Porti l’amante in casa? È violazione di domicilio e si rischia il carcere

Anna Maria D’Andrea

6 Aprile 2017 - 17:25

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Tempi bui per gli infedeli e soprattutto per gli amanti: rischia il carcere chi entra in casa senza il consenso del partner «tradito». Ecco perché.

Porti l’amante in casa? È violazione di domicilio e si rischia il carcere

L’amante scoperto in casa dal coniuge tradito è passibile di denuncia per violazione di domicilio e la pena prevista è il carcere fino a 3 anni.

A stabilirlo è stata la Corte d’Appello di Cagliari con sentenza del 21 novembre 1990; non si tratta di una novità ma è pur sempre un monito da tenere ben a mente nel caso di “personale inclinazione al tradimento”.

Sebbene l’infedeltà coniugale non sia più un reato, la giurisprudenza ha ancora un occhio di riguardo a quello che dovrebbe essere la base della relazione tra due coniugi. La fedeltà - o meglio sarebbe dire la sua mancanza - è ancora oggi tra le principali cause di divorzi. Ma quali sono le conseguenze legali per il coniuge infedele?

A dire il vero la giurisprudenza è abbastanza clemente nei confronti del coniuge infedele e la pena da scontare consiste nella maggior parte dei casi soltanto nell’addebito delle spese di separazione. Ma quali sono le conseguenze per l’amante scoperto in casa dal partner tradito?

Porti l’amante in casa? È violazione di domicilio e si rischia il carcere

La vicenda che ha portato alla pronuncia della Corte d’Appello di Cagliari nel lontano 1990, successiva ad una precedente sentenza della Cassazione, farà molto probabilmente sorridere i lettori, ma avrà fatto molto meno piacere all’amante scoperto in casa dal marito tradito.

Protagonisti della storia sono Angelo, marito di 32 anni e agente della polizia ferroviaria, la moglie Luisa di un anno più giovane, e il collega e amante di Luisa, giovane di 23 anni di nome Luigi che mai avrebbe immaginato di finire in carcere.

In una calda notte d’estate ad Oristano, Angelo, che già sospettava il tradimento della moglie, finge di partire per lavoro e di dover passare qualche giorno lontano da casa. Per cercare di confermare o smentire il sospetto di tradimento da parte della moglie, a notte fonda torna a casa accompagnato da due investigatori privati e la scena che si è trovato difronte deve essere stata tutt’altro che piacevole.

Luisa in vestaglia e il giovane Luigi con addosso soltanto i pantaloni; a nulla è servito cercare di giustificarsi con la scusa di una visita di cortesia o della temperatura estiva a motivare la nudità degli amanti; la storia di Angelo, Luisa e Luigi è finita in tribunale e ancora oggi terrorizza i coniugi infedeli e gli amanti.

L’amante che entra in casa commette reato di violazione di domicilio

Luigi, il giovane amante di 23 anni, è stato accusato di violazione di domicilio. Entrare in casa, seppur invitato dal partner ma all’insaputa del coniuge tradito, è un reato per il quale si rischiano fino a 3 anni di reclusione.

Secondo quanto disposto dall’art. 614 del Codice Penale:

“Chiunque si introduce nell’abitazione altrui, o in un altro luogo di privata dimora, o nelle appartenenze di essi, contro la volontà espressa o tacita di chi ha il diritto di escluderlo, ovvero vi s’introduce clandestinamente o con inganno, è punito con la reclusione fino a tre anni.

Alla stessa pena soggiace chi si trattiene nei detti luoghi contro l’espressa volontà di chi ha diritto di escluderlo, ovvero vi si trattiene clandestinamente o con inganno.

Il delitto è punibile a querela della persona offesa.

La pena è da uno a cinque anni, e si procede d’ufficio, se il fatto è commesso con violenza sulle cose, o alle persone, ovvero se il colpevole è palesemente armato.”

Tenuto conto del fatto che il marito tradito di certo non avrebbe mai espresso la approvazione a far entrare in casa l’amante della propria moglie per un incontro clandestino, il Pretore di Oristano, tenuto conto della sentenza della Corte di Cassazione pronunciata pochi giorni prima, ha condannato Luigi a 20 giorni di carcere e al pagamento di una multa di 500 euro a titolo di risarcimento del danno.

Cosa rischia il coniuge che tradisce?

Rischia molto meno dell’amante il marito o la moglie accusata di tradimento. In questo caso e qualora il tradimento sia imputato come causa principale del divorzio, il coniuge rischia l’addebito della separazione, ovvero sarebbe imputabile soltanto dal punto di vista civile.

Marito o moglie danneggiati dall’infedeltà del partner potrebbero inoltre richiedere il risarcimento del danno ma soltanto nel caso di lesione della propria reputazione a causa del comportamento del coniuge.

Insomma, il reato di infedeltà coniugale è stato dichiarato illegittimo nel lontano 1969, ma fare l’amante e tradire il proprio coniuge può ancora oggi portare a conseguenze non proprio piacevoli.

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