Almeno il 40% di donne ai vertici delle aziende Ue: le nuove regole e a che punto siamo in Italia

Stefano Rizzuti

9 Giugno 2022 - 17:50

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Trovato l’accordo sulla direttiva Ue Women on boards: le grandi aziende europee quotate in borsa dovranno riservare almeno il 40% dei posti nel cda alle donne. Qual è oggi la percentuale in Italia?

Almeno il 40% di donne ai vertici delle aziende Ue: le nuove regole e a che punto siamo in Italia

Arrivano le quote rosa in Europa. È stato raggiunto l’accordo tra Commissione, Consiglio e Parlamento Ue sulla direttiva Women on boards, secondo la quale nei consigli d’amministrazione delle aziende europee almeno il 40% dei posti deve essere riservato alle donne.

La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha commentato esultando per l’accordo raggiunto, parlandone come di un dossier chiave, su cui l’Ue lavora da 10 anni. “Questo è un grande giorno per le donne in Europa e anche un grande giorno per le aziende”, ha detto von der Leyen.

Esulta anche Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, per cui questa direttiva è “vantaggiosa per le donne, per gli uomini, per le imprese, per i dipendenti. L’accordo vedrà più donne prendere il comando nel settore delle imprese. Le aziende Ue guadagneranno con più donne in ruoli di primo piano”.

Cosa prevede l’accordo sulle donne nei cda in Ue

L’obiettivo dell’accordo è quello di introdurre procedure di assunzione trasparenti nelle aziende dell’Ue, per poi arrivare alla quota del 40% dei posti ai vertici occupati da donne. Entro il 2026 le aziende devono avere almeno il 40% degli incarichi da amministratori non esecutivi affidati a donne o almeno il 30% di tutti gli incarichi da amministratori.

Cosa succede alle aziende che non rispettano le quote rose

Una volta l’anno le società dovranno presentare alle autorità nazionali il resoconto sugli obiettivi raggiunti. Se non raggiungeranno i target dovranno anche dire come intendono agire per risolvere il problema. In caso di mancato rispetto degli obiettivi entro il 30 giugno 2026, sono previste sanzioni per le aziende inadempienti.

Le autorità nazionali saranno competenti per far applicare correttamente la direttiva e potranno infliggere sanzioni pecuniarie. I tribunali nazionali, inoltre, potranno annullare la selezione per i cda nel caso in cui venga violata questa legge.

La direttiva sulle donne nei cda e i dati in Ue

Il provvedimento europeo era atteso da dieci anni: la Commissione ha presentato per la prima volta questa proposta nel 2012 e il Parlamento europeo aveva stabilito la sua posizione negoziale nel 2013. La direttiva si era poi bloccata al Consiglio europeo e solamente a marzo del 2022 i ministri del Lavoro e degli Affari sociali hanno finalmente concluso le trattative.

Stando ai dati forniti oggi sull’Ue, solo il 30,6% dei membri dei consigli di amministrazione delle più grandi società quotate in borsa in Europa è rappresentato da donne. Con importante differenze tra i diversi Paesi: si passa dall’8,5% di Cipro al 45,3% della Francia. In Italia le donne ai vertici sono circa il 41%; già nel 2020, infatti, è stata prevista nel nostro Paese una misura simile a quella europea che obbliga le società quotate in borse ad avere almeno i due quinti delle donne nei cda.

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