Si sfruttano i rimborsi fiscali per truffare i contribuenti: con la promessa di 500 euro si tenta di impadronirsi di dati sensibili e degli accessi all’home banking. Ecco a cosa fare attenzione.
Con la promessa di un rimborso fiscale di 500 euro ti svuotano il conto corrente. L’allarme è stato lanciato dall’Agenzia delle Entrate per rendere nota la nuova campagna di phishing. Quest’ultima, sfruttando il logo dell’Agenzia, cerca di sottrarre ai destinatari della mail truffa le credenziali di accesso al conto corrente.
Come al solito, i messaggi dei malfattori si spacciano per comunicazioni ufficiali dell’Agenzia delle Entrate usando come esca un presunto rimborso fiscale di 500 euro.
Il messaggio che ti svuota il conto corrente
Il messaggio che arriva, sfruttando il logo dell’Agenzia delle Entrate e la falsa promessa di un rimborso fiscale, cerca di sottrarre al malcapitato le credenziali di accesso all’home banking.
Nel messaggio viene fornito un codice identificativo del rimborso, lo stato della pratica, l’importo da ricevere e la modalità di erogazione. In fondo al messaggio è presente un tasto cliccabile con il quale si invita a procedere con la richiesta di rimborso.

La potenziale vittima, cliccando sul tasto, viene indirizzata a una seconda pagina nella quale può scegliere tra otto diversi istituti bancari in cui ottenere il fantomatico rimborso. Dopo averne scelto uno alla vittima sarà chiesto di fornire i propri dati.

Il messaggio malevolo, come sempre accade, sfrutta il momento più favorevole visto che proprio durante l’estate la maggior parte dei contribuenti che ha presentato la dichiarazione dei redditi è in attesa dell’eventuale rimborso spettante. Va chiarito, però, che il rimborso del credito Irpef derivante dal conguaglio fiscale è liquidato solitamente in tre modalità:
- direttamente in busta paga o sul cedolino della pensione tramite il sostituto di imposta;
- direttamente sul conto corrente del contribuente tramite l’Iban indicato sul sito dell’Agenzia delle Entrate;
- con bonifico domiciliato.
Se sorge il dubbio di non aver comunicato l’Iban con la trasmissione della dichiarazione dei redditi, l’invito è quello di comunicarlo tramite il portale ufficiale dell’Agenzia.
Come accorgersi che si tratta di una truffa?
L’Agenzia delle Entrate quando deve procedere con un rimborso non agisce mai in questo modo avvisando il contribuente della disposizione delle somme e costringendolo a richiedere l’importo spettante. Il rimborso, solitamente, è liquidato sull’Iban che il contribuente ha segnalato all’Agenzia in passato. Se non è presente un Iban nel sistema dell’Ade, invece, il rimborso viene liquidato tramite bonifico domiciliato presso un ufficio postale.
L’Agenzia delle Entrate, come ogni volta, disconosce questa tipologia di comunicazioni e si dichiara totalmente estranea a esse. La raccomandazione è sempre quella di non cliccare link o banner presenti all’interno di un eventuale messaggio che appare sospetto e di non fornire mai le proprie credenziali di accesso all’home banking, i propri dati personali e le eventuali coordinate bancarie.
Se si dovesse nutrire qualche dubbio su un eventuale messaggio di rimborso, prima di fornire i propri dati sensibili la cosa migliore da fare è di accedere al sito dell’Agenzia delle Entrate per accertarsi che sia stato veramente disposto un rimborso nei propri confronti.
Sul sito dell’Agenzia delle Entrate, inoltre, è possibile controllare anche tutte la campagne anti phishing attive.
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