Agli USA è permesso entrare in Danimarca con militari

Alessandro Nuzzo

14/06/2025

Il parlamento danese ha approvato un accordo di cooperazione militare con gli Stati Uniti.

Agli USA è permesso entrare in Danimarca con militari

Prima della nomina di Donald Trump a presidente degli Stati Uniti per la seconda volta, i rapporti tra USA e Danimarca erano ottimi, tanto che a dicembre 2023 il Parlamento danese approvò un accordo di cooperazione militare.

Un accordo che dava il via libera agli Stati Uniti per costruire basi militari in Danimarca, dislocarvi soldati e immagazzinare equipaggiamento militare. Poi, con il ritorno di Trump alla Casa Bianca, la situazione è cambiata e i rapporti diplomatici tra i due Paesi si sono raffreddati. Tutto è iniziato quando il presidente statunitense ha mostrato interesse per la Groenlandia, esprimendo l’intenzione di assumerne il controllo, nonostante il territorio faccia parte del Regno di Danimarca.

A confermare tali ambizioni, il vicepresidente J.D. Vance si è recato a fine marzo presso la base militare statunitense di Pituffik, nel remoto nord della Groenlandia. Durante la visita ha rivolto dure critiche alla Danimarca, alleata della NATO, parlando davanti alle truppe americane lì stanziate.

«Non pensiamo che la forza militare sarà necessaria. E poiché riteniamo che la gente della Groenlandia sia razionale e in gamba, crediamo di poter concludere un accordo nello stile di Donald Trump per garantire la sicurezza di questo territorio e degli Stati Uniti», ha dichiarato il vicepresidente.

E ancora: «Pensiamo che i groenlandesi sceglieranno, attraverso l’autodeterminazione, di diventare indipendenti dalla Danimarca, e poi avremo delle conversazioni con loro».

Secondo Vance, la Danimarca non sta facendo abbastanza per garantire la sicurezza dell’area. «Il nostro messaggio alla Danimarca è semplice. Non avete fatto un buon lavoro per la popolazione della Groenlandia. Su questo si basa la politica del presidente Donald Trump».

Per il vicepresidente, Cina e Russia hanno intensificato il loro interesse verso la Groenlandia, e ciò rende necessario rafforzarne la sicurezza.

Perché tutti vogliono la Groenlandia

Non solo gli Stati Uniti: anche Russia e Cina hanno messo gli occhi sulla Groenlandia per motivi ben precisi e di natura economica. La zona è ricca di metalli rari e materie prime critiche, fondamentali per la produzione di microchip e batterie. Attualmente, la Cina detiene un quasi monopolio su queste risorse, un primato che le riserve dell’isola, sebbene significative, difficilmente riusciranno a scalfire completamente. Tuttavia, le potenzialità sono tali da poter ridurre almeno in parte la dipendenza da Pechino: secondo l’Unione Europea, la Groenlandia ospita circa il 20% delle riserve mondiali di terre rare. Tra le sue risorse naturali vi sono anche petrolio e gas, oltre alla più vasta area naturale protetta del pianeta.

Per gli Stati Uniti, assumere il controllo della Groenlandia è strategico anche per motivi commerciali. L’isola si trova lungo la rotta più breve tra Europa e America, un corridoio cruciale per il controllo militare e commerciale dell’Atlantico settentrionale. Il cambiamento climatico, accelerando lo scioglimento dei ghiacci artici, sta inoltre aprendo nuove rotte marittime attraverso l’Artico. In questo scenario, la posizione della Groenlandia acquisisce un valore ancora maggiore: potrebbe trasformarsi in un hub chiave per i traffici tra Asia, Europa e Nord America, scambi che, negli ultimi dieci anni, sono aumentati di oltre un terzo.

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