente dal livello transitante a 50,64 dollari, e superiormente dalla resistenza a 64,57 dollari.

Un segnale negativo sarebbe invece quello relativo ad un’eventuale discesa al di sotto di 57,50 dollari, che metterebbe i venditori nella condizione di tornare verso la base della congestione menzionata prima.

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Strategie operative sul petrolio WTI

Elaborazione Ufficio Studi di Money.it

Operativamente, si potrebbe sfruttare l’ipotesi di un riassorbimento valutando una strategia di natura long da 60,33 dollari al barile, con stop loss a 57,20 dollari e obiettivo principale a 64 dollari. Il target finale sarebbe invece individuabile a 64,20 dollari.

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